PISTOIA. Quando mi chiedo se Pistoia faccia parte di questo mondo oppure
no, credetemi: ho le mie buone ragioni e ora vi dico perché.
Sono circa le 10:30-11 di stamattina,
13 febbraio 2012, quando, in via San Biagio 102, qualcuno suona un campanello e
chiede di entrare. In via San Biagio 102, per chi non lo sapesse, c’è la sede
dell’Apr-Bardelli.
Il personale apre la porta e si trova
davanti l’architetto Antonio Principato, presidente dell’Aias ortodossa,
seguìto dai sindaci revisori dell’associazione costituìtasi lo scorso anno dopo
lo scisma-Bardelli del 16 aprile.
I sindaci revisori sono, come
ricorderete, Andrea Capecchi, Tommaso Bini e Barbara Ferrari, quest’ultima
pratese e presidente del collegio dei sindaci. Sono tutti e tre dottori
commercialisti.
Questi signori vengono accolti
amichevolmente dal personale. Pochi istanti dopo sopraggiunge don Diego
Pancaldo, che inizia una serrata diatriba, con gli ospiti, sull’inopportunità della
loro presenza in quella sede, definita privata.
Mentre la diatriba si estende e si
prolunga, non più tardi di una decina di minuti, ecco arrivare un altro gruppo
di persone. Sono Luigi Egidio Bardelli, Chiara Bardelli, Giovanni Bardelli, Paola
Bardelli (in altre parole: tre quarti della famiglia Bardelli) con uno degli
operatori di Tvl, Merlini.
Il patron di Apr/Tvl, Luigi Egidio, chiede
a don Pancaldo di allontanarsi.
I toni, sinora, sono stati sufficientemente
distesi e sereni, anche se – ci dicono – Luigi Egidio era visibilmente turbato,
tanto da preoccupare, in parte, il figlio Giovanni.
Cosa sono venuti a fare l’architetto Principato
e i suoi accompagnatori in quella sede privata?
Sembrerebbe una favola, ma l’Agenzia
delle Entrate, nonostante il decreto della terza sezione del Tribunale Civile
di Roma, parrebbe non voler riconoscere l’Aias pistoiese di Principato come
soggetto a cui intestare il ‘certificato anagrafico fiscale’ che le spetta:
sembra questo, così ci viene detto. In altri termini, la direzione di una
agenzia periferica si permetterebbe di ‘non ottemperare’ a un provvedimento
della magistratura: si arriverebbe, dunque, a questo, a Pistoia. E allora, a
Pistoia, siamo in questo mondo oppure no?
Principato e i suoi spiegano
chiaramente ai presenti della controparte, che si sono presentati lì,
stamattina, per accedere – in perfetta linea con le disposizioni romane – ai registri
contabili, al bilancio, ai documenti che fotografano la vita economica e
finanziaria dell’Apr, che – nolenti o volenti – è ibernata, sospesa, ingessata
dal decreto romano.
L’incontro continua ad essere un
incontro sufficientemente civile, anche se Luigi Egidio si rifiuta di firmare
un documento dal quale risulti che lui, il patron di Apr/Tvl, nega l’accesso a
Principato e ai suoi che ne avrebbero diritto: le persone che, in questo
momento, in virtù del decreto romano, sono il soggetto legittimato comunque ad
agire.
E mentre si parla, tra il sì e
il no, nell’eterno gioco delle parti, ecco che compaiono sulla scena
anche due carabinieri. Si presentano e chiedono se c’è bisogno di loro.
Come sono arrivati lì? Non si sa bene:
ed essendo la cosa un po’ misteriosa, sarà chiesto al comando, in séguito,
anche per gli eventi e gli sviluppi del dopo. I due carabinieri vengono
comunque ringraziati e congedati. Escono.
Sulla scena sbuca, a questo punto, l’avvocato
Bologni, il legale di Apr. E grazie al suo provvidenziale ingresso, ecco che
gli animi si riscaldano un po’; ecco che si arriva, in qualche modo, a un
qualcosa di più vivace. Ma la risposta, riguardo al firmare la dichiarazione di
diniego di accesso agli atti contabili dell’Apr, per Principato e i suoi, è
sempre negativa: radicalmente negativa. È un no secco e definitivo.
E così si pensa di fare intervenire i carabinieri
per fare certificare questo diniego irremissibile. I carabinieri, nel frattempo,
non se ne sono ancora andati, ma sono – come si direbbe – ‘ancora per lì’.
I due rientrano nella stanza del tavolo
di discussione, ma alla richiesta di verbalizzare il diniego di
Bardelli/Apr/Tvl, uno di loro se ne esce – ci dicono – dai binari. Si àltera.
Se non abbiamo capito male, pur dinanzi a una richiesta formale di qualcuno dei
presenti, si rifiuta di dare le proprie generalità: e la scena finisce in una
verbalizzazione di identificazioni di persone, ma solo dalla parte di
Principato e dei sindaci revisori, e non dell’area Bardelli. Qualcuno, intanto,
chiede a Merlini se abbia fatto riprese con la telecamera; Merlini sembra che
abbia detto di no. Ma c’è chi parla, comunque, di un registratore acceso sul
tavolo. Un’interessante commedia con epilogo che sarà reso noto in séguito,
anche in merito alle decisioni da intraprendere, da parte dell’Aias, in tutte
le dovute direzioni – compresa, sembra, quella del carabiniere che avrebbe
parlato e detto un po’ troppo ‘sopra le righe’.
Adesso, signori della corte e signori
giurati, lettori di questo giornale anòmalo e spregiato, giudicate voi.
Vediamo, intanto, cosa dirà (se dirà) stasera
Tvl, la Tv personale di Bardelli/Apr/Pancaldo, a sostegno dei propri interessi.
Poi però chiediamoci tutti insieme (e
chiediamolo anche a tutte le autorità cittadine: giudiziarie, civili, religiose
– ma anche amministrative e sanitarie, come Scarafuggi, per esempio) se Pistoia
faccia parte di questo mondo oppure no.
E se sia davvero la «città dei diritti», di cui
parla il futuro sindaco Bertinelli, o se, invece, non sia una colonia di alieni
in un’altra galassia – altro che città a misura d’uomo!
Edoardo Bianchini
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 13 febbraio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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