Una nuova denuncia del Comitato per la
chiusura – «Che aspetta Scatragli a chiudere l’impianto?»
MONTALE-PIANA. Dire che anche questa volta avevamo
ragione, è purtroppo poco!
Lo scorso Gennaio, il Comitato aveva
denunciato l’ennesimo ritardo da parte della Provincia di Pistoia nel rendere
noti i risultati degli autocontrolli degli ultimi mesi del 2011, pubblicati
dopo ben 2 solleciti e l’intervento del Difensore Civico della Provincia, da
noi coinvolto.
Avevamo paura che anche questa volta ci
fosse qualcosa da nascondere e, di fatto, non avevamo torto: i dati disponibili
dalle tabelle sono autenticamente inquietanti per l’evidenza di una “perdita di
controllo” dell’impianto del Cis:
1) a fine Novembre è mancato il carbone
attivo che “abbatte la diossina”, immettendone solo 1 chilogrammo invece dei 6
necessari. Ciò nonostante l’inceneritore ha tranquillamente continuato a
funzionare, risultando queste condizioni, sufficienti al verificarsi di un
nuovo grave e incontrollato sforamento di Pcdd com’è avvenuto nel 2007; (vedi
pagina 63 di 106) di
2) a Settembre i risultati alle
emissioni di due pericolosi inquinanti, il cadmio e il tallio, hanno superato i
limiti di legge, ma l’inceneritore ha continuato a funzionare: sono stati semplicemente
aggiustati i risultati, senza nemmeno cercare di capire cosa era successo;(vedi
pagina 82 di 150) di
3) tra Agosto e Settembre le analisi
relative al campionamento in continuo della diossina erano stati di nuovo
vicino al limite d’attenzione di 50 pg/mc previsto dall’Aia (con valore di
43!). Ciò nonostante, si è ancora lasciato funzionare tranquillamente l’impianto,
anche in questo caso senza cercare di capirne le cause per evitare ulteriori
rischi di sforamento! (vedi pagina 71 di 150) di
In quegli stessi giorni la Provincia si
diceva rassicurata delle spiegazioni della Ladurner sui precedenti superamenti
del limite d’attenzione nei primi mesi del 2011 e così aveva chiuso l’incidente.
Ma non è purtroppo ancora finita.
Ai primi di Dicembre, nel convegno
Nazionale di Pistoia, Provincia e Arpat avevano –
con una tracotante anticipazione sui media locali – rassicurato i cittadini sul fatto che l’inceneritore
funzionava perfettamente mentre, solo pochi giorni prima, la diossina non era
stata adeguatamente abbattuta (mancando ben l’85% dei carboni attivi al flusso
medio previsto) e, pertanto, autorizzandoci a considerare che sia fuoriuscita
ben oltre ai prescritti limiti.
Non è forse arrivato il momento che il
sindaco di Montale – comproprietario dell’inceneritore – si ricordi di essere anche la massima Autorità Sanitaria e
che, invece d’interpretare le parole dell’Asl –
che gli ha ben scritto che l’impianto va chiuso –
legga anche lui i dati ufficiali disponibili e disponga – finalmente – le necessarie misure di tutela chiedendo, nel contempo,
ragione dell’operato omissivo di chi avrebbe dovuto vigilare e controllare ma
non lo ha fatto?
[comunicato]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 21 febbraio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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