PISTOIA. Il signor Luca Guardincerri ha lasciato un commento sul post
“Aias/Apr. «Se ho capito bene l’omelia di stasera, ...” (vedi).
Scrive:
1. sto leggendo con interesse i suoi numerosissimi articoli
sulla vicenda Apr/Aias.
2. mi domando, ma in poche parole, sinteticamente, di cosa
accusa Bardelli?
3. leggendo le sue molte parole, sembra veramente che abbia
un paio di conti un sospeso con lui, con l’Apr e con Tvl.
4. parla spesso di “interessi personali”. Quali? vorrei
conoscerli, per discuterne pubblicamente, e perché no, condividerli se è il
caso.
5. poi vorrei conoscere gli interessi della ‘parte avversa’.
magari anche con i nomi ed i cognomi di chi sta partecipando a questa ‘battaglia’.
non mi pare che lei ce lo dica, sembra un Apr-Tvl-PoteriOscuri (mi scusi,
LuigiEgidioBardelli) contro tutti.
6. contro chi? e per cosa? con chiarezza, però, senza quei fastidiosi
‘si dice che, sembra, pare’.
7. non so quanto a fondo conosce le persone coinvolte, le
loro storie, quello che hanno fatto in più di trent’anni.
8. mi rileggerò nuovamente i suoi numerosissimi interventi,
nel caso un cui mi sia sfuggito qualcosa ed abbia già risposte alle mie
domande.
Faccio una premessa di carattere ermeneutico, avvisando che
ho aggiunto una numerazione ai capoversi di Guardincerri, per riprenderne
filologicamente la scansione nella risposta.
1. Caro Guardincerri,
innanzitutto grazie per l’interesse mostrato alla serie di
articoli da me pubblicati sulla vicenda Apr/Aias: seguire tutto, da cima a
fondo, è stata ed è una vera fatica, ma – spero che lo capisca – un impegno
meritevole del sudore che richiede se, come mi auguro, si potrà arrivare a una
chiarificazione finale. In tutti i sensi e in tutte le direzioni.
2. Non si chieda e non mi chieda, però, di che cosa io
accusi Bardelli. Ad esaminare la posizione di Bardelli, sotto il profilo
accusatorio, dovrebbero pensarci, se mai, come tutti ben sanno, le istituzioni
e i poteri a ciò preposti: cosa che, peraltro, non mi sembra che abbiano mai
fatto con la necessaria e dovuta attenzione. Io mi limito, da tempo, a
pubblicare domande e richieste di chiarimenti, commenti e documenti, ai quali
Luigi Egidio Bardelli non ha mai (e quando dico mai, intendo dire mai)
dato una risposta che non fosse una mera evasione dal tema, orchestrata sull’onda
del «siccome ho fatto tanto, tutto e solo bene ai portatori di
handicap di qua, quel che ho fatto è stato fatto bene a prescindere e, quindi,
sono insindacabile: e un grande benefattore». Una
risposta sostanziale – questa – che, mi auguro, lei,
con la pacatezza dimostrata dal suo intervento, vorrà giudicare per quella che
è: un mero tentativo di depistare, uno sviamento del discorso, un sostanziale
oscuramento della realtà dei fatti; incredibile perché non documentato né
certificato.
Ora questo è inammissibile – se me lo consente –, dato il
fatto che Bardelli ha toccato, tocca e attualmente manipola cifre dell’ordine di
6-7 milioni di euro all’anno (in passato 7-8 miliardi delle vecchie lire, più o
meno), che escono dalle tasche dei toscani: dalle mie, dalle sue di Luca
Guardincerri; ma non ha saputo dirci (o non ha voluto?) perché, in passato,
molti, troppi di questi soldi, sono passati da Aias a Fondazione Maria
Assunta in cielo e da lì altrove o chissà dove.
L’unica cosa che ha saputo dire, in passato, su questo tema,
è stata un non ricordo o un come faccio a ricordare?
Ma I don’t remember non è proprio una risposta:
assomiglia, se mai, più da vicino, al titolo di una nostalgica canzone
post-romantica o decadente. Tanti soldi non possono passare sotto il naso senza
che non lascino neppure – per usare una metafora poetica – una bava
di memoria. Ma se anche non lasciano una bava di memoria, devono
lasciare documentate tracce nei bilanci: con pezze d’appoggio e ricevute – e con
delle causali ben chiare ed esplicite. E queste – che mi risulti – Bardelli o non
ce le ha o le ha buttate via o le ha dimenticate chissà dove o non intende
tirarle fuori. Eppure erano soldi dell’Aias venienti dall’Asl e dalle nostre
tasche.
