PISTOIA. Inviandomi una richiesta di diritto di replica e il testo con
cui rimproverava a Berti di essersi fatto la propaganda di fine-mandato
utilizzando i servigi dell’ex-sindaco Bucci, Alessandro Capecchi, capogruppo
Pdl, così mi scrive:
Caro Bianchini,
tanto Le dovevo, in piena esclusiva! Ma
conto che pubblichi per intero…
A presto, se lo vorrà: (segue
cellulare, n.d.r.)
Alessandro Capecchi
Largo al diritto di replica…
Caro Bianchini,
non ho il piacere di conoscerLa né, per
formazione personale, ho mai ritenuto –
come pure altri legittimamente fanno – di sostenere con notizie e notiziole
blog più o meno artigianali che spesso finiscono per far parlare di sé solo
quando offendono.
Offendono l’intelligenza altrui
intendo, se non la propria, non certamente la morale (che già scarseggia) o
l’onorabilità delle persone (almeno fino a prova contraria).
Ebbene, partendo da questi presupposti
fino ad oggi non ho ritenuto opportuno intervenire – e sì che almeno altre volte ne ho avuto la tentazione, lo
confesso – sul suo seguitissimo blog, perché mi sembrava (e purtroppo
continua ad essere, almeno ai miei occhi) clamorosamente partigiano. Cioè di
parte.
E quindi, per definizione, non
credibile, come non lo è mai stato il TG4 del pur simpaticissimo Emilio Fede.
Ma questa volta voglio fare
un’eccezione, perché – nell’ampio solco della sua partigianeria – ha davvero
superato il segno (volutamente? Provocatoriamente?), meritando che io raccolga
il guanto della sfida che mi ha lanciato. La quale suona più o meno così: la
(sua) opposizione, caro Consigliere Capecchi, è troppo morbida e comunque si
occupa di cose piccole (le formiche) a dispetto di quelle enormi (gli elefanti).
Ma prendere a pretesto – uno fra un
milione, tutti documentabili se vuole – l’articolo (peraltro assai ridotto da
motivi di spazio, suppongo) sulla mostra che il buon Berti ci ha nuovamente
propinato con i soldi di tutti per sostenere cotanta tesi, mi offre il destro
(sa com’è, è un vizio che mi porto dietro da bambino quello d’esser destro... non
come altri che oggi lo sono provenendo da galassie lontane solo per mera
opportunità e/o visibilità, anche quella da internauti) per alcune riflessioni
che spero voglia pubblicare (oltre che commentare con la sua penna arguta, che
non sia troppo appuntita però…).
Per prima cosa, Lei che si vanta di
essere fonte vera ed autentica di notizie si è ben guardato dal chiedere al
sottoscritto l’originale dell’intervento – che mi pregio di allegarLe in copia,
affinché – sono sicuro! – potesse (e possa) pubblicarlo a beneficio del
giudizio – vero e genuino, e non indotto dalle sue considerazioni – dei suoi numerosi lettori.
Quindi, quel che salta agli occhi, è
che rispetto a tutte le mie uscite e quelle del gruppo del Pdl c’è sempre stata
una certa apatia, per non dire vera e propria esclusione; quasi che ci fosse
una sorta di pre-giudizio (e sì che non ci conosciamo ancora) sull’operato mio
e nostro. E questo, per uno che – come Lei – si
lamenta spesso della mancanza di vera libertà e di vera informazione non è cosa
da poco…
Lei dirà, ma io pubblico ciò che voglio
e come voglio! Benissimo, ma allora non fa che dimostrare – seppur da parte
presumibilmente opposta – di esser né più né meno come il potere che sostiene
di combattere… un elefante appunto, che ha molta memoria per i propri amici (o
presunti tali) e poca o punta per coloro che reputa non amici (o presunti
tali), anche se questi rappresentano (bene o male) migliaia di cittadini.
Infine, proprio in riferimento
all’esempio – un po’ rozzo, per uno che come Lei ne ha viste e scritte tante –
delle formiche e degli elefanti, mi consenta di obiettare; le prime infatti
sono tra gli animali più forti al mondo, invisibili come il potere delle
clientele, coese come il consenso che sta dietro al voto delle primarie, i
secondi sono talmente evidenti che risultano visibili a tutti, e tutti (anche,
per non dire soprattutto, i principianti) ci sparano contro sperando di
riportare a casa un fortunoso trofeo... o in mancanza un bel titolone o una
paginata in rete…
Cosa diversa è invece riportare a casa
i voti ed il consenso che ne è presupposto; e se vorrà parlare di voti e di
consenso – e se lo ritiene anche di scelte politiche e delle migliori strategie
in vista del voto – lo farò quando vorrà, anche di persona (sì che mi
piacerebbe che almeno mi conoscesse, prima di tranciare giudizi così sommari).
Un po’ come fanno le formiche, che ad
ogni passaggio si odorano e con questo lasciano traccia per coloro che
seguiranno..
Buon proseguimento, e attento che
qualche elefante non Le cada addosso!
