PISTOIA. Allora lasciatemi dire che è proprio vero che il numero 11
porta male. Lo porta in concreto, come dimostrerebbe anche questa nota della
consigliera della Lega, Daniela Simionato, seguìta da una precisazione di Tiziano Carradori.
La cena delle beffe
A tenermi alla larga ci provano con
impegno, nei corridoi del palazzo e nelle stanze del potere, alle quali,
ovviamente non ho accesso.
E ne sono orgogliosa.
Ma, dato il mio evidente impegno per
Pistoia e per i suoi cittadini, da quelle parti ci capito, anche spesso.
Venerdì scorso [10 febbraio, n.d.r.],
nei corridoi, appunto, era palpabile la febbrile attesa di un evento del quale sussurravano
tra di loro con viva emozione. «Tu ci sarai? Io di
sicuro. Proprio una bella serata…».
Ora, sarò leghista, ma prima di tutto
donna e anche un po’ curiosa, specie se sento odori strani. Non fu difficile
vincere la reticenza di chi mi stava dintorno.
Come diciottenni in attesa della festa
del debutto, gli uomini del regime si preparavano alla cena per la festa di
Bertinelli, con passerella e consacrazione del nuovo sindaco di Pistoia.
E secondo voi quale luogo, meglio di
ogni altro poteva accogliere un simile avvenimento?
Ebbene sì. Il circolo del Ponte alle
Tavole. Il famigerato seggio n° 11.
Loro hanno molto da festeggiare, la
città molto meno.
Se non ci avesse già pensato Sem
Benelli, ci sarebbe da riscrivere La cena delle beffe.
Daniela Simionato
Capogruppo LegaNT
[comunicato]
E alla nota della signora Simionato, si
aggiunge questa precisazione di Tiziano Carradori, che scrive:
Gentile Bianchini,
ho letto il suo commento sulle primarie
del PD, nel quale vengo ampiamente citato, ma non correttamente inquadrato.
La capisco: serve un ottimo grandangolo
per inquadrarmi completamente, vista la massa.
Lei scrive: che, stavolta, non sono dette da me,
«sporco reassionario filocapitalista» che osa dire in pubblico, e
scriverlo pure, di non stimare Samuele: viene detto da uno che milita e naviga
da un’intera vita nella sinistra P(istoiese) D(ominante).
Dove si lascia intendere che sarei un
iscritto al Pd appartenente all’ala sinistra del suddetto partito.
In realtà credo che l’ultima tessera
che ho avuto in tasca risalga all’ormai lontano 1998 e che fosse dei Ds.
Da allora mi considero (e sono) quello
che si potrebbe definire “un cane sciolto”. Sciolto e libero di scorrazzare, ma
rigorosamente nell’ambito del centro sinistra. Alle cui primarie ho partecipato
da elettore e anche da volontario sostenitore di una dei candidati, Cecilia Turco.
Non che ai lettori del suo blog possa
interessare qualcosa ma, come osserverebbe l’Osservatore Romano, unicuique
suum.
E la mia modesta partigianeria (per
dirla alla Gramsci), al momento, non appartiene al Pd. Né a nessun altro.
Sono sicuro che troverà modo di darne
conto, anche en passant, in uno dei suoi prossimi commenti.
Così, tanto per la precisione.
Grazie per l’attenzione,
Tiziano Carradori
Ha ragione, Carradori. Grazie a lei e ‘a
ciascuno il suo’. Chiedo venia per avere semplicemente inteso indicare, con la
mia espressione impropria, un uomo di area di centrosinistra.
Quel che è giusto è giusto.
e.b.
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[Lunedì 13 febbraio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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