mercoledì 15 febbraio 2012

IL TEMPO DELL’ILLEGALITÀ E IL «TEATRO CIVILE» DI TURONE


di Luigi Scardigli

Ha smesso di condurre inchieste, ma non di combattere. Ed è per questo che stasera (ore 21:15), presso il Teatro Nazionale di Quarrata, l’ex magistrato Giuliano Turone proverà a raccontarci la bellezza della Costituzione italiana intrecciando commi e articoli con un cantore d’eccezione, Dante Alighieri e la sua opera oggettivamente Divina, la Commedia.
Si chiama La diritta via, lo spettacolo ideato e condotto dall’ex magistrato che ha avuto il merito di squarciare il velo su mafia, collusioni e P2, prodotto da Armamaxa Teatro, progettato e coordinato da Enrico Messina e favoleggiato in musica da Mirko Lodedo.
Che non è proprio uno spettacolo, ma che lo è diventato per insopprimibili esigenze divulgative, un’incessante e inesaurita richiesta di normalità, seppur le stagioni cruente e buie, quelle che videro Turone e altri partigiani della legalità in trincea, la storia, ci dice, essere ormai alle spalle. Ci sono, oggi, nuovi rischi e altre infiltrazioni e la guardia, giammai, non può certo abbassarsi, proprio ora che la diritta via sembra davvero essersi smarrita.
«Una lezione sulla Costituzione oggi – racconta l’ex magistrato attraverso un comunicato stampa –, nonostante le minacce che arrivano subdole a minarne la fragranza e la giustezza, sarebbe seguita da uno stuolo di dottori e addetti ai lavori e non produrrebbe sinceramente nulla di concreto. Ho deciso di favoleggiare sulla Costituzione, intersecandola con un altro manoscritto fondamentale per la gente italica, la Divina Commedia di Dante, perché credo che solo così si possa riuscire a coinvolgere le generazioni meno anziane e soprattutto si possa provare a riconsegnar loro la bussola del domani. Stiamo attraversando un momento profondamente delicato e pericoloso, forse ancor più subdolo delle stagioni che mi hanno visto combattere in prima linea contro il tentativo destabilizzante di mafie e logge; bene, credo che la cultura, intrisa di legalità, possa davvero molto».
Si chiama teatro civile, ma potete chiamarlo come meglio desiderate; il risultato non cambia, la gente sì, speriamo.

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[Mercoledì 15 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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