martedì 14 febbraio 2012

ALESSANDRO CAPECCHI: E LA FORMICA-ELEFANTE RISPOSE


PISTOIA. Inviandomi una richiesta di diritto di replica e il testo con cui rimproverava a Berti di essersi fatto la propaganda di fine-mandato utilizzando i servigi dell’ex-sindaco Bucci, Alessandro Capecchi, capogruppo Pdl, così mi scrive:

Caro Bianchini,
tanto Le dovevo, in piena esclusiva! Ma conto che pubblichi per intero…
A presto, se lo vorrà: (segue cellulare, n.d.r.)
Alessandro Capecchi

Largo al diritto di replica…

Caro Bianchini,
non ho il piacere di conoscerLa né, per formazione personale,  ho mai ritenuto – come pure altri legittimamente fanno – di sostenere con notizie e notiziole blog più o meno artigianali che spesso finiscono per far parlare di sé solo quando offendono.
Offendono l’intelligenza altrui intendo, se non la propria, non certamente la morale (che già scarseggia) o l’onorabilità delle persone (almeno fino a prova contraria).
Ebbene, partendo da questi presupposti fino ad oggi non ho ritenuto opportuno intervenire – e sì che almeno altre volte ne ho avuto la tentazione, lo confesso – sul suo seguitissimo blog, perché mi sembrava (e purtroppo continua ad essere, almeno ai miei occhi) clamorosamente partigiano. Cioè di parte.
E quindi, per definizione, non credibile, come non lo è mai stato il TG4 del pur simpaticissimo Emilio Fede.
Ma questa volta voglio fare un’eccezione, perché – nell’ampio solco della sua partigianeria – ha davvero superato il segno (volutamente? Provocatoriamente?), meritando che io raccolga il guanto della sfida che mi ha lanciato. La quale suona più o meno così: la (sua) opposizione, caro Consigliere Capecchi, è troppo morbida e comunque si occupa di cose piccole (le formiche) a dispetto di quelle enormi (gli elefanti).
Ma prendere a pretesto – uno fra un milione, tutti documentabili se vuole – l’articolo (peraltro assai ridotto da motivi di spazio, suppongo) sulla mostra che il buon Berti ci ha nuovamente propinato con i soldi di tutti per sostenere cotanta tesi, mi offre il destro (sa com’è, è un vizio che mi porto dietro da bambino quello d’esser destro... non come altri che oggi lo sono provenendo da galassie lontane solo per mera opportunità e/o visibilità, anche quella da internauti) per alcune riflessioni che spero voglia pubblicare (oltre che commentare con la sua penna arguta, che non sia troppo appuntita però…).
Per prima cosa, Lei che si vanta di essere fonte vera ed autentica di notizie si è ben guardato dal chiedere al sottoscritto l’originale dell’intervento – che mi pregio di allegarLe in copia, affinché – sono sicuro! – potesse (e possa) pubblicarlo a beneficio del giudizio – vero e genuino, e non indotto dalle sue considerazioni – dei suoi numerosi lettori.
Quindi, quel che salta agli occhi, è che rispetto a tutte le mie uscite e quelle del gruppo del Pdl c’è sempre stata una certa apatia, per non dire vera e propria esclusione; quasi che ci fosse una sorta di pre-giudizio (e sì che non ci conosciamo ancora) sull’operato mio e nostro. E questo, per uno che – come Lei – si lamenta spesso della mancanza di vera libertà e di vera informazione non è cosa da poco…
Lei dirà, ma io pubblico ciò che voglio e come voglio! Benissimo, ma allora non fa che dimostrare – seppur da parte presumibilmente opposta – di esser né più né meno come il potere che sostiene di combattere… un elefante appunto, che ha molta memoria per i propri amici (o presunti tali) e poca o punta per coloro che reputa non amici (o presunti tali), anche se questi rappresentano (bene o male) migliaia di cittadini.
Infine, proprio in riferimento all’esempio – un po’ rozzo, per uno che come Lei ne ha viste e scritte tante – delle formiche e degli elefanti, mi consenta di obiettare; le prime infatti sono tra gli animali più forti al mondo, invisibili come il potere delle clientele, coese come il consenso che sta dietro al voto delle primarie, i secondi sono talmente evidenti che risultano visibili a tutti, e tutti (anche, per non dire soprattutto, i principianti) ci sparano contro sperando di riportare a casa un fortunoso trofeo... o in mancanza un bel titolone o una paginata in rete…
Cosa diversa è invece riportare a casa i voti ed il consenso che ne è presupposto; e se vorrà parlare di voti e di consenso – e se lo ritiene anche di scelte politiche e delle migliori strategie in vista del voto – lo farò quando vorrà, anche di persona (sì che mi piacerebbe che almeno mi conoscesse, prima di tranciare giudizi così sommari).
Un po’ come fanno le formiche, che ad ogni passaggio si odorano e con questo lasciano traccia per coloro che seguiranno..
Buon proseguimento, e attento che qualche elefante non Le cada addosso!
Alessandro Capecchi
… e spazio al commento

Caro Capecchi,
grazie del suo lungo intervento. Che però, rispetto al mio mini-post, mi pare un vero e proprio ‘elefante’ sprecato; palesemente privo di capacità di sintesi, e pure un po’ confuso, visto che prima lei si fa passare per formicuzza e poi, a un certo punto, si presenta come elefante (ci sparano contro sperando di riportare a casa un fortunoso trofeo...).
Io credo che lei dovrebbe decidersi su cosa preferisce essere una volta per tutte.
Vede? Immaginavo perfettamente che lei si sarebbe incazzato, perché… Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano. Lo avevo perfino scritto nel mio mini-commento: quindi non sono poi così stupido come lei, forse in maniera un po’ troppo spavalda, superficiale e supponente, vorrebbe far capire attraverso il mirabile saggio della sua fluida prosa.
Quanto al fatto che io sia partigiano solo perché non sono venuto a chiederle niente – per intendersi il suo intervento contro Berti – ciò potrebbe essere vero solo nell’ottica in cui, dal suo superiore punto di vista, ci dovesse essere l’obbligo codificato secondo cui dinanzi ai politici ci si presenta come Renzo del Manzoni dinanzi ad Azzeccagarbugli: con il cappello in mano e sugli attenti.
È sbagliato, caro Capecchi. Sbagliatissimo.
Questo blog – anche se artigianale e, secondo il suo punto di vista, demeritevole o rozzo – è nato proprio per interrompere la trafila odiosa e ingiusta del cappello in mano e della coda fra le gambe a cui, finora, siete stati abituati: è l’ora che i politici siano lì (e se non lo ha capito, cerchi di farlo più in fretta che può) per essere come quelle figurine che scorrono sul nastro del tiro a segno, mentre la gente della fiera si ferma al baraccone, prende la carabina e gli spara. Metaforicamente, s’intende; perché è la gente che deve essere incazzata oggi: e non i politici.
Come rappresentanti del popolo, tutti quanti, e perciò anche lei, avete già fatto abbastanza fino a portarci al punto in cui ci troviamo: e non certo per gli 8mila euro di Berti, che sono – per usare un’espressione del grande De Sica – na cacatiell’ e mosc come può esserlo un puntino su una “i”.
La sua avversione/pre-giudizio per i blog – di cui indegnamente io sono, purtroppo, un rappresentante come quel poveraccio (ne prendo uno a caso) di Gad Lerner, che pure non è un mio idolo – è indizio sufficiente di una scarsa capacità di intuire da che parte vada il mondo oggi e, soprattutto, dove andrà domani. Il che non è poco per un politico superiore come lei – che però, se non sbaglio, è su Facebook, ossia “l’isola dei famosi” della ciaccia e del pettegolesimo.
Del resto non si può chiedere, indistintamente a  tutti, di capire il mondo nelle sue trasformazioni: tantomeno a chi è così radicato, come lei dice, nelle proprie immutabili idee e concezioni del mondo (sa com’è, è un vizio che mi porto dietro da bambino quello d’esser destro... – è rimasto con il Cavaliere per questo, senza seguire il suo Fini scismatico perché il Presidente della Camera ha ‘tradito’ la destra mentre Silvio no?). E tuttavia a volte bisogna maturare, per non rischiare di restare un Tamburo di latta, un Oskar che non vuole assolutamente crescere per paura del mondo e della realtà.
Concludo.
Lei è libero di pensare quello che vuole: e anch’io, se me lo permette.
A questa sua lettera roboante, che entra con lo stesso clamoroso rumore del trombone dell’ultima fila quando ‘stecca’, e che è, perciò, ben più percepibile del sottile pianto di un violino, la risposta è semplice, ancorché partigiana o, se preferisce, ‘rozza’.
Nessuno mette in dubbio la sua eccezionale bravura, la sua capacità politica, la sua efficacia nell’azione, la sua superiorità e il suo dominio su tutto e su tutti.
E le prove le abbiamo sotto gli occhi: dal successo da lei riportato nel ballottaggio con Berti, agli ultimi brillantissimi risultati in seno al primo congresso del Pdl, ma anche al suo scavalcamento (ma lei non era il primo dei non eletti alla Camera?) da parte di Anna Maria Celesti, che pure di soddisfazioni ne aveva già avute più di lei, se non altro per la sua carica di consigliera regionale.
Con solare evidenza – come si dice – la sua è una brillante carriera politica.
In discesa.
Edoardo Bianchini
P.S. – Rispetto a quel suo A presto, se lo vorrà, non ritengo affatto utile parlare con chi, sostanzialmente, ci spregia.
Quanto al consiglio finale attento che qualche elefante non Le cada addosso! nel caso che fosse un’amabile minaccia, mi metto a ridere; altrimenti la invito a non preoccuparsene proprio: dovessi mai morire, lei dovrebbe accendere un cero alla Madonna, perché avrebbe un odioso blogger partigiano e rozzo in meno fra i piedi. E non cada, la prego, lei, così raffinato, in cadute di stile così… banali!
Comunque grazie per aver letto questa schifezza di blog, pur controvoglia.

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[Martedì 14 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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