domenica 12 febbraio 2012

UFFICI DEL COMUNE. TROPPI PROGETTI E TROPPE FANTASIE


QUARRATA. Sono tutti d’accordo nel dire che gli uffici sono troppi. E intervengono tutti per annunciare che, se saranno sindaci, provvederanno a una economica riduzione della spesa.
Perdono tutti, tranne il vicesindaco Mazzanti: che non ha niente di meglio da dire che, viste le riduzioni delle entrate statali, bisognerà provvedere ai tagli.

Questa è un’ammissione di colpa chiara ed esplicita: perché la buona amministrazione – e Berini che è stato dirigente di banca ce lo insegna – pretende che la razionalizzazione della spesa debba esserci comunque, e principalmente in tempi favorevoli, in previsione dei tempi disgraziati.
In realtà – e vorrei richiamare l’attenzione di tutti i quarratini – il discorso di Mazzanti è puramente casuale, alla fine.
Passate le elezioni, tutto resterà com’è, dato che, fra pinchi e pallini, si comincerebbe a perdere tempo fino ad arrivare (il sindaco uscente ce l’ha fatto vedere: non ha fatto niente di quello che aveva prospettato e promesso – pensate alla tangenziale o alla piscina) a fine mandato.
Spreconi, dunque, i Pd e bastonate, perciò, sulle mani a Mazzanti, che doveva pensarci prima e non aspettare fino ad ora per parlare: il che non depone a suo favore nella veste di buon amministratore della cosa pubblica di tutti i quarratini (capito, Mazzanti? Tutti e non una parte).
Fantasiosi o attendisti o prudenti gli altri partiti che intervengono.
Pensare, poi, con Berini, di rifare il comune è – direi – avveniristico e fuor di luogo: anche se, lo dico e lo sostengo, sarebbe davvero la cosa migliore.
Ma non sono più i tempi, questi.
I tempi giusti sarebbero stati gli anni 70, quando fu ristrutturato il comune nuovo (quello brutto che tutti hanno sotto gli occhi in piazza della Vittoria) e io, nella mia povera follia, suggerii a chi governava, di rifarlo, il Comune, tutto intero e tutto lì, dov’era, espropriando – cosa che avvenne dopo e in altre circostanze, ma con fini diversi e, a mio giudizio, sbagliati – il cinema all’aperto del Michelozzi. Proposta, la mia, che fece letteralmente incazzare e imbestialire Luciano – un particolare, questo, tanto per essere polemici, che nessuno dei signori che hanno ricordato recentemente il Michelozzi cinefotoreporter al Polo Tecnologico, poteva sapere, in quanto stranieri piovuti a caso o tardivi abitanti di Quarrata, e perciò senza memoria storica dei luoghi, dei fatti e delle persone.
Oggi le cose sono talmente cambiate che comunque la si prenda, la questione sarà e resterà sempre una bella gatta da pelare.
Anche grazie, appunto, a vent’anni di oculata amministrazione Pd.
e.b. blogger
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[Domenica 12 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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