Su qualche muro di Roma, anch’io, con la bomboletta,
pensando di commettere un perdonabile reato, ma convinto di fare cosa giusta,
da ragazzo, ho pensato bene di imbrattare inscrivendo una semplice A in una
circonferenza. Non era un segno qualsiasi, ma la voglia, sterile e immatura, di
far sapere a tutti quanto fosse gradita quella libertà, l’anarchia.
Su quella A-cerchiata – non sulla mia, ma su quella che ha
fatto il giro del mondo – domani pomeriggio, a partire dalle ore 18, presso la
libreria Lo Spazio di via dell’Ospizio a Pistoia, verrà inaugurata una
mostra fotografica sulla storia veridica
ed esiti imprevisti di un simbolo, appunto, in collaborazione con la casa
editrice Eleuthera di Milano.
A spiegare quella simbologia, nata a metà del secolo scorso
per esigenze civico-rivoluzionarie, per venir poi divorata, con il tempo, dalle
convenzioni pubblicitarie e modaiole, ci sarà uno stuolo di dotti libertari,
Pina Caporaso, Roberto Carifi, Anna Maria Gori, Andrea Mati e Mauro Pompei,
cotitolare, quest’ultimo, del salone di cultura, ulteriormente ingentiliti
dalle musiche di Maurizio Geri, folksinger straordinario, anche un po’
anarchico, ad onor del vero, nel senso più nobile, ma tramontato, del termine.
l.s.
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[Venerdì 24 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]
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