di Luigi
Scardigli
C’è già stato svariate volte, al Festival; non è più
giovanissimo (il 16 settembre compirà 87 anni, non è uno scherzo) e,
probabilmente, si esibirà seduto, come fece l’ultima volta che partecipò al Blues’In,
più di un lustro fa. Ma se sentissi, soltanto uno, lagnarsi, perché alla
prossima edizione del Festival di Pistoia, in programma il 13, 14 e 15 luglio
prossimi – una piacevolissima coincidenza, tra l’altro: la prima edizione, nel
1980, si consumò negli stessi tre giorni – ci sarà ancora lei, Lucille,la Gibson ES-355 Custom di Itta
Bena, mi sentirò in dovere di denunciarlo.
B.B. King non è semplicemente uno dei migliori chitarristi
di sempre, né il sesto tra i magnifici cento nella classifica, attendibile,
seppur discutibile, della rivista Rolling
Stone: Riley B. King, B.B. King, ai due secoli e all’eternità, è
semplicemente una leggenda vivente del blues, contraddistinta tra l’altro da
una longevità che lascia trasecolati. Ma non solo per il romanticismo della sua
infanzia, trascorsa nei campi a raccogliere cotone a 35 centesimi di dollaro
ogni 100 libbre (45 chilogrammi), né perché come molti dei suoi colleghi e
colleghe, le ossa, le prime, se le sia fatte a cantar gospel nelle
chiese sconsacrate e ghettizzate per quelli di colore.
Ma nemmeno perché, non ancora diciottenne, si trasferì nelle
patrie ad origine controllata del blues, a Indianola prima, nel Mississipi e a
Memphis, tre anni dopo, nel Tennessee e nemmeno perché la sua musica detti
legge ovunque si mastichi blues da oltre cinquant’anni.
Non ci si può permettere il lusso di non ringraziare il buon
cielo, se B.B. King a luglio sarà ancora in piazza del Duomo, a trasformare un
Festival tanto importante in un evento planetario, perché è sufficiente che
imbracci la sua sei corde per capire cosa succederà un attimo dopo: un suono
inconfondibile, elegantissimo, assoli devastanti con i quali tutti i musicisti
nati a partire dal 17 settembre del 1925, ossia il giorno dopo la sua nascita,
hanno dovuto per forza di cose fare i conti, confrontarsi, ascoltare, imparare
e provare a riprodurre.
Un groove, il suo, che non ha rivali sulla faccia della
terra; una voce semplicemente lancinante, un sound incredibile, un’emotività
che supera di gran lunga l’umana sopportazione e comprensione. Accorrete,
anziani amanti del blues, la sera di B.B. King, al Festival di Pistoia; e voi,
chitarristi di tutto il mondo che vi siete lasciati ammaliare dal suo suono,
non perdetevi questa ennesima lezione di musica; anche voi intellettuali,
massaie deluse, ragionieri in pensione, scommettitori incalliti, tabagisti
incrollabili, guardie e ladri, evasori fiscali, cubiste, calciatori, adorabili
pasticceri, camionisti e con voi i vostri figli: a luglio, a Pistoia, in piazza
del Duomo, suonerà, ancora una volta, B.B. King.
Non mancate, perché poter dire, quando calerà il sipario, io c’ero, è qualcosa che non si può
spiegare, figuriamoci scrivere!
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[Sabato 25 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]
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