mercoledì 20 giugno 2012

MALA TEMPORA CURRUNT: ‘AVVISO PUBBLICO’, IL CODICE ETICO E IL “MACCHÌ SE N’AMPUORTE?”


Il flop epocale delle regole della rifondazione morale della politica toscana – Quanti erano gli amministratori serravallini presenti alla presentazione dell’iniziativa?

FIRENZE-PISTOIA. Nel più tragico dei momenti per un sistema che è schiantato di botto quando sembra che sia stato tolto un tappo che teneva non una pentola, ma un’intera caldaia a pressione; nell’attimo, cioè, in cui Pistoia si è accorta di essere in mezzo ai guai (Comune, Comunità Montana, Aias/Apr, Pistoiambiente-gite/culturali), ecco che fiorisce questa storia emblematica e degna di essere raccontata, perché è maturato il frutto dell’invenzione di una sinistra che, pur avendo amministrato in Toscana per 60 anni, è arrivata al traguardo finale della Seconda Repubblica con un bilancio non si dice fallimentare, ma in pieno e assoluto disfacimento: e basterebbe guardare solo i 270 milioni di euro spariti all’Asl di Massa, 540 miliardi delle vecchie lire.
Se poi aggiungiamo i disastri e i dissesti degli altri mille rivoli che fanno defluire le acque del denaro come da un paniere (ultimi mi vengono in mente i 40 milioni con cui Rossi vuole ri-comprare gli impianti di risalita dell’Abetone), signori miei, non mi prende solo la disperazione, ma direttamente la voglia di sparire dalla faccia della terra.
In mezzo a questi fuochi di artificio, ecco la storia di stasera.
Codice Etico, si chiama (vedi). Dopo tutta la lotta per la questione morale di Berlinguer degli anni 70-80, la Sinistra toscana si trova, oggi, a fare i conti con la necessità di decretare che i pubblici amministratori non devono prendere regali: un gran bel successo.
Ed ecco che Avviso Pubblico inventa il codice etico e invita tutti, a Firenze, a prendere lezione di galateo politico – e sono proprio loro tutti gli uomini del politically correct, della par condicio, dell’equilibrio rosazzurro, dei buoni propositi e, alla fine, delle cattive azioni: perché è vero che anche la Destra toscana ha fatto letteralmente pena e anche peggio, ma essa è solo un boccetta di inchiostro blu dentro una botte di vino rosso del Chianti docg, e nessuno può smentirlo.
Ma non distraiamoci. Ecco il giorno fatidico – ieri 19 giugno. Un giorno fatidico (contestualizziamolo) anche per i serravallini, per Mungai che andava in gita, per Mochi che andava in gita e a caccia e si portava dietro Mungai a Madrid perché la gente non pensasse male (l’ha detto direttamente il Sindaco Patrizio); per questi amministratori che, perseguitati (poveri martiri e cocchi!) da Gianni Manigrasso, hanno deciso, in consiglio, di adottare un codice etico.
Avviso Pubblico la spara alla grande e si presenta a Firenze, dove, a reggere il cero del battesimo del codice etico, da padrino, dovrebbe essere lo stesso neo-popolar-Granduca, Heinrich Rot.
L’occasione è solenne: solo che Rot-Rossi si accorge, di brutto, che c’è da fare di meglio a Pistoia, perché là c’è uno spiraglio per la Breda ed è il caso che lui accorra proprio dove ogni impegno politico ha fatto finora flop, ma dove si cerca ancora di stendere quattro dita di cerone sopra la brutta pelle del viso della politica locale, causa prima del macello-Breda di oggi.
Rot-Rossi lascia un assessore posticcio dell’ultimo minuto, Stella Targetti, a fare gli onori di casa, e se ne viene nella città del Micco.
Avviso Pubblico, da solo, espone tutto il suo catalogo, varianti comprese, che prende il nome di Carta di Pisa, ma… ahiahiai… di tutti gli ‘amministratori etici’ della Toscana (10 Province, non so quanti comuni e quanti altri enti: ma poco cambia), in tutto qualche centinaio di possibili utenti, a seguire i lavori della presentazione del codice etico ce n’erano solo 5 o 6!
È uno strabiliante successo. È la vittoria che stende ko la corruzione nella nostra pubblica amministrazione toscana. È l’evento epocale che segnerà la nostra vita.
Cittadini, lettori ed elettori, dite voi ora: un uomo di buona volontà, come può rispondere a tutta la ‘politica etica’ di una intera regione?
E dica il signor Sindaco Mungai: quanti di Serravalle erano presenti tra quella smisurata marea di amministratori toscani animati dai sacri furori del sacrificio e del servizio pubblico a favore del popolo lavoratore?
Edoardo Bianchini
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[Mercoledì 20 giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. ECCO COME SIAMO MESSI IN ITALIA....IN TOSCANA ..A PISTOIA ....A SERRAVALLE...PAESE DI BALOCCHI E DI BALOCCATORI...

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