Il Pd e i suoi laceranti
problemi di potere
PISTOIA. Questo è il testo che Roberto Bartoli ha
pubblicamente inviato a Bruni, per iniziare ad affrontare il tema della
formazione della lista in vista delle elezioni di maggio.
Caro
Paolo,
le
date delle elezioni amministrative sono state fissate nei giorni 6 e 7 maggio
2012 e nei primi giorni di aprile dovrà essere depositata la lista del PD per l’elezione
del Consiglio comunale. Tuttavia nel Partito non c’è ancora stata l’occasione
di un confronto aperto e ufficiale in ordine ai criteri di composizione di tale
lista.
Con
la presente lettera, è mia intenzione formularTi alcune domande al fine di
conoscere il Tuo pensiero su alcune questioni di primaria importanza.
1)
Anzitutto, desidero sapere se condividi l’idea di non candidare i consiglieri
che hanno già fatto due mandati. Si tratta di una consuetudine che trovo molto
giusta, soprattutto nell’ottica di consentire un costante ricambio finalizzato
a far compiere esperienze a persone che iniziano la propria formazione di
classe dirigente.
2)
In secondo luogo, vorrei conoscere il tuo pensiero in ordine alla candidabilità
di chi ha fatto un solo mandato. Rispetto a tale questione esistono due
possibilità: optare per la ricandidatura automatica; oppure entrare nel merito
dell’attività compiuta da ogni singolo Consigliere al fine di decidere se
ricandidarlo o meno. Io sono per la seconda opzione, nella consapevolezza però
che i criteri e i percorsi di valutazione devono essere chiari e non
strumentali. Faccio un esempio. In questi giorni è girata la voce che tra i
criteri adottabili vi possa essere quello della affidabilità o responsabilità.
Si tratta di un criterio molto ambiguo, che è più opportuno accantonare. Ed
infatti, se affidabile è il consigliere c.d. paletta, che magari non è mai
intervenuto in Consiglio comunale, non ha mai formulato una proposta, ma ha
votato asetticamente tutto; mentre inaffidabile è il Consigliere che magari è
intervenuto in consiglio ed ha formulato proposte, ma poi ha manifestato alcune
posizioni diverse su alcuni temi, penso che si stia adottando un criterio di
affidabilità poco chiaro e del tutto strumentale, se non addirittura disfunzionale
o pericoloso. Anche perché non posso dimenticare che pure il nostro attuale
candidato a Sindaco in precedenti mandati, addirittura come Capogruppo, ha
votato contro un provvedimento in materia urbanistica. Ritengo quindi più
opportuno escludere come criterio la responsabilità e stare invece al merito
dell’attività svolta: presenza nelle commissioni, interventi in Consiglio e
nelle Commissioni, proposte etc.
3)
In terzo luogo, vorrei sapere se per la scelta dei nuovi candidati condividi:
1.
i criteri della competenza e del territorio, dovendosi valutare rispetto a
quest’ultimo anche il numero dei suoi iscritti e dell’attività che esso compie.
2.
l’idea di candidare anche persone non iscritte al Partito Democratico, al fine
di aprire il più possibile il partito di modo da continuare ad agire nello
stesso spirito delle primarie
3.
l’idea di candidare 16 uomini e 16 donne.
Infine,
vorrei sapere se e quale spazio intendi riconoscere alle due realtà politiche
che hanno sostenuto la mia candidatura e quella di Cecilia Turco. Tengo a
precisare che non si tratta di chiedere posti (nessuna cooptazione: né ora, né
mai), ma soltanto uno spazio legittimo che, passando attraverso il confronto
con l’elettorato, è necessario per fare politica nelle istituzioni ed è
indispensabile per rappresentare in Consiglio comunale non solo gli iscritti
del Partito Democratico che pluralisticamente hanno partecipato alle primarie,
ma soprattutto i cittadini che hanno votato quei candidati e i loro progetti.
In questa prospettiva penso che non esista criterio migliore di quello basato
sulle percentuali, trattandosi dell’unico criterio oggettivo democraticamente
fondato.
In
attesa della Tua risposta, Ti porgo un caro saluto.
Roberto Bartoli
Merita
soffermarsi sui temi affrontati da Bartoli. E lo facciamo a volo radente, di
corsa: se mai potremo tornarci sopra.
Il
Pd di Pistoia ha – con solare evidenza – un grosso problema; anzi un
grossissimo problema. Ed è la sua stessa credibilità sul terreno – scabroso o
scivoloso sceglietelo voi – della continuità e/o della discontinuità.
È
un problema legato all’essere stesso quel partito che è e quel
partito di chi è: dei nuovi e dei vecchi, dei Bartoli e bartoliani e degli
altri ancora incatenati alla cordata ortodossa (di sempre) scarpetto-chitiana.
La
partita si gioca tutta qui. E vi si inserisce, anche – sempre con solare
evidenza – il candidato vincitore anche con i voti del seggio 11 di Ponte alle
Tavole: quel Bertinelli hyperdemocratic and new age che non osa
rispondere, che fa finta di non vedere, di non sentire e di non saper parlare,
mentre tutti sappiamo bene – e ce l’ha insegnato l’avvocato Ballotti – che lui «parla come srotolando la carta Regina».
Il
disagio di Roberto Bartoli, percepibile in ogni parola rivolta a Paolo Bruni –
tanto ormai non siamo più baNbini, come direbbe il Vernacoliere, e
nessuno può prenderci in giro –, è il termometro della lotta sorda di potere
che si sta consumando in questi giorni nel Pd di Pistoia: partito in cui (ma è
anche logico) “tutto è solo e unicamente potere”.
È
potere con Mazzieri che fa votare il suo «lodo», che peraltro ha votato anche
Bartoli con Mazzotta e altri; è potere con il silenzio di Bertinelli che fa la
sfinge; è potere con la domanda di Bartoli sul peso che possono avere i
risultati elettorali suoi (28%) e di Cecilia Turco (16%). È potere puro e
basta. E non potrebbe essere diversamente, altrimenti non saremmo in un
partito.
Se
poi questo partito, pur avendo una bella chioma nuova, come un bell’acero di
recente crescita, ha, sotto terra, delle lunghe radici che affondano nella mai
dimenticata “teoria e tecnica del soviet” (e tagliare certi cordoni ombelicali è
da credere che sia davvero difficile…), allora si capisce bene, ancora una
volta, che Pistoia è messa male in questa lotta fra – passatemi la bestemmia – guardia
rossa e guardia bianca.
Buon
lavoro al Consiglio Comunale per la 4 giorni forzata del Regolamento
Urbanistico, che comincia tra poche ore.
e.b. blogger
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[Lunedì
27 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]
la spinta al rinnovamento che si era ritrovata intorno alla figura di Roberto Bartoli è ormai esurita. L'errore mortale che si sta facendo è considerare quei 3500 voti, come voti di gente che vuole rinnovare il PD, invece per almeno l'80 per cento, rappresentano il voto di persone che vuole chiudere con il PD. Sono voti di persone contro il PD e contro la sua asfissiante politica di sessantacinquennale continuità. Il goichetto di chiedere posti all'interno del PD facendosi forte di voti raccolti contro il PD medesimo, non può riuscire e inoltre tradisce e delude l'elettore che difficilmente potrà continuare a seguire chi tenta di fargli lo sgambetto.
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