di Edoardo Bianchini
QUARRATA. Premessa-lampo. Da questa intervista è tagliato fuori il
candidato del Pd, Marco Mazzanti, non perché io sia brutto e cattivo (anche se
in parte lo sono, ma di per me e non per altri motivi), ma solo perché, pur
essendo stato contattato con la richiesta espressa di rispondere alla serie di
domande che segue, Mazzanti mi ha fatto avere non le risposte, ma un articolo ‘rimpastato’
della sua segreteria-stampa.
Ricontattato perché provvedesse a
rispondere «alla pari» con gli altri, mi ha
così scritto:
Gentile Edoardo, pensavo che il mio
intervento sarebbe stato esaustivo. Avevo scelto questa formula proprio per far
emergere in modo esauriente la mia riflessione sulla questione da lei
sollevata. Purtroppo il termine che mi pone non è conciliabile con gli impegni
amministrativi e personali che avevo assunto in precedenza.
Resto a disposizione qualora avesse
intenzione di affrontare il tema insieme, personalmente o per telefono.
Nel caso volesse sottopormi nuove
domande la pregherei di concedermi un po’ più di tempo perché, come sono certo
lei capirà, in questo periodo mi devo dividere tra moltissimi impegni.
Mi scuso ancora.
Marco Mazzanti
Ciò premesso, ora può partire l’intervista.
Le risposte seguono l’ordine alfabetico dei cognomi dei candidati: Flavio Berini, Pdl; Alessandro Cialdi,
Udc-Insieme per Quarrata; Marco Mazzanti, Pd; Giancarlo Noci, Lega.
* * *
Qualche giorno fa, il 22 febbraio, Il
Tirreno dedicava un intervento di Marta Quilici al rilancio del mobile.
Fra l’altro la Quilici scriveva questi
due capoversi:
1. In definitiva sono quattro le aree
tematiche su cui “Progetto Quarrata” investe: innovazione e capitale umano,
promozione e internazionalizzazione, infrastrutture e servizi, imprese e reti.
2. Il piano di rilancio del mobile,
inoltre, non intende trascurare il distretto “fratello” del tessile pratese di
cui anche Quarrata fa parte. «La crisi del mobile imbottito – si legge nella
delibera di giunta – è intervenuta in un tessuto già fragile, coinvolgendo a
cascata anche altre attività, artigiane e commerciali, e in un contesto sociale
e territoriale fortemente impregnato dalla presenza di un comparto produttivo
che per decenni ha segnato lo sviluppo della città».
Vi pregherei, come candidati-Sindaco, di rispondere alle domande che seguono.
1. È credibile e spendibile la
trionfale fiducia indicata nei confronti del tavolo che se non erro era
presieduto da Dalì? Quali risultati ha prodotto, finora, questa invenzione che
dovrebbe risalire al 2009 febbraio/marzo, data della disseminazione dei
volantini anonimi in centro a Quarrata?
Berini – Il tavolo di lavoro non mi sembra che abbia dato risultati se non quello di spendere soldi. Il
lavoro è stato male impostato sin dall’inizio. Sono partiti senza conoscere né
il malato né le cause del suo male. Di conseguenza i risultati non trovano
riscontro sul mercato.
Cialdi – Debbo fare una premessa; non conosco nel dettaglio questo
progetto, ne ho solo sentito parlare. I tavoli, essenzialmente, servono per
mangiare. Spesso fanno la stessa fine dei “protocolli d’intesa”; diventano
carta straccia in pochi mesi/anni. Spero di sbagliarmi, ma ho la sensazione che
servirà solo alle agenzie di viaggio.
Noci – Il tavolo presieduto da Giovanni Dalì non ha avuto la
volontà politica di risolvere i problemi della crisi sia del mobile che delle
altre filiere produttive di Quarrata, in primis la scarsità di convocazioni e
partecipazione intorno al tavolo.
2. In che chiave un Comune può
intervenire nei quattro settori indicati (innovazione e capitale umano,
promozione e internazionalizzazione, infrastrutture e servizi, imprese e reti)?
Intendo dire: con quali concreti mezzi, al di là della facile retorica?
Berini – Quelli indicati sono i driver dell’impresa moderna, senza
i quali essa non può stare sul mercato. Attualmente essere piccoli significa
non avere forza contrattuale, né capitali, né capacità di cambiamento e di ricerca.
