venerdì 24 febbraio 2012

QUARRATA: AVVISI DI GARANZIA, ABUSO D’UFFICIO & ALTRO ANCORA


di Edoardo Bianchini

Passo per passo un ‘segreto di Pulcinella’ che affonda le radici in un faida familiare – Una storia che si interseca con le candidature a Sindaco e le elezioni di maggio

QUARRATA. Per presentarvi la storia che sto per narrarvi, ho bisogno di fare una piccola premessa. Il mio primo articolo su un giornale (La Nazione) lo scrissi nel lontano novembre 1967. Da allora ad oggi ho sempre fatto cronaca, ma una storia come quella che sto per scrivere non l’ho mai vista: nel senso che non ho mai visto che un’amministrazione pubblichi sul proprio organo di stampa (nella fattispecie il Quarrata Informa) la notizia di un avviso di garanzia inviato a un proprio dipendente e che – stando a quel che mi si dice – abbia avvertito i giornali locali con un comunicato stampa e solo per un avviso di garanzia, strumento che, come tutti sappiamo, non significa assolutamente nulla, neppure se sfocia in un rinvio a giudizio.

Dinanzi a un fatto di questo genere, nessuna spiegazione tiene: neppure l’avanzare l’ipotesi che Quarrata si è connotata, negli anni, per volontà del suo Sindaco, come un Comune della legalità e della trasparenza, semplicemente perché, in decine di altri casi, della legalità Quarrata sembra essersene fregata del tutto.
E allora c’è da porsi la domanda fatale cui prodest? a chi giova questa informativa così circospetta, che ha fatto solo polverone intorno a quello che non esito a definire un segreto di Pulcinella, perché già stamattina, 24 febbraio, alle 12, a Quarrata, tutti sapevano tutto di tutti a metà prezzo su questa incredibile e triste storia o, se preferite, su quest’opera da tre soldi, dal momento che il lancio della notizia, così accuratamente velato dalla rispettosissima proposizione della privacy, altro non ha fatto che scatenare il massimo della curiosità alla ricerca dei sei personaggi in cerca di autore.
E ora ecco la storia.
È una storia ‘indefinibile’ di una faida che vede coinvolta un’intera famiglia per il possesso e la proprietà di un immobile lungo via Montalbano.
Non starò a dire i nomi e i cognomi perché a Quarrata sono noti a tutti, e al di fuori di Quarrata sono semplicemente inutili, dato che i personaggi non li conosce nessuno che non sia di qua.
Come si sarebbero svolti i fatti?
Un figlio, che ha occupato da sempre, dopo la morte del padre, l’immobile in questione, entra in rotta di collisione con la madre. Nasce una lite familiare. Si aprono processi civili alla fine dei quali l’immobile viene riconosciuto di proprietà della madre. L’immobile deve quindi essere riconsegnato e, in più, il figlio dovrà pagare X milioni a titolo di occupazione. Il figlio ha abitato dentro a quell’immobile: a un certo piano di quel fabbricato c’erano, infatti, due appartamenti; ci sono sempre stati, non c’è mai stato un cambio di destinazione d’uso. Sembra che niente di diverso risulti a questo proposito.
Nel frattempo, intanto (1985), era arrivata la legge del condono edilizio; e il figlio aveva aperto una pratica di sanatoria in Comune a Quarrata: il funzionario di questo marchingegno, lo sanno tutti, è il geometra Franco Fabbri. Ed ecco il dipendente di cui tutti volevano oscurare il nome pur avendone lanciata la caccia sui giornali.
Il figlio, per tornare a noi, presenta una pratica di condono ma… – c’è sempre un ma – il tecnico da lui incaricato che, per comodità chiameremo, Pinco Pallino, nel redigere le pratiche, dimentica (pare) di distinguere la superficie dell’immobile in: a) parte destinata a mostra di mobili; b) parti destinate ad appartamenti.
Sembra una cosa da nulla e invece diventa un nodo scorsoio, quello che si è chiuso in questi giorni e che sta stringendo sempre di più.
Il Comune lavora sulla pratica, gli uffici richiedono il pagamento di certe cifre: sarebbero quelle congrue se tutto l’immobile fosse destinato a mostra di mobili. Il fatto è – a quanto sembra – che non lo è e che le destinazioni siano diverse e come tali risultino.
A questo punto interviene la madre, il personaggio che ha vinto le cause, le cui sentenze – ci dicono – sono passate in giudicato e sono, dunque, diventate definitive e inappellabili.
Dinanzi alla richiesta economica del Comune, la proprietaria dell’immobile incarica altri tecnici di fare chiarezza sugli aspetti che non tornano: di rimettere, cioè, a posto le cose, perché una parte dell’immobile era (ed è sempre rimasto) destinato ad appartamenti. Ci sarebbero tutte le prove.
E qui entrano in gioco altri personaggi: l’architetto Annamaria Becagli, l’architetto Stefano Mazzoni, il geometra Alessandro Cialdi.
Sono tutti incaricati, dalla proprietaria dell’immobile, di raddrizzare le gambe ai cani – come direbbe il Manzoni. E ognuno, per suo conto, fa quello che deve fare. Nella fattispecie – e per non andare troppo lontano – il geometra Alessandro Cialdi deve preparare le planimetrie dell’immobile stesso: esse riportano lo stato dell’immobile a quello che era prima della – come ci dicono – omissione del tecnico che aveva presentato la prima istanza di condono.
Ed ecco che, accertate le situazioni di fatto e di diritto; chiarito che non tutto l’immobile era mostra di mobili, ma che una parte di esso era anche adibito e destinato ad appartamenti, come da situazione catastale precedente, il Comune inizia a lavorare su questa sorta di nuova ipotesi a rettifica; e giunge a concedere la sanatoria.
La storia, in una situazione normale, si sarebbe arrestata qui. Solo che il figlio, che aveva posseduto l’immobile e che, alla fine, aveva dovuto consegnarlo alla madre, si rinfila nel mezzo e presenta – a quanto sembra – un esposto alla Procura di Pistoia.
Ed eccoci all’ultimo chilometro della vicenda.
Su istanza del dottor Emiliano Raganella, Pubblico Ministero dal 1° febbraio scorso trasferito al Tar di Catanzaro, si aprono le indagini e viene chiesta una perizia all’architetto Piergiovanni Fontana di Uzzano, che il 3 settembre 2011 conclude che la proprietaria dell’immobile e i suoi tecnici avrebbero forzato la mano sull’uso dell’immobile stesso; mentre in due del Comune di Quarrata – il geometra Franco Fabbri e l’architetto Paola Battaglieri –, dal canto loro, avrebbero omesso di considerare l’originaria pratica di condono e i documenti in essa contenuti.
A questo punto ci si avvia verso l’ultimo atto.
L’indagine passa, dalle mani del dottor Raganella, trasferito a Catanzaro, a quelle del Procuratore Capo, dottor Renzo Dell’Anno, e viene affidata all’ispettore ufficiale di P.G. Daniele Pieraccioni del Corpo Forestale.
Sarebbe questa – allo stato attuale e in soldoni – la vicenda che vede implicato (per quanto riguarda il Comune di Quarrata) il geometra Franco Fabbri per il quale, come si è letto, si è parlato di abuso di ufficio.
Per quanto invece riguarda i tecnici della proprietaria dell’immobile, e in maniera specifica il geometra Cialdi, la loro azione avrebbe – così si dice – favorito la proprietà ai danni del figlio: peccato, però, che, stando ai documenti ufficiali delle stime immobiliari immesse in rete dalla stessa Agenzia delle entrate, il valore delle mostre, in via Montalbano, superi di gran lunga (almeno 5-600 euro al metroquadro), quello degli appartamenti: il vantaggio, dunque, della proprietaria, sarebbe un discreto scapito in termini economici, dato che, dalla superficie destinata a mostra, con l’accatastamento correttivo, sarebbero state tolte, defalcate, cancellate diverse decine di metriquadri di superficie ben più pregiata e costosa.
E ora mi sembra il caso di dover rifare un passo indietro per riprendere le considerazioni e la domanda iniziale. Non ho mai visto un’amministrazione pubblica – e sono 45 anni che scrivo sui giornali e faccio cronaca – dare un’informazione di questo genere: voglio dire così ‘suggestivamente attraente’ (tant’è che i giornali ci hanno lavorato sopra per tutto il giorno e domattina vedremo come racconteranno la storia) per creare aspettativa e fiato sospeso.
Torno poi a chiedermi cui prodest, a chi possa giovare tutto questo, e difficilmente riesco a intuirlo: evidentemente non sono molto intelligente e ho qualche ritardo mentale.
Poi, però, per caso, mi cade l’occhio su un fatto accessorio e secondario. Davvero casuale.
Il nome Alessandro Cialdi non mi è nuovo, mi rammenta qualcosa… Non sarà mica il candidato Sindaco alle prossime amministrative del maggio 2012 a Quarrata?
E a questo punto, un lampo.
Sarebbe troppo pensare che una patatina bollente di questa portata è caduta come il cacio sui maccheroni a un’amministrazione – e a un candidato Sindaco di maggioranza – che anche in passato ha sempre guardato Cialdi come un fumo negli occhi?
Buona lettura a tutti. Quarratini e no.