Oltretutto quei soldi che fecero quel percorso
– mai chiarito, del resto, e dinanzi al quale Bardelli si
avvale, metaforicamente e in concreto, del 5° emendamento: ma della
Costituzione americana, ossia del diritto di non rispondere –, senza una motivazione di passaggio dall’Aias alla Maria
Assunta in cielo, restano soldi sottratti a quegli handicappati di cui
Luigi Egidio asserisce – come un santo – di essere l’unico protettore
autorizzato e autorizzabile in Pistoia.
Non so se mi sono sufficientemente spiegato.
3. Obiettivamente non riesco a capire su quali basi lei
possa supporre che io abbia un paio di conti sospesi con Bardelli, con l’Apr e
con Tvl.
Io non ho interessi a Pistoia, ma le dirò di più: io non ho
interessi neanche altrove. Quindi ogni sua supposizione non è suffragata da
alcun motivo specifico e concreto.
Lei – come molti altri, credo – sta involontariamente scambiando
il mio modo piuttosto vivace e corrosivo di scrivere (un linguaggio figurato,
movimentato, franto, satirico, ironico, pungente: assai diverso, insomma, dal
solito far cronaca delle cronache a cui la città è abituata: d’altronde, oltre
che giornalista, io ‘sarei’ uno scrittore, anche se non mi interessa affatto farlo
sapere in giro), lo sta scambiando, dicevo, come pura vis aggressiva e d’assalto
personalistico: ma non c’è niente di più sbagliato.
Se però mi concede – come del resto spetta a chiunque ex
art. 21 della Costituzione – il diritto di leggere e commentare i fatti in
chiave di cronaca, critica, creatività e/o satira-ironia-umorismo, allora
capirà che, dinanzi a un uomo come Bardelli, che in sé assomma la carica di 1. Presidente
Aias/oggi-Apr, 2. Padrone sostanziale di Tvl e, al tempo stesso, 3. Direttore
Responsabile (come giornalista) della testata televisiva, ma, ad abundantiam,
anche 4. Editorialista di Tvl e 5. sostenitore di Apr al fine di difendere se
stesso e il proprio giustissimo operato a prescindere da ciò che ha fatto e fa,
o come lo ha fatto e lo fa, e arrogandosi il diritto di non dover mai
rispondere alle domande (peraltro documentate) di come si sono mosse cifre di
denaro pubblico di grande rilevanza; e se mi concede di scrivere tutto questo
con il mio stile e la personalità del mio stile, ma soprattutto se lei cerca di
intravedere, in questa “stra-pluralità di figure”, che si intersecano e
collidono in Bardelli e in Bardelli si integrano senza soluzione di continuità,
e se infine si informa anche sui princìpi della deontologia della professione
giornalistica, allora, caro Guardincerri, capirà in maniera inequivocabile che
il Cavalier Silvio è un davvero bruscolo, con le sue incompatibilità,
rispetto (ovviamente fatte le debite proporzioni) al pasticcio del Bardelli in
questa Pistoia che niente vuole vedere.
Luigi Egidio non può gestire l’informazione a sua
immagine somiglianza e solo per difendere se stesso e i propri interessi,
minacciando tutto e tutti (ripensi a qualche tempo fa quando ha detto che «chi non lo sostiene con l’Apr non è degno di presentarsi in
pubblico»: Sindaco, Vescovo, Asl-Scarafuggi, Enrico Rossi o chi altro…?).
Luigi Egidio non può gestire tutto questo neppure se – e la
invito a rivedersi il suo specifico commento – paragona se stesso, in maniera
spropositata (e assai ridicola, se non blasfema), a un Cristo che va
contro la legge mosaica del sabato: cioè pretendendo di dire che lui può fare
quello che vuole perché lo fa (a suo insindacabile giudizio) per il bene dei
bisognosi, allo stesso modo con cui Cristo compiva miracoli di sabato.
No, caro Guardincerri: le cose non solo non stanno così, ma
non possono neppure essere viste e filtrate sotto questa ottica.