Il Comune potrebbe favorire :
a) la creazione di un distretto del
mobile, e farne parte per disciplinarne l’attività
b) la creazione di una rete d’impresa. Tenuto
conto che l’unione fa la forza si potrebbe dar vita ad un “ Brand “, per
costruire mobili di qualità secondo un disciplinare preciso, e poi
internazionalizzarlo
c) la presenza di manager che insegnino
agli imprenditori il cambiamento necessario ed un più moderno management
d) la richiesta alle banche locali di
un plafond di credito per le aziende più meritevoli, che hanno dei progetti
validi ed alle star up che mostrano capacità di stare sul mercato e adeguato
management
e) la sistemazione della viabilità
interna e collegamenti con l’autostrada e
con nuovi bacini d’utenza
f) la presenza in città di ricettività
e polo espositivo adeguati.
Cialdi – Al di la della facile retorica, come dice lei, ritengo
che un (il nostro) Comune possa, e debba, intervenire solo nel settore delle
infrastrutture e servizi.
Per chiarezza, deve dotare la città di
zone industriali all’altezza, di collegamenti viari efficienti con autostrade,
ferrovie e quant’altro e, questione fondamentale, andare incontro alle aziende
eliminando le inutili burocrazie che impediscono loro di essere competitive in
un mercato che si modifica di ora in ora. Il resto è libertà di azienda.
Noci – La libertà imprenditoriale è
fondamentale e altresì è importante che il comune si faccia garante presso gli
istituti di credito perché venga garantita liquidità necessaria alle imprese. E
si devono promuovere marchi di qualità ai prodotti locali.
3. «Abitare l’arte» è
una creazione del Comune o di terzi? E il Comune quante possibilità ha di dare
vero impulso al settore valorizzando questo progetto dei prototipi?
Berini – conosco poco Abitare l’arte, ma sino a che si
continuerà a lavorare solo sul prodotto non si risolveranno i problemi delle
imprese. Questa forma di pensiero è
ormai superata.
Cialdi – È un progetto del Comune finanziato dai Piuss. Tra tutti
questi, peraltro, non è nemmeno, a mio avviso, il peggiore. Potrebbe avere
potenzialità, ma è necessario sveltire l’azione. Questo progetto ha preso
l’avvio il 1/8/2009 – quasi tre anni fa – e, come dicevo prima, in un mercato
che si modifica di ora in ora, tre anni sono un’enormità. E non siamo ancora a
nulla.
Noci – La risposta a questa domanda ricalca la seconda in
quanto, se le aziende non hanno liquidità non possono dar vita a nuovi
prototipi.
4. Con questa iniziativa annunciata,
non si rischia solo di far lavorare l’istituto d’Arte locale e pistoiese, ma
come con uno dei soliti concorsini fatti per le scuole e per distribuire diplomini
ai ragazzi? È questo, in concreto, il modo di rilanciare seriamente l’economia?
Berini – L’iniziativa è poco conosciuta. Come al solito penso che
si parta con il piede sbagliato. Non credo che sia questo il sistema per far
ripartire le imprese. Sempre disposto però a rivedere le mie idee e chiedere
scusa.
Cialdi – Se il riferimento è ad “Abitare l’arte”, questo può essere solo di aiuto, anche modesto, al
rilancio delle attività, in quanto propone una sinergia tra arte e aziende. Io
credo che il “sistema Quarrata” debba convertirsi alla qualità, rispetto alla
quantità, per cui avere designer di livello costantemente sul territorio è
indubbiamente un valore.
Noci – Nel nostro programma affrontiamo seriamente questo
problema. Non dobbiamo disperdere il patrimonio di esperienze acquisite, cioè
si deve affiancare ai giovani studenti dell’istituto d’arte “Petrocchi” persone
che hanno esperienze decennali di lavoro nelle filiere produttive di Quarrata,
così possiamo in modo concreto fare ripartire nuovi progetti per rilanciare i
nostri prodotti.
5. Stando a quanto dichiarato da
Gabriele Pratesi, al momento della presentazione delle candidature a Sindaco, è
ancora pensabile puntare sul legno e l’imbottito per Quarrata? O piuttosto non
è un’idea obsoleta il credere che l’area produttiva possa essere recuperata
e non superata attraverso una concreta e massiccia riconversione che
passa da altri strumenti?
