giovedì 23 febbraio 2012

SERRAVALLE. ALESSIO GARGINI: «FORZA, ROSATI!»


«Auspico che, intorno alla Rosati, vi sia la più ampia convergenza per gettare le basi concrete di una benefica alternanza»

Caro Blogger,
anche se non ho più, per mia scelta personale, alcuna carica e tessera di partito, rimango capogruppo dell’opposizione in consiglio comunale e non posso esimermi dal commentare la candidatura di Patrizia Rosati a capo di una lista civica appoggiata dal Pdl.

Nel tuo secondo intervento, al riguardo, riconosci nel Pd di Serravalle e nei suoi alleati di sinistra la roccaforte dell’ortodossia lealista e neo sovietica al punto tale, aggiungo io, da sospettare che certi amministratori non si siano mai alzati dalla sedia del teatro Goldoni di Livorno. Neppure per i bisogni corporali o per sgranchirsi le gambe nel foyer.
Posto quanto sopra, concordo con chi sostiene che siamo di fronte ad un disordine di tipo sistematico nel rapporto tra il cittadino ed un partito come il Pd (ma vale anche per altri partiti) che ancora conserva caratteristiche di tipo carismatico.
Infatti, la partecipazione e la collaborazione spontanea dei cittadini con certi partiti, trova spesso ostacoli che impediscono il tradursi di un azione politica comune. Del resto, ed è pensiero comune, la tanto auspicata depoliticizzazione del livello amministrativo, che l’elezione diretta del Sindaco doveva garantire, ha miseramente fallito e la mancanza di strumenti per controllare questa dinamica, ha fatto proliferare personaggi e signorie che si sono autoinvestiti di un potere autonomo con notevole forza di ricatto.
È la politica che vuole il cittadino con il cappello in mano. Ti faccio un esempio. Nella zona di Casalguidi c’è una grande concentrazione di immigrati siciliani provenienti dall’area di Piazza Armerina per lo più giunti nell’immediato dopoguerra. Sai bene che in quella artistica cittadina, dove Don Mario Sturzo fu vescovo ed ebbe non poca influenza sul fratello minore Don Luigi e sulla nascita del Partito Popolare, la Dc otteneva risultati cosiddetti bulgari. Eppure, di tali immigrati (persone per bene e tanti amici miei) la Dc locale non ha mai tratto quel sensibile vantaggio elettorale. Ma sarebbe ingiusto e scorretto untoreggiare verso qualcuno in particolare quando la gran parte dei cittadini è ormai asservita da certe logiche lealiste come le chiami tu.
Infatti, il casalino in particolare, è lealista per natura. Forse sarà per un retaggio rurale duro a morire tanto è che in pieno Risorgimento a Casalguidi si tenne una grande festa, in controtendenza, organizzata per lo più da coltivatori e detta dei “codini”, fedeli al Granduca, dove intervenne addirittura una banda tedesca.
Allora mi chiedo se non sia cosa buona e giusta che una persona come la signora Rosati decida spontaneamente di impegnarsi in questa avventura dove c’è più da perdere che da guadagnare. Al punto che, se vincesse, sbancherebbe il botteghino. E lo è ancora di più se i suoi trascorsi più o meno ufficiali l’hanno vista impegnata, e poi disgustata, come da lei asserito, con i suoi “avversari” di oggi.
La Rosati ha accettato la candidatura, purché si trattasse di una lista civica aperta, senza particolari clamori verbali se non quelli di scontare da subito la calibratura politica delle parole che tu hai cortesemente assolto in amabili bugie. Personalmente posso dirti di averla conosciuta qualche tempo fa perchè intenzionata ad impegnarsi nella “cosa pubblica” serravallina. Ebbi, da quell’incontro, una positiva impressione generale. Imprenditrice con buona formazione culturale, giusta ambizione e impegno civile non solo nella scuola e con tanta voglia di dire: Io non ci sto!
Nel nostro comune c’è bisogno di rinnovamento e discontinuità che il Pd sembra non cogliere e anche se i partiti rappresentano la più alta forma di democrazia che abbiamo, in questo momento di cattivi esempi e di giusta indignazione verso una classe politica fallimentare, osservo a malincuore che anche formazioni, avverse all’attuale governo Mochi, o meglio, personaggi politici autoreferenziali, preferiscono ancora i vessilli a baluardo di un orto, che a Serravalle non fa nemmeno statistica. Solo per dimostrare al partito di appartenenza che si conta qualcosa. Il Pdl mi sembra sulla strada giusta e anche se la Rosati non è il padre Amorth di cui il nostro comune avrebbe bisogno, non scoraggiamola. Aspettiamo che siano i fatti a giudicarla.
Del resto, non tutta la sinistra ha gridato al tradimento e denigrato come da vecchio ma sintomatico copione comunista. Anzi.
Per questo motivo auspico che, intorno alla Rosati, vi sia la più ampia convergenza per gettare le basi concrete di una benefica alternanza. Di contro c’è la fila fantozziana, di prebendanti lealisti, per staccare il biglietto di un film visto e subito troppe volte. E guai a chi manca e a chi osa dire senza permesso: mascheraa, toccano.
Forza Rosati.
Alessio Gargini
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[Giovedì 23 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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