venerdì 17 febbraio 2012

AIAS/APR. ALCUNI CHIARIMENTI AL SIGNOR LUCA GUARDINCERRI


PISTOIA. Il signor Luca Guardincerri ha lasciato un commento sul post “Aias/Apr. «Se ho capito bene l’omelia di stasera, ...” (vedi).
Scrive:

1. sto leggendo con interesse i suoi numerosissimi articoli sulla vicenda Apr/Aias.
2. mi domando, ma in poche parole, sinteticamente, di cosa accusa Bardelli?

3. leggendo le sue molte parole, sembra veramente che abbia un paio di conti un sospeso con lui, con l’Apr e con Tvl.
4. parla spesso di “interessi personali”. Quali? vorrei conoscerli, per discuterne pubblicamente, e perché no, condividerli se è il caso.
5. poi vorrei conoscere gli interessi della ‘parte avversa’. magari anche con i nomi ed i cognomi di chi sta partecipando a questa ‘battaglia’. non mi pare che lei ce lo dica, sembra un Apr-Tvl-PoteriOscuri (mi scusi, LuigiEgidioBardelli) contro tutti.
6. contro chi? e per cosa? con chiarezza, però, senza quei fastidiosi ‘si dice che, sembra, pare’.
7. non so quanto a fondo conosce le persone coinvolte, le loro storie, quello che hanno fatto in più di trent’anni.
8. mi rileggerò nuovamente i suoi numerosissimi interventi, nel caso un cui mi sia sfuggito qualcosa ed abbia già risposte alle mie domande.

Faccio una premessa di carattere ermeneutico, avvisando che ho aggiunto una numerazione ai capoversi di Guardincerri, per riprenderne filologicamente la scansione nella risposta.

