sabato 25 febbraio 2012

L’ITALIA DELL’ETICA DEL GIOCO


E poi si parla di mancanza
di ideali e di moralità

Sapete benissimo che non sono confessionalmente legato a Bagnasco, alla Cei e alla Chiesa.
Sapete benissimo che sono un laico.
Ma quando è giusto, è giusto.
Il Cardinale Bagnasco ha ragione. Solo che calca troppo poco la mano su quelle che sono le colpe dello Stato. Lo Stato educatore che dà lezione al popolo con i blitz a Cortina e nei negozi per lo scontrino fiscale.

È quello stesso Stato che vende le sigarette ma le vieta, anzi no: le fa pagare 40-50 volte il loro costo, perché non è il caso di rinunciare a una sontuosa raccolta fondi che gioca sul vizio o sulla debolezza del povero tabagista incontinente.
Non mi importa un tubo di Mario Monti e della sua – come ha detto in questi giorni – ‘bravura nel fare quattrini’ perché lui è un tecnico del soldo: secondo me, con tutti gli incarichi che ha e dai quali riceve fiumi di soldi, SuperMario non ha neppure il tempo di lavorare, per cui, forse, gli andrebbe tolto almeno lo stipendio da Prof. universitario e/o se mai altra (fin troppa) roba.
Non mi importa un tubo della bravura dell’Agenzia delle entrate e della solerzia della Finanza nel rastrellare quattrini svolgendo il ruolo del Robin Hood salvatore della gente.
È una vergogna che si faccia pubblicità al gioco, che è un vizio.
Ed è un’indecenza che si prenda in giro la povera umanità di oggi, sottoacculturata e cerebrodepressa da una crisi che ammazza tutti e che lascia solo il sogno ebete di svegliarsi, una mattina, in un castello di pietre preziose e di fate.

Fate, sì. Ma Fate-schifo, con certa pubblicità…
e.b. blogger
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[Sabato 25 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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