venerdì 10 febbraio 2012

IL PD, FASSINA E L’ARTICOLO 18. UNA RIFLESSIONE ANCHE PER LA BREDA


Leggo stamattina sulla Nazione queste interessanti ma già profetizzate parole:

Il confronto sul mercato del lavoro entra nella fase stringente e il Pd lancia una proposta di mediazione sull’articolo 18 per facilitare l’intesa. A farlo non è un esponente dell’area liberal, ma Stefano Fassina, responsabile economico del partito, considerato vicino all’ala sinistra. La novità sta nel fatto che, proprio mentre il leader della Cgil Susanna Camusso dice «la proposta della Cisl non ci piace», Fassina traccia un percorso simile a quello disegnato da Raffaele Bonanni.
Il numero uno di via Po vuole «sfilare» dall’articolo 18 i licenziamenti per motivi economici, anche individuali, per riportarli nell’alveo dalla legge 223 del ’91, che non prevede il reintegro nel posto di lavoro, ma un risarcimento sotto forma di indennità di mobilità per un biennio.

Torno alla mia riga iniziale e rileggo sulla Nazione «queste interessanti ma già profetizzate parole».
Profetizzate da me e da mesi: da quando Monti è salito al Colle e ha detto sì all’Uomo di Budapest.
Ho sempre sospettato – e se andate a rileggervi quello che ho scritto, lo vedrete e dovrete dire di sì – che comunque il Pd era tutta-recita, che comunque, alla fine, a prevalere sarebbero state le logiche del profitto: perché i comunisti, da quando hanno scoperto il liberal, sono tutti impazziti e senza remissione, facendo anche vedere che – sì, insomma – l’unica cosa che interessava a loro erano i maledetti quattrini.
E la Camusso – che per ora punta i piedi o li batte per terra – reggerà fino al punto di aver mostrato ai lavoratori che non c’era più niente da fare: che la strada era segnata e che, in nome della salvezza d’Italia, si doveva giungere all’olocausto. Anche a quello degli amatissimi lavoratori d’Italia.
La politica è rappresentazione. La politica è teatro. La politica è truffa alla buonafede dei deboli. E sempre a vantaggio di chi può. Questo la storia ci ha sempre insegnato.
Torno su questo argomento, stamattina, per tracciare qualche proiezione ortogonale, anche se a molti compagni del Pd non piacerà né punto né poco.
E inizio a tracciare le proiezioni dal nome del compagno Fassina, se non erro alleato di un Berti-nelli esposto in prima persona per il suo successo del 29 gennaio e delle primarie.
Poi inizio a tratteggiare i trattini da 2 millimetri per le proiezioni verso la Rsu della Breda e i rappresentanti sindacali che vanno per la maggiore e che, insieme ai politici di qui e di , lottano perché l’uomo del compromesso Banche/Stato, quello che sta rivoluzionando mari & Monti, finisca col dire di sì a favore del salvataggio forzato della Breda, addossando ai contribuenti italiani altri 202 milioni (per ora) di penali a rimessa per colpa dello stabilimenti Breda di Pistoia.
E chiudo la proiezione così: pensate che chi taglia le gambe a tutti, provi pietà di 800 dipendenti in un momento in cui ci aspettano la fame e l’impoverimento e con altre manovre annuali da 45 miliardi per volta?

Pensateci bene.
e.b. blogger
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[Venerdì 10 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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