1. Caro Guardincerri,
innanzitutto grazie per l’interesse mostrato alla serie di articoli da me pubblicati sulla vicenda Apr/Aias: seguire tutto, da cima a fondo, è stata ed è una vera fatica, ma – spero che lo capisca – un impegno meritevole del sudore che richiede se, come mi auguro, si potrà arrivare a una chiarificazione finale. In tutti i sensi e in tutte le direzioni.
2. Non si chieda e non mi chieda, però, di che cosa io accusi Bardelli. Ad esaminare la posizione di Bardelli, sotto il profilo accusatorio, dovrebbero pensarci, se mai, come tutti ben sanno, le istituzioni e i poteri a ciò preposti: cosa che, peraltro, non mi sembra che abbiano mai fatto con la necessaria e dovuta attenzione. Io mi limito, da tempo, a pubblicare domande e richieste di chiarimenti, commenti e documenti, ai quali Luigi Egidio Bardelli non ha mai (e quando dico mai, intendo dire mai) dato una risposta che non fosse una mera evasione dal tema, orchestrata sull’onda del «siccome ho fatto tanto, tutto e solo bene ai portatori di handicap di qua, quel che ho fatto è stato fatto bene a prescindere e, quindi, sono insindacabile: e un grande benefattore». Una risposta sostanziale – questa – che, mi auguro, lei, con la pacatezza dimostrata dal suo intervento, vorrà giudicare per quella che è: un mero tentativo di depistare, uno sviamento del discorso, un sostanziale oscuramento della realtà dei fatti; incredibile perché non documentato né certificato.
Ora questo è inammissibile – se me lo consente –, dato il fatto che Bardelli ha toccato, tocca e attualmente manipola cifre dell’ordine di 6-7 milioni di euro all’anno (in passato 7-8 miliardi delle vecchie lire, più o meno), che escono dalle tasche dei toscani: dalle mie, dalle sue di Luca Guardincerri; ma non ha saputo dirci (o non ha voluto?) perché, in passato, molti, troppi di questi soldi, sono passati da Aias a Fondazione Maria Assunta in cielo e da lì altrove o chissà dove.
L’unica cosa che ha saputo dire, in passato, su questo tema, è stata un non ricordo o un come faccio a ricordare?
Ma I don’t remember non è proprio una risposta: assomiglia, se mai, più da vicino, al titolo di una nostalgica canzone post-romantica o decadente. Tanti soldi non possono passare sotto il naso senza che non lascino neppure – per usare una metafora poetica – una bava di memoria. Ma se anche non lasciano una bava di memoria, devono lasciare documentate tracce nei bilanci: con pezze d’appoggio e ricevute – e con delle causali ben chiare ed esplicite. E queste – che mi risulti – Bardelli o non ce le ha o le ha buttate via o le ha dimenticate chissà dove o non intende tirarle fuori. Eppure erano soldi dell’Aias venienti dall’Asl e dalle nostre tasche.
Oltretutto quei soldi che fecero quel percorso – mai chiarito, del resto, e dinanzi al quale Bardelli si avvale, metaforicamente e in concreto, del 5° emendamento: ma della Costituzione americana, ossia del diritto di non rispondere –, senza una motivazione di passaggio dall’Aias alla Maria Assunta in cielo, restano soldi sottratti a quegli handicappati di cui Luigi Egidio asserisce – come un santo – di essere l’unico protettore autorizzato e autorizzabile in Pistoia.
Non so se mi sono sufficientemente spiegato.
3. Obiettivamente non riesco a capire su quali basi lei possa supporre che io abbia un paio di conti sospesi con Bardelli, con l’Apr e con Tvl.
Io non ho interessi a Pistoia, ma le dirò di più: io non ho interessi neanche altrove. Quindi ogni sua supposizione non è suffragata da alcun motivo specifico e concreto.
Lei – come molti altri, credo – sta involontariamente scambiando il mio modo piuttosto vivace e corrosivo di scrivere (un linguaggio figurato, movimentato, franto, satirico, ironico, pungente: assai diverso, insomma, dal solito far cronaca delle cronache a cui la città è abituata: d’altronde, oltre che giornalista, io ‘sarei’ uno scrittore, anche se non mi interessa affatto farlo sapere in giro), lo sta scambiando, dicevo, come pura vis aggressiva e d’assalto personalistico: ma non c’è niente di più sbagliato.
Se però mi concede – come del resto spetta a chiunque ex art. 21 della Costituzione – il diritto di leggere e commentare i fatti in chiave di cronaca, critica, creatività e/o satira-ironia-umorismo, allora capirà che, dinanzi a un uomo come Bardelli, che in sé assomma la carica di 1. Presidente Aias/oggi-Apr, 2. Padrone sostanziale di Tvl e, al tempo stesso, 3. Direttore Responsabile (come giornalista) della testata televisiva, ma, ad abundantiam, anche 4. Editorialista di Tvl e 5. sostenitore di Apr al fine di difendere se stesso e il proprio giustissimo operato a prescindere da ciò che ha fatto e fa, o come lo ha fatto e lo fa, e arrogandosi il diritto di non dover mai rispondere alle domande (peraltro documentate) di come si sono mosse cifre di denaro pubblico di grande rilevanza; e se mi concede di scrivere tutto questo con il mio stile e la personalità del mio stile, ma soprattutto se lei cerca di intravedere, in questa “stra-pluralità di figure”, che si intersecano e collidono in Bardelli e in Bardelli si integrano senza soluzione di continuità, e se infine si informa anche sui princìpi della deontologia della professione giornalistica, allora, caro Guardincerri, capirà in maniera inequivocabile che il Cavalier Silvio è un davvero bruscolo, con le sue incompatibilità, rispetto (ovviamente fatte le debite proporzioni) al pasticcio del Bardelli in questa Pistoia che niente vuole vedere.
Luigi Egidio non può gestire l’informazione a sua immagine somiglianza e solo per difendere se stesso e i propri interessi, minacciando tutto e tutti (ripensi a qualche tempo fa quando ha detto che «chi non lo sostiene con l’Apr non è degno di presentarsi in pubblico»: Sindaco, Vescovo, Asl-Scarafuggi, Enrico Rossi o chi altro…?).
Luigi Egidio non può gestire tutto questo neppure se – e la invito a rivedersi il suo specifico commento – paragona se stesso, in maniera spropositata (e assai ridicola, se non blasfema), a un Cristo che va contro la legge mosaica del sabato: cioè pretendendo di dire che lui può fare quello che vuole perché lo fa (a suo insindacabile giudizio) per il bene dei bisognosi, allo stesso modo con cui Cristo compiva miracoli di sabato.
No, caro Guardincerri: le cose non solo non stanno così, ma non possono neppure essere viste e filtrate sotto questa ottica.
Chi non ha niente da temere né da nascondere, anche quando si presenta il proprio antagonista (nella fattispecie Principato e l’Aias ortodossa, per intendersi) e lo fa con una ordinanza del Tribunale di Roma, non si rifiuta di mostrare i registri contabili: li apre, per trasparenza. E non suona le proprie campane di perseguitato da Tvl. E non fa fare una trasmissione – mi dicono, perché io non riesco a vedere questa specie di tele-parrocchia, di cui Bardelli è il Tele-Priore – alla figlia Paola che, con altri sempre della solita famiglia Bardelli, hanno trovato nepotisticamente lavoro nell’azienda del padre che dovrebbe essere a servizio dell’informazione e non dell’imbonizione degli ascoltatori perché tutto cambi (da Aias a Apr) ma tutto resti com’è (un business gestito da Bardelli-padre e solo da lui, e con la pretesa di non essere controllato da nessuno).
Non so se sono stato abbastanza chiaro.
4. Al suo quarto quesito, signor Guardincerri, credo di avere risposto nel precedente punto tre: e in maniera, penso, più che esauriente.
5. I nomi e i cognomi di quella che lei chiama parte avversa sono universalmente noti: basta che lei guardi la strutturazione dell’Aias che io chiamo ortodossa perché non riformata da Bardelli.
Ma, nella fattispecie, glieli riporto qui sotto, una volta per tutte:

