Forti
contestazioni al provvedimento di chiusura delle sale operatorie – «Si parla di tagli e si
affidano consulenze di centinaia di migliaia di euro» – Accesso negato agli
atti e ora un’azione legale contro l’azienda – Forte conflittualità che
tende a estendersi su un orizzonte di lotta
PISTOIA. L’assemblea dei medici
ospedalieri e veterinari, riunita a Montecatini Terme, ha espresso all’unanimità
il proprio dissenso verso la decisione della direzione aziendale di sospendere
l’attività chirurgica programmata fra il 1° dicembre del corrente anno ed il 20
gennaio dei 2013.
Tale
risoluzione, comunicata alle rappresentanze sindacali il 22 di novembre, è
stata adottata unilateralmente con nota del 6 dicembre a firma del direttore facente
funzione dei presidi ospedalieri di Pