Le polemiche sulla scelta della Rosati
SERRAVALLE. Ne abbiamo parlato anche noi due giorni fa (vedi). E
avevamo detto che questa decisione del Pdl avrebbe fatto discutere.
Stamattina scopriamo che fa discutere
sui due versanti: su quello della destra e – ancor più – su quello del Pd.
Leggetevi la presa di posizione,
piuttosto dura, del Pd contro la Rosati, e vi renderete conto che nel Partito
Democratico si accetta la democrazia unica di chi sa mantenersi ortodosso e
ligio: è consentito cambiare opinione solo ai capi; sono loro gli unici
deputati a far cambiare indirizzo al partito. Gli altri sono semplicemente dei ‘traditori
nemici del popolo’.
Così il Pd spara addosso alla sua transfuga
– perché di fatto, anche se lo nega, la Rosati è tale: anche se ha il diritto
di cambiare come crede e quando vuole – e si arroga il diritto assoluto (i
comunisti non ci sono più? Guardate bene quest’esempio…) di affermare che
Serravalle non ha bisogno di sindaci imprenditori.
Come faccia a dirlo, lo sa solo lui, il
Pd ortodosso, lealista e neo-sovietico.
Quindi: nerbate al Pd che denigra i
suoi ex-compagni che hanno saltato il fosso.
Ma qualche scudisciata deve andare anche
alla signora Rosati perché, se leggete con attenzione le sue dichiarazioni sul Tirreno,
vi rendete conto che c’è qualcosa che non va, che ci sono delle contraddizioni.
Da una parte la Rosati dice che se ne
andò dal circolo di Masotti perché la sua azienda non le dava troppo spazio né
tempo per seguire la vita e le attività per cui era scesa in campo; mentre dall’altra
afferma che il motivo della sua uscita dalla circolazione dipese dal fatto che
all’interno del Pd non c’era sufficiente libertà di movimento e quindi di
democrazia.
Forse sarebbe stato meglio riconoscere,
in assoluta chiarezza e fin da sùbito, che la sua adesione al Pd (pur senza
tessera) fu un errore, piuttosto che sostenere che il suo era semplicemente
impegno sociale e basta: perciò non politico.
Ma il suo è un arrampicarsi sugli
specchi: le parole non ci convincono. Sanno di maldestra e goffa giustificazione
e oltretutto scarsamente argomentabile e quindi poco sostenibile. Sarebbe stato
meglio, a nostro giudizio, che la Rosati avesse parlato chiaro e detto fuori
dei denti che, schifata dal Pd, ha deciso di passare al marciapiede opposto.
Fermo restando che il Pd – e in
particolare quello di Serravalle – è ancora tutto be colorato di… Livorno 1921.
e.b. blogger
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[Martedì 21 febbraio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
Quanta polemica contro Patrizia, coperta di bugie e addirittura di insulti da parte di vigliacchi che si nascondono dietro l'anonimato del web. Ribadiamo: Patrizia non è mai stata iscritta al PD, ci smentiscano con le prove se le hanno. Ha sentito la necessità di occuparsi del territorio e, da persona estranea alla politica, ha passato un po' di tempo nel circolo PD di Masotti. Ben presto ha capito che la sinistra non ha mai fatto e non è in grado di fare nulla di buono per il comune, e se n'è andata. Il PD di Serravalle non valorizza le novità o le migliorie, fermo com'è su antichi equilibri e su posizioni da primi del '900. Per conferme, pensate a come è stato designato il loro candidato, e a come fu designato l'attuale sindaco: il vice sindaco diventa il candidato, una volta della zona di Serravalle e l'altra di quella di Casalguidi. Da sempre, senza eccezioni. Insomma, per Patrizia nessun cambio di casacca: ha esplorato una parte politica per poi capire che non era la sua. E come non comprenderla.
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