Berini – Certo bisognerà pensare anche a delle riconversioni, ma in questo caso credo
fermamente che sarà necessario offrire grossi incentivi e richiamare
imprenditori da fuori.
Cialdi – Credo entrambe le cose. Penso ancora si possa recuperare
la parte migliore del “legno/imbottito” a condizione di convertirsi alla
qualità, come dicevo prima. Ma occorre anche attrarre sul nostro territorio
nuove aziende, anche e soprattutto, per l’Ente, utilizzando gli strumenti di
cui esso dispone, quali varianti urbanistiche, agevolazioni fiscali,
semplificazioni amministrative.
Noci – Anche a questa domanda ricalcano, quanto a risposte, la
quarta e la seconda: certamente alcune attività possono passare da una
riconversione delle loro produzioni, certamente gli imprenditori si devono
avvalere di professionisti di alto livello, cosa di cui Quarrata è carente.
6. E quali altri strumenti
potrebbero aiutare nella reale riconversione di Quarrata?
Berini – Solo offrire incentivi e convenienze particolari ai nuovi
imprenditori esterni; su piazza non mi risultano, magari con l’istituzione di
zone franche etc.
Cialdi – Bandi europei per ricercare nuove aziende e/o attività,
agevolazioni fiscali per chi decide di investire nel nostro territorio,
varianti urbanistiche per andare incontro alle esigenze delle aziende,
semplificazione amministrativa che permetta alle stesse di utilizzare il tempo
per lavorare o progettare il futuro e non a riempire inutili montagne di
documenti (che costano).
Noci – Anche questa domanda ricalca la quinta, comunque
l’amministrazione comunale deve seriamente istituire un ufficio che gestisca in
modo serio il distretto produttivo di Quarrata, proteggendo le imprese e
promuovendo eventi.
7. Infine: non le sembra un’idea
peregrina quella di fare di ogni erba un fascio legando e ‘promuovendo’
– ovviamente fra virgolette, due settori (il legno e il tessile) dei quali il
primo è moribondo e il secondo definitivamente stecchito dopo la concorrenza
indiano-cinese e dei Paesi africani della fascia mediterranea?
Berini – L’imbottito e la biancheria sono due prodotti maturi, ma
un brand affermato ed una produzione qualitativa può ancora trovare sbocco sul
mercato mondiale che è molto grande. Pensiamo ai paesi emergenti che fanno
parte del Brics [Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, n.d.r.].
Cialdi – Non conoscendo nel dettaglio la proposta (si tratta di
uno schema d’intesa) vorrei capirne di più, prima di dare una risposta
definitiva; ribadisco il concetto che prima di affossare completamente il
“mobile” proverei ancora il passaggio verso la qualità. A Quarrata abbiamo
aziende che non hanno sentito crisi, o quanto meno che stanno ben resistendo a
questa; sono tutte aziende che operano con prodotti di alta qualità.
Noci – Certamente la concorrenza indiano-cinese e dei paesi
africani, non sempre in modo legale, quindi una concorrenza sleale nei
confronti delle produzioni locali, ha messo in seria difficoltà e in crisi le
nostre imprese, quindi serve uno sforzo da parte delle istituzioni locali a
ripristinare le condizioni di legalità e concorrenza leale.
8. A quanto ammontano i fondi a
disposizione? E non crede, in definitiva, che anche questa ‘bufala’ sia solo un
modo come un altro per spendere – da parte della Provincia e del Comune – fondi
europei in un momento tragico delle nostre possibilità economiche?
Berini – Non conosco l’ammontare dei fondi, né mi sono preoccupato
di conoscerli. Quando il comune si deciderà a pubblicizzare la cosa sarò ben felice di
apprendere le ultime novità ed esprimere il mio parere.
Cialdi – Ho detto quali sono, a mio avviso, i settori d’intervento
nei quali è necessaria l’azione dell’Ente. Spendere soldi per questi “tavoli”
lo trovo sbagliato.
Noci – Le risorse a disposizione devono essere gestite
rispettando soprattutto i contribuenti, i soldi pubblici non devono subire
sprechi, in progetti che non portano benefici al nostro territorio e al
rilancio dell’economia quarratina.
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[Lunedì 27 febbraio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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