Chi non ha niente da temere né da nascondere, anche quando
si presenta il proprio antagonista (nella fattispecie Principato e l’Aias
ortodossa, per intendersi) e lo fa con una ordinanza del Tribunale di Roma, non
si rifiuta di mostrare i registri contabili: li apre, per trasparenza. E non
suona le proprie campane di perseguitato da Tvl. E non fa fare una trasmissione
– mi dicono, perché io non riesco a vedere questa specie di tele-parrocchia, di
cui Bardelli è il Tele-Priore – alla figlia Paola che, con altri sempre della
solita famiglia Bardelli, hanno trovato nepotisticamente lavoro nell’azienda
del padre che dovrebbe essere a servizio dell’informazione e non dell’imbonizione
degli ascoltatori perché tutto cambi (da Aias a Apr) ma tutto resti
com’è (un business gestito da Bardelli-padre e solo da lui, e con la
pretesa di non essere controllato da nessuno).
Non so se sono stato abbastanza chiaro.
4. Al suo quarto quesito, signor Guardincerri, credo di
avere risposto nel precedente punto tre: e in maniera, penso, più che
esauriente.
5. I nomi e i cognomi di quella che lei chiama parte avversa
sono universalmente noti: basta che lei guardi la strutturazione dell’Aias che
io chiamo ortodossa perché non riformata da Bardelli.
Ma, nella fattispecie, glieli riporto qui sotto, una volta
per tutte:
Funzione
|
Cognome
|
Nome
|
Presidente
|
Principato
|
Antonio Ludovico
|
Consigliere
|
Baccini
|
Paolo
|
Consigliere
|
Corretti
|
Anna Maria
|
Consigliere
|
Durante
|
Valentino
|
Consigliere
|
Gariboldi
|
Giuliano
|
Consigliere
|
Gualtierotti
|
Andrea
|
Consigliere
|
Lenzi
|
Giovanna Maria
|
Consigliere
|
Meoni
|
Stefano
|
Consigliere
|
Niccoli
|
Daniele
|
Consigliere
|
Bagnale
|
Giulio
|
Sindaco
|
Bini
|
Tommaso
|
Sindaco
|
Capecchi
|
Andrea
|
Sindaco
|
Ferrari
|
Barbara
|
Sindaco Supplente
|
Balli
|
Fausto
|
Sindaco Supplente
|
Biagini
|
Sinibaldo
|
Probiviro
|
Melani
|
Lorenzo
|
Probiviro
|
Vannucchi
|
Emiliano
|
Probiviro
|
Zuccherini
|
Giorgio
|
Probiviro Supplente
|
Bruni
|
Benedetta
|
Probiviro Supplente
|
Lippi
|
Alfio
|
Per quanto attiene ai loro interessi in gioco, consideri che
sono gli stessi che sto seguendo anche io: riuscire ad avere un quadro completo
e definitivo della gestione Bardelli, dagli inizi ad oggi. E credo che siano
legittimi e validi interessi.
6. Riguardo a «quei fastidiosi ‘si dice che, sembra, pare’»,
come dice lei, la invito, intanto, a guardare i commenti di Bardelli stesso;
commenti che sono pieni di queste espressioni. Non parliamo, poi, di quando il Mega
Direttore Responsabile di Tvl (ma anche 1. proprietario/padrone della Tv, ma
anche 2. editorialista, ma anche 3. difensore di se stesso etc. etc.) si scaglia
contro gli “indegni di presentarsi in pubblico” (di cui non fa mai il nome) o
del “grande giornalista” che gli rompe le uova nel paniere, ma che in realtà è
un ignorante e non può sapere come si fa ad amministrare una azienda come l’Apr,
ed è semplicemente un povero demente (lo ha detto, questo, in sostanza, in uno
dei suoi commenti riportati anche su questo blog)…
Poi, Guardincerri, deve considerare che «quei fastidiosi ‘si
dice che, sembra, pare’» fanno parte del mestiere e della professione e – in molti
casi – indicano, senza citarle, fonti di informazione che devono essere
comunque salvaguardate e alle quali è concessa, di diritto, questa tutela di difesa
della persona. Anche perché, se ogni volta dovessimo indicare chi dà le notizie
alla stampa, non solo tre quarti delle procure italiane finirebbero dentro, ma i
giornali finirebbero per essere – come, purtroppo, in parte già sono – semplici
passacarterie e velinerie degli enti, Bardelli/Apr compreso.
