QUARRATA. I lettori si chiederanno perché Quarrata/news non
abbia dedicato attenzione alcuna alle vicende elettorali delle primarie di Quarrata:
e una spiegazione va data, credo.
Va data nei termini in cui il
fallimento dell’amministrazione Sergio Gori ha strizzato questa realtà – non voglio
definirla città, perché è diventata un paesaccio brutto e malservito –
impedendole non dico di progredire, perché non è stato possibile per nessuno,
ma almeno di non regredire.
Invece Quarrata è regredita: lo sanno
tutti, Pd e alleati compresi, anche se tacciono come di solito fanno le
sinistre per amor di partito. Ed è regredita, Quarrata, non soltanto dal punto
di vista dei servizi, che non sono stati più erogati a scàpito della gente e a
favore dell’inutile (Màgia, Querciola, lavori in centro e piste ciclabili: nei
momenti di fame le prime spese da tagliare sono i trucchi per il viso e le
pellicce), ma in primo luogo nel suo grado e livello di civiltà, che,
nonostante tutte le settimane della legalità del sindaco, si sono imbarbariti
e imbastarditi fino all’insopportabile.
Meno male che Sergio Gori si leva di
torno. Già questo sarà un vantaggio, perché non saremo più costretti a sentirci
sudditi genuflessi di un sindaco inaccessibile, tecnocrate, sempre dalla parte
della ragione, indisponibile e, non ultimo, indisponente: con la sua segretaria
che lo ha filtrato come se fosse l’ostia santa, pura e immacolata, conservata
nell’arca dell’alleanza e toccabile solo dalle mani di un pontefice abilitato.
Anche questa – permettetemi – una
vergogna per chi si definisce democratico e cristiano.
Meno male che – anche se dovesse
restare Mazzanti – non avremo più un sindaco latitante, perché, almeno a colpo
d’occhio, Marco sa scambiare quattro parole con la gente.
Ma meno male, soprattutto, perché non
ci sarà più quell’arroganza del potere che per dieci lunghi anni ha
caratterizzato lo sbilanciato rapporto del ‘sindaco di tutti’ (dato che il
sindaco sarebbe questo) nei confronti dei cittadini (anche dei suoi stessi elettori)
e del resto delle forze politiche di opposizione: con le quali questo anomalo primo
cittadino, tanto supponente quanto sostanzialmente fragile, ha avuto comportamenti,
parole e modi di rapportarsi a dir poco di una povertà da corte dei miracoli.
Offese in consiglio, incapacità di
discutere, spregio delle più elementari regole della democrazia e dei rapporti
umani e civili, sono stati i segnali più significativi di questi dieci anni di
nulla, durante i quali Quarrata ha fatto come i gamberi, è tornata indietro. E
le cronache ne sono piene di esempi.
Ma l’apoteosi del tutto è iniziata
prima delle primarie, allorquando il sindaco (finalmente uscente) ha voluto
lanciare Dalì come suo prosecutore: un Dalì che si è professato indipendente
dalla ‘mamma’, ma che ad essa era direttamente legato a doppio filo, visto che
l’appoggio della sua patrona appare palesemente diretto se anche solo guardiamo
la foto della propaganda elettorale sul mercato del sabato.
Troncato Dalì dagli eventi – proprio perché
la gente ha avuto paura che Sergio Gori gli stesse, domani, alle spalle nel
caso fosse passato –, l’inutile polemica, sollevata dal sindaco che se ne va,
circa il disturbo del voto da parte della destra (ma si ricordi che si sono
accusati anche degli innocenti come Cialdi, né mi risulta che poi siano state
chieste delle scuse, come di consueto…) ha mostrato il ritmo e la cifra della personalità
del sindaco: Sergio Gori ha pubblicato un post criticatissimo sul suo blog (vedi),
forse per la rabbia legata alla trombatura di Dalì, ma senz’altro gratuito e inutile,
dato che Mazzanti e la sinistra avevano già un bulgaro 70% dei consensi; quindi
ha suscitato e favorito inutilmente la polemica per la polemica, secondo la sua
precisa caratura, dal momento che Sergio Gori polemica è nata e polemica si è
mantenuta sempre, a ben ricordare.
Un’ultima considerazione va fatta sul
post che il sindaco ha scritto per ricordare la sua insegnante liceale
scomparsa, la professoressa Wanda Tuci Mannori (vedi).
Anche lì Sergio Gori ci ha raccontato
di tutto, per farci capire quanto la amasse e quanto le è rimasta dentro l’anima.
Permettete a me – che conoscevo bene Wanda,
anche per essere stato suo collega diretto nello stesso consiglio di classe per
anni – di dubitarne assai.
Perché vorrei ricordare al sindaco
che se ne va, che la memoria delle colonne della nostra società si coltiva
con il rigore morale che non offende mai gli altri e che non ha bisogno di
settimane di legalità poi smentite da oltraggi arrecati o lasciati arrecare ai
singoli (Ciottoli, Cialdi, i cittadini alluvionati), direttamente nelle sedi
istituzionali, da sé o da altri (Gaggioli); o, peggio, dal difendere la
non-verità e l’indifendibile a tutti i costi e in tutte le sedi e dinanzi a
tutti (ricordiamoci l’affare Magazzini).
Così Quarrata/news ha tardato
tanto a parlare per un senso di grande disagio e indefinibile vergogna – quella
stessa di cui ci parla Levi in Se questo è un uomo.
E meditino bene su queste
considerazioni anche quanti si apprestano a fare il passo per governare
Quarrata nel prossimo quinquennio.
Edoardo Bianchini
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[Domenica 5 febbraio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
Pienamente daccordo speriamo nel futuro ....sul passato c'è solo da stendere un velo pietoso!
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