Funzione
Cognome
Nome



Presidente
Principato
Antonio Ludovico
Consigliere
Baccini
Paolo
Consigliere
Corretti
Anna Maria
Consigliere
Durante
Valentino
Consigliere
Gariboldi
Giuliano
Consigliere
Gualtierotti
Andrea
Consigliere
Lenzi
Giovanna Maria
Consigliere
Meoni
Stefano
Consigliere
Niccoli
Daniele
Consigliere
Bagnale
Giulio



Sindaco
Bini
Tommaso
Sindaco
Capecchi
Andrea
Sindaco
Ferrari
Barbara



Sindaco Supplente
Balli
Fausto
Sindaco Supplente
Biagini
Sinibaldo



Probiviro
Melani
Lorenzo
Probiviro
Vannucchi
Emiliano
Probiviro
Zuccherini
Giorgio



Probiviro Supplente
Bruni
Benedetta
Probiviro Supplente
Lippi
Alfio

Per quanto attiene ai loro interessi in gioco, consideri che sono gli stessi che sto seguendo anche io: riuscire ad avere un quadro completo e definitivo della gestione Bardelli, dagli inizi ad oggi. E credo che siano legittimi e validi interessi.
6. Riguardo a «quei fastidiosi ‘si dice che, sembra, pare’», come dice lei, la invito, intanto, a guardare i commenti di Bardelli stesso; commenti che sono pieni di queste espressioni. Non parliamo, poi, di quando il Mega Direttore Responsabile di Tvl (ma anche 1. proprietario/padrone della Tv, ma anche 2. editorialista, ma anche 3. difensore di se stesso etc. etc.) si scaglia contro gli “indegni di presentarsi in pubblico” (di cui non fa mai il nome) o del “grande giornalista” che gli rompe le uova nel paniere, ma che in realtà è un ignorante e non può sapere come si fa ad amministrare una azienda come l’Apr, ed è semplicemente un povero demente (lo ha detto, questo, in sostanza, in uno dei suoi commenti riportati anche su questo blog)…
Poi, Guardincerri, deve considerare che «quei fastidiosi ‘si dice che, sembra, pare’» fanno parte del mestiere e della professione e – in molti casi – indicano, senza citarle, fonti di informazione che devono essere comunque salvaguardate e alle quali è concessa, di diritto, questa tutela di difesa della persona. Anche perché, se ogni volta dovessimo indicare chi dà le notizie alla stampa, non solo tre quarti delle procure italiane finirebbero dentro, ma i giornali finirebbero per essere – come, purtroppo, in parte già sono – semplici passacarterie e velinerie degli enti, Bardelli/Apr compreso.
7. La sua osservazione del punto 7 è quantomeno ingenua e le spiego con chiarezza perché.
S’immagina, signor Guardincerri, se a uno storico, a qualsiasi storico di questo mondo, fosse richiesta – come lei sembra fare – la necessaria personale conoscenza di Washington o di Cesare o di Pericle o di Davide o di Nabucodonosor per potersi occupare del loro operato e/o scrivere su di loro?
Non credo che si debba mettere in dubbio che, in qualsiasi operazione di rilettura di un fatto o di un personaggio, bastano i documenti: dei quali questo blog, con orgoglio, è l’unica vera sorgente di pubblicazione e di diffusione, tanto che so per certo che un collega giornalista (ma forse anche più di uno…) legge e conserva tutti i documenti e i pezzi pubblicati come, a loro volta, fonti della storia Aias/Bardelli/Tvl/Maria Assunta in cielo e chi più ne ha più ne metta.
E anche qui, caro Guardincerri, è come se le dicessi un bel si dice, perché non dirò certo chi è/chi sono questo/questi collega/ghi che seguono e tengono archivio di questa incredibile e triste storia, come lo sono tutte le storie di cui i protagonisti non intendono rendere conto e dare opportuna e debita giustificazione.
A questo proposito le voglio proprio dire che anch’io ho manovrato denaro se non pubblico quasi, perché sociale e sindacale, come segretario della Uil Enti Locali nei lontani anni 1975-78: eppure ho ancora le copie dei registri contabili dell’epoca, li conservo ancora e sono autenticati dall’allora capo del protocollo del Comune di Quarrata, la ragioniera Franca Bonacchi: e pensi anche che si trattava di bilanci di appena 4-5 milioni, non di miliardi di lire o di milioni di euro come quelli del Bardelli.
8. A questo punto credo proprio di avere fatto uno sforzo di sintesi notevole: uno sforzo che mi ha richiesto diverse ore di lavoro.
Ore gratis, signor Guardincerri, non pagate come quelle di Tvl a Bardelli e alla sua famiglia e ai suoi giornalisti e ai suoi collaboratori (ma non a tutti, mi risulterebbe, per esempio…).
Gratis per il mestiere che fo e che rispetto – in assoluto – dal 1967 fino a quest’ora: solo per la fedeltà all’idea di informare questa città che ascolta i pianti e i lamenti di Bardelli, ma che non si è mossa e non si muove neppure quando Luigi Egidio, con il paragonarsi a Cristo anarchico e distruttore della legge mosaica, invita, in buona sostanza, gli ascoltatori a non rispettare le legge e i suoi doveri con tutto ciò che ne discende come conseguenza morale e civile.
Ora lo sforzo lo chiedo a lei, che, onestamente, si è già offerto di farlo da sé.
Rilegga davvero, con estrema attenzione, tutti gli articoli da me scritti fino dall’inizio. E mediti, passo passo, sulle parole e soprattutto sui documenti ancora in linea. Se non li ha, glieli procuro io su un cd.
E se troverà che Bardelli ha dato spiegazioni convincenti e certe riguardo all’utilizzo dei fiumi di denaro pubblico partiti dall’Aias e transitati altrove (quindi sottratti agli assistiti), me lo faccia sapere.
Io non sono molto sensibile agli anatemi e alle minacce oscure e biblicizzate di Bardelli o di certuni della sua famiglia, propria e/o metaforica, dalle onde di Tvl-teleparrocchia-telelalìa. Ma lo sono – e molto, moltissimo, assolutamente sì – ai documenti certi, alle spiegazioni ineccepibili, alla chiarezza inoppugnabile delle prove documentali, alle verità rivelate.
Che non siano – badi bene – fatte di parole, ma di pezze di appoggio certificate e sicure.
E se Luigi Egidio non le ha e non le porta, sono troppo malfidato e maligno a credere che, forse, sotto tutto il biblico piagnisteo e le lacrime uberrime di Egidio, il Benefattore e il Perseguitato dalla mafia di Lo Trovato, forse c’è qualcosa che non torna e non convince?
La ringrazio di avermi costretto a un sia pur lungo e sfiancante riepilogo, e la saluto cordialmente,
Edoardo Bianchini
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[Venerdì 17 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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