7. La sua osservazione del punto 7 è quantomeno ingenua e le
spiego con chiarezza perché.
S’immagina, signor Guardincerri, se a uno storico, a qualsiasi
storico di questo mondo, fosse richiesta – come lei sembra fare – la necessaria
personale conoscenza di Washington o di Cesare o di Pericle o di Davide o di
Nabucodonosor per potersi occupare del loro operato e/o scrivere su di loro?
Non credo che si debba mettere in dubbio che, in qualsiasi
operazione di rilettura di un fatto o di un personaggio, bastano i documenti:
dei quali questo blog, con orgoglio, è l’unica vera sorgente di pubblicazione e
di diffusione, tanto che so per certo che un collega giornalista (ma forse
anche più di uno…) legge e conserva tutti i documenti e i pezzi pubblicati
come, a loro volta, fonti della storia Aias/Bardelli/Tvl/Maria
Assunta in cielo e chi più ne ha più ne metta.
E anche qui, caro Guardincerri, è come se le dicessi un bel si
dice, perché non dirò certo chi è/chi sono questo/questi collega/ghi che
seguono e tengono archivio di questa incredibile e triste storia, come lo sono
tutte le storie di cui i protagonisti non intendono rendere conto e dare
opportuna e debita giustificazione.
A questo proposito le voglio proprio dire che anch’io ho
manovrato denaro se non pubblico quasi, perché sociale e sindacale, come
segretario della Uil Enti Locali nei lontani anni 1975-78: eppure ho ancora le
copie dei registri contabili dell’epoca, li conservo ancora e sono autenticati
dall’allora capo del protocollo del Comune di Quarrata, la ragioniera Franca
Bonacchi: e pensi anche che si trattava di bilanci di appena 4-5 milioni, non
di miliardi di lire o di milioni di euro come quelli del Bardelli.
8. A questo punto credo proprio di avere fatto uno sforzo di
sintesi notevole: uno sforzo che mi ha richiesto diverse ore di lavoro.
Ore gratis, signor Guardincerri, non pagate come
quelle di Tvl a Bardelli e alla sua famiglia e ai suoi giornalisti e ai suoi
collaboratori (ma non a tutti, mi risulterebbe, per esempio…).
Gratis per il mestiere che fo e che rispetto – in assoluto – dal 1967
fino a quest’ora: solo per la fedeltà all’idea di informare questa città che
ascolta i pianti e i lamenti di Bardelli, ma che non si è mossa e non si muove
neppure quando Luigi Egidio, con il paragonarsi a Cristo anarchico e
distruttore della legge mosaica, invita, in buona sostanza, gli ascoltatori a
non rispettare le legge e i suoi doveri con tutto ciò che ne discende come
conseguenza morale e civile.
Ora lo sforzo lo chiedo a lei, che, onestamente, si è già offerto
di farlo da sé.
Rilegga davvero, con estrema attenzione, tutti gli articoli da
me scritti fino dall’inizio. E mediti, passo passo, sulle parole e soprattutto
sui documenti ancora in linea. Se non li ha, glieli procuro io su un cd.
E se troverà che Bardelli ha dato spiegazioni convincenti e
certe riguardo all’utilizzo dei fiumi di denaro pubblico partiti dall’Aias e
transitati altrove (quindi sottratti agli assistiti), me lo faccia sapere.
Io non sono molto sensibile agli anatemi e alle minacce oscure
e biblicizzate di Bardelli o di certuni della sua famiglia, propria e/o
metaforica, dalle onde di Tvl-teleparrocchia-telelalìa. Ma lo sono – e molto, moltissimo, assolutamente sì – ai documenti certi, alle spiegazioni ineccepibili, alla
chiarezza inoppugnabile delle prove documentali, alle verità rivelate.
Che non siano – badi
bene – fatte di parole, ma di pezze di appoggio certificate e
sicure.
E se Luigi Egidio non le ha e non le porta, sono troppo malfidato
e maligno a credere che, forse, sotto tutto il biblico piagnisteo e le lacrime uberrime
di Egidio, il Benefattore e il Perseguitato dalla mafia di Lo Trovato, forse c’è
qualcosa che non torna e non convince?
La ringrazio di avermi costretto a un sia pur lungo e
sfiancante riepilogo, e la saluto cordialmente,
Edoardo
Bianchini
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 17 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.