Carissimo
Bianchini,
questa
questione della terza corsia autostradale lascia sbalorditi, oltre Legambiente
Toscana, un sacco di pendolari e normali cittadini che chiederebbero
semplicemente una mobilità a misura d’uomo. Per questo Enrico Rossi ha il
dovere di spiegare ad un’opinione pubblica che sempre più si allarga e si
preoccupa.
Un saluto
L.C.
Lettera
aperta a Enrico Rossi
Al Presidente
della Regione Toscana
Enrico Rossi
Egregio
Presidente,
mi rivolgo
a Lei consapevolissimo dell’elevato stato di generale complessità raggiunto dal
nostro sistema regionale. Sistema cui non mancano criticità, molte delle quali
annose e strutturali, che lei più di ogni altro avrà lo scrupolo e il dovere di
governare.
Lei si
trova a ricoprire, pro tempore e
depotenziato, il trono che fu di Leopoldo II, il Granduca Serenissimo soprannominato Canapone dal suo popolo.
Dobbiamo risalire a quell’epoca, la metà dell’Ottocento, per rintracciare la
costruzione del sistema ferroviario che insiste in quella mezzaluna fertile, approssimativamente delimitata dalle città di
Firenze, Livorno e Lucca, che costituisce un’area bellissima, strategica e
dalle straordinarie potenzialità. Però quando mi capita, sovente, di andare a
Pisa, dalla stazione di Pistoia, impiego un’ora e venticinque minuti, come per
andare da Firenze a Roma e comunque sempre più di quanto impiegherebbe uno
studente per raggiungere Bologna partendo sempre da Pistoia. Infatti percorro
la più antica ferrovia internazionale della storia: quella che collegava il
Ducato di Lucca al Granducato di Toscana. Con più precisione il mio itinerario
si articola su due tratte: la Pisa-Lucca, realizzata d’intesa tra i due sovrani
Leopoldo II e Carlo Ludovico di Borbone, e la Maria Antonia, intitolata alla
seconda moglie di Leopoldo II, che congiunge Firenze a Lucca, toccando
ovviamente la mai abbastanza amata Pistoia.
Ora Lei
sa, senza infingimenti, di una certa contrapposizione dialettica tra chi
sostiene il raddoppio dell’autostrada A11 e chi il potenziamento della ferrovia
Firenze -Viareggio. Ebbene, qui ai piedi degli Appennini siamo tutti maturi per
capire che ci troviamo di fronte alla manifestazione più pura della natura
della politica: quella del conflitto. Ma non quello tra capitale e lavoro dell’Ottocento
o altri riaffioranti nella storia, neodirigismo-neoliberismo o
sviluppiamo-distruzione dell’ambiente. Qui siamo, ripeto, al conflitto tra
esigenze e bisogni diversi dei cittadini, al di là della fede politica e
ideologica, il conflitto reale tra modi di vita che a volte entrano in
competizione. Infatti in questo caso la priorità si deve dare, anche
cronologicamente, o al potenziamento ferroviario o a quello autostradale, tertium non datur, per limiti fisici
(strozzatura di Serravalle).
Durante la
campagna delle primarie Pistoia ha avuto spesso l’onore di vederla presenziare
ai dibattiti e lei ha parlato anche di rilanciare la Breda, all’interno di un modello
di trasporto toscano da implementare con politiche industriali che facciano
perno sul distretto ferroviario. A molti pistoiesi pare dunque certo che lei,
quando verosimilmente tornerà con altrettanta determinazione per la campagna
delle elezioni a sindaco, illustrerà impellenti scelte sulla mobilità ferrata, riconoscendo
tutte le assurdità delle trattative avviate per la terza corsia.
Lei che,
erede di quei sovrani illuminati, gli Asburgo-Lorena, che tanto sviluppo e
modernità portarono alla nostra regione, vorrà emulare le riforme dei suoi
predecessori, infrastrutturali e manifatturiere, legando la mobilità
ferroviaria alla filiera industriale nostrana e ad un modello di sviluppo che
privilegi i bisogni di pendolari, che crei servizi e qualità della vita. All’ombra
del campanile del Duomo, ci creda, siamo convinti che Lei avrà il coraggio di
annunciare ripensamenti su finanziamenti già disponibili per l’autostrada (Lei
ebbe a dire ad un’assemblea alle Fornaci “…tanto i soldi li mette Benetton…”) e
darà priorità a quelle scelte lungimiranti relative alle strade ferrate, che avrà
l’acume di riconoscere come strategiche. Eventualmente rescindendo gli impegni
contrattuali già assunti che vanno in direzione contraria. Questo con la
benedizione di Leopoldo II Sua Altezza
Reale e Imperiale che, dalla Cripta dei Cappuccini di Vienna, avrà piacere
di sapere che, a distanza di 160 anni, la sua scelta era giusta e qualcuno si
degna di ribadirla rafforzandola con impegno.
Presidente,
io sarò a sentirla quando verrà a Pistoia, se non potrà rispondermi prima, e,
qualora non voglia disattendere le aspettative del popolo pistoiese, Le
manifesterò tutto il plauso che si deve a chi opera scelte avvedute e
coraggiose!
Lorenzo Cristofani
Direttivo Legambiente Pistoia
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[Martedì 6
marzo 2012 - © Quarrata/news 2011]
errata corrige: nella declinazione del conflitto, "distruzione dell'ambiente" è un sinonimo di "sviluppismo" e il termine di paragone corretto è "ambientalismo del divieto". Me ne sono accorto dopo ma è giusto farlo presente !
RispondiEliminaL.C.
E a proposito, esempio di questo conflitto ambiente-lavoro, la cui recrudescenza è acuita dalla crisi, è proprio la tav - al di là di come la si pensi-. La Cgil che dice di sì perché siamo in crisi ne è lo specchio fedele. Tuttavia questo conflitto rischia di essere risolto al ribasso, tra le due alternative, appunto, di mantenere il benessere (l'ambiente) e sopravvivenza( non perdere ulteriori posti di lavoro), entrambe comunque lontane da una prospettiva di crescita della qualità della vita.
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