Alessandro Capecchi
… e spazio al commento
Caro Capecchi,
grazie del suo lungo intervento. Che
però, rispetto al mio mini-post, mi pare un vero e proprio ‘elefante’ sprecato;
palesemente privo di capacità di sintesi, e pure un po’ confuso, visto che
prima lei si fa passare per formicuzza e poi, a un certo punto, si presenta
come elefante (ci sparano contro sperando di riportare a casa un fortunoso
trofeo...).
Io credo che lei dovrebbe decidersi su
cosa preferisce essere una volta per tutte.
Vede? Immaginavo perfettamente che lei
si sarebbe incazzato, perché… Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano.
Lo avevo perfino scritto nel mio mini-commento: quindi non sono poi così
stupido come lei, forse in maniera un po’ troppo spavalda, superficiale e supponente,
vorrebbe far capire attraverso il mirabile saggio della sua fluida prosa.
Quanto al fatto che io sia partigiano
solo perché non sono venuto a chiederle niente – per intendersi il suo
intervento contro Berti – ciò potrebbe essere vero solo nell’ottica in cui, dal
suo superiore punto di vista, ci dovesse essere l’obbligo codificato secondo
cui dinanzi ai politici ci si presenta come Renzo del Manzoni dinanzi ad
Azzeccagarbugli: con il cappello in mano e sugli attenti.
È sbagliato, caro Capecchi. Sbagliatissimo.
Questo blog – anche se artigianale
e, secondo il suo punto di vista, demeritevole o rozzo – è nato proprio per
interrompere la trafila odiosa e ingiusta del cappello in mano e della coda
fra le gambe a cui, finora, siete stati abituati: è l’ora che i politici siano
lì (e se non lo ha capito, cerchi di farlo più in fretta che può) per essere
come quelle figurine che scorrono sul nastro del tiro a segno, mentre la gente
della fiera si ferma al baraccone, prende la carabina e gli spara.
Metaforicamente, s’intende; perché è la gente che deve essere incazzata oggi: e
non i politici.
Come rappresentanti del popolo, tutti
quanti, e perciò anche lei, avete già fatto abbastanza fino a portarci al punto
in cui ci troviamo: e non certo per gli 8mila euro di Berti, che sono – per
usare un’espressione del grande De Sica – ’na cacatiell’ ’e
mosc come può esserlo un puntino su una
“i”.
La sua avversione/pre-giudizio per i
blog – di cui indegnamente io sono, purtroppo, un rappresentante come quel
poveraccio (ne prendo uno a caso) di Gad Lerner, che pure non è un mio idolo –
è indizio sufficiente di una scarsa capacità di intuire da che parte vada il
mondo oggi e, soprattutto, dove andrà domani. Il che non è poco per un politico
superiore come lei – che però, se non sbaglio, è su Facebook, ossia “l’isola dei
famosi” della ciaccia e del pettegolesimo.
Del resto non si può chiedere,
indistintamente a tutti, di capire il
mondo nelle sue trasformazioni: tantomeno a chi è così radicato, come lei dice,
nelle proprie immutabili idee e concezioni del mondo (sa com’è, è un vizio
che mi porto dietro da bambino quello d’esser destro... – è rimasto con il
Cavaliere per questo, senza seguire il suo Fini scismatico perché il Presidente
della Camera ha ‘tradito’ la destra mentre Silvio no?). E tuttavia a volte
bisogna maturare, per non rischiare di restare un Tamburo di latta, un
Oskar che non vuole assolutamente crescere per paura del mondo e della realtà.
Concludo.
Lei è libero di pensare quello che
vuole: e anch’io, se me lo permette.
A questa sua lettera roboante, che
entra con lo stesso clamoroso rumore del trombone dell’ultima fila quando ‘stecca’,
e che è, perciò, ben più percepibile del sottile pianto di un violino, la
risposta è semplice, ancorché partigiana o, se preferisce, ‘rozza’.
Nessuno mette in dubbio la sua
eccezionale bravura, la sua capacità politica, la sua efficacia nell’azione, la
sua superiorità e il suo dominio su tutto e su tutti.
E le prove le abbiamo sotto gli occhi:
dal successo da lei riportato nel ballottaggio con Berti, agli ultimi
brillantissimi risultati in seno al primo congresso del Pdl, ma anche al suo
scavalcamento (ma lei non era il primo dei non eletti alla Camera?) da parte di
Anna Maria Celesti, che pure di soddisfazioni ne aveva già avute più di lei, se
non altro per la sua carica di consigliera regionale.
Con solare evidenza – come si dice – la
sua è una brillante carriera politica.
In discesa.
Edoardo Bianchini
P.S. – Rispetto a quel suo A presto,
se lo vorrà, non ritengo affatto utile parlare con chi, sostanzialmente, ci
spregia.
Quanto al consiglio finale attento
che qualche elefante non Le cada addosso! nel caso che fosse un’amabile
minaccia, mi metto a ridere; altrimenti la invito a non preoccuparsene proprio:
dovessi mai morire, lei dovrebbe accendere un cero alla Madonna, perché avrebbe
un odioso blogger partigiano e rozzo in meno fra i piedi. E non cada, la
prego, lei, così raffinato, in cadute di stile così… banali!
Comunque grazie per aver letto questa
schifezza di blog, pur controvoglia.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 14 febbraio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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