di Luigi
Scardigli
Mi riaggancio al Direttore (ben tornato, diamine!) e al post
che ha scelto per parlare dell’aria che si respira.
Lo faccio tornando indietro di qualche giorno, quando da
questo blog sottolineammo, con la giusta pesante misura, il dramma della
Carbosulcis e dei minatori sotto terra agitati.
Dopo nemmeno una settimana e dopo una promessa che sa di
beffa “la miniera non chiuderà a dicembre”,
ma qualche mese dopo sì, pare doversi leggere, quella gente ha deciso di
tornare nelle proprie abitazioni.
Il sasso, però, era ormai stato lanciato e i cugini
dell’Alcoa hanno preso la palla al balzo, amplificando agitazione e casino:
prima a Roma, a battere i caschi di plastica della 626 sull’asfalto
metropolitano, e poi a casa, organizzando, chirurgicamente, microscioperi
quotidiani ad oltranza, un sabotaggio chimico che potrebbe e dovrebbe mettere
in ginocchio se non il Paese, almeno l’Isola – che c’è, caro Bennato, di luglio
e d’agosto sicuramente.
Cosa si può fare? Difficile dare risposte che non trasudino
populismo, retorica e che diano senso ai sacrifici. Hollande, però, poco oltre
Sanremo, mentre dalle nostre parti si impazzava per sapere chi fosse la Miss
2012, ha adottato una misura anti-crisi che ha del lapalissiano, anzi,
dell’eccezionale: ha tassato i redditi oltre il milione di euro al 75%; certo,
solo per questo frangente catartico.
Superata l’emergenza, infatti, con molta probabilità, i
ricchi torneranno – giustamente – a guadagnare assai più dei poveri, ma, almeno
in Francia, quando l’inflazione tornerà a galoppare, lo spread a volare, le
banche ad ingrassare come otri, i ricchi sapranno che toccherà soprattutto a
loro dare il maggior contributo per tornare a sorridere.
Anche da noi si potrebbe fare così, ma qui – oltre ogni
ragionevole melma – c’è il Vaticano e lo sanno tutti, soprattutto il vicario di
Dio, che un cammello per la cruna di un ago non ci è mai passato!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 11 settembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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