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[Venerdì 24 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]

2 commenti:

  1. Ovvia....si è messa in moto la macchina del fango!
    Su una vicenda ridicola, già chiarita e in procinto di essere archiviata senza seguito, l'amministrazione (con la a minuscola) ha sentito bene il bisogno di inviare un comunicato stampa per informare "urbi et orbi" che un suo dipendente ha ricevuto una informazione di garanzia.
    Mi chiedo: si è sempre comportata così? risposta: assolutamente mai!
    Oggi si, chissà perchè?
    Che ci sia la mano del solito buontempone che 5 anni fa, il giorno prima del ballottaggio, mise in giro le voci su una scazzottata tra me e il buon Mario Niccolai? (ero al mare!)
    O magari sarà quello che ha scritto che ho partecipato, votando, alla primarie del PD?
    Mah!
    La mia personale solidarietà a Franco Fabbri e ai miei due colleghi professionisti, che in questo caso hanno soltanto fatto il loro dovere.
    La mia massima disistima e il massimo disgusto verso coloro che come avvoltoi si sono avventati sulla preda.

    Ma non finisce qui, statene certi.

    Il tempo è galantuomo, certi personaggi, no.

    Alessandro Cialdi

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    1. Una cosa, a mio avviso interessante e curiosa, che si ravvisa dalle parole di Cialdi è che all'interno del Palazzo Comunale succedono e sono successe cose tutt'altro che trasparenti con comportamenti clientelari.
      Secondo me Cialdi dovrebbe parlare chiaramente e dire tutto quello che sa e conosce se vuole essere veramente credibile.
      Il fatto che si limiti a dichiarare che non finisce qui non è né rassicurante, né tranquillizzante.
      La gente deve sapere tutto per farsi un'idea ed esprimere il proprio giudizio anche in vista delle prossime elezioni.

      Sandro

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