di Luigi
Scardigli
Milan-Juventus, una delle sfide più prestigiose del
campionato di calcio di massima serie da quando è nato il gioco del pallone,
sabato sera, in uno dei tanti anticipi del nuovo fronte del football, è finito
1-1.
E visto che sono proprio loro, le due compagini in
questione, a contendersi, fino alla fine, facile presupporre, la vittoria assoluta,
che equivale allo scudetto, l’equa distribuzione della posta relativa allo
scontro diretto non muta di una virgola le aspettative di entrambe, soprattutto
in relazione al fatto che oltre loro non si intravede, al momento, un terzo
incomodo capace di approfittarne.
Avevo detto che su questo Blog, sport, ma soprattutto
calcio, sarebbero stai banditi. E così sarà, ma voglio parlarvi della partita
di sabato per quel che è successo – in campo, eh, non furie demenziali sugli
spalti – e che si sarebbe potuto tranquillamente evitare.
Mi riferisco a quell’imperdonabile black out nel quale è
incappato uno dei due guardialinee della gara, quello che non ha visto che il
pallone sospinto in rete dalla testa di Muntari, giocatore del Milan, aveva di
gran lunga superato la linea bianca quando Buffon, portiere della Juventus, lo
ho ricacciato lontano. A quel punto del match, il Milan era già in vantaggio,
1-0 e il raddoppio avrebbe potuto anche uccidere la gara, consegnando ai
rossoneri la vittoria e un’ipotetica ipoteca morale sull’andamento di quel che
resta della stagione.
Tralascio i commenti del gol ingiustamente annullato a Matri
(Juventus), nel secondo tempo e non certo perché l’episodio sia stato più o
meno grave di quello occorso all’avversario.
Un prologo lunghissimo per sottolineare l’indispensabile
banale ovvietà dell’ausilio della moviola in campo, un semplicissimo
marchingegno elettronico che consente, in tempo praticamente reale, di
stabilire l’insindacabilità di un giudizio: palla dentro/palla fuori;
fuorigioco sì/fuorigioco no e così via.
Se venisse adottato, come succede da molti anni nel tennis,
ad esempio, l’esito delle gare sarà decisamente meno esposto a dubbi e
perplessità, non fomenterebbe il dubbio delle combine – così care a questo
nostro belpaese – e soprattutto, finita la partita, i supporters della
compagine vincente esulterebbero e quelli avversari rincaserebbero con la
famosa coda tra le gambe, mesti e affranti.
Ma c’è di più – ed è questo forse il nodo scorsoio che la
Federazione non ha alcun interesse a sciogliere –:
con la moviola in campo, le chiacchiere, le infinite chiacchiere, quelle che
trasudano se e ma, decadrebbero automaticamente e una partita durerebbe giusto lo
spazio che intercorre tra il fischio d’inizio e quello triplice che decreta la
fine: un’ora e mezzo, 90 minuti nei quali, come andando a vedere un buon o
pessimo film, i tifosi, che verrebbero automaticamente declassati a spettatori,
assistono ad uno spettacolo: una partita bellissima, un buon incontro, o un
match pessimo, proprio come un film, un concerto, uno spettacolo teatrale, una
mostra fotografica, un reading di poesie, una cena in una trattoria.
No, il calcio, questo calcio, questo calcio in questo Paese,
ha ben altri valori, fini ben diversi da quelli che soggiornano abitualmente
nello sport: in questo calcio non vince il migliore; in questo calcio, l’importante
è vincere e non partecipare; questo calcio sorride ai clubs ricchi, che possono
comprare e assicurarsi i più forti; questo calcio deve soprattutto essere
ingiusto, platealmente ingiusto, in modo che fino alla gara successiva, il
popolo che lo segue e che lo delega, come alfiere delle proprie frustrazioni,
possa maledire Tizio o Caio, l’arbitro o il guardialinee, se i suoi beniamini,
pagati oro quanto pesano, non sono riusciti a vendicare una settimana trascorsa
ad essere delle nullità.
Fino a quando non mancheranno cibo e divertimenti, panem et circenses, l’imperatore di
turno potrà fare i suoi porci comodi.
E lasciamo in pace, il calcio! Lasciamogli fare quello che
vuole… Almeno lì!
Per le moviole e i marchingegni elettronici, non bastano,
forse, tutti gli autovelox e i t-red di tutti i vigili urbani e le
amministrazioni più o meno democratiche di questo Paese…?
e.b.
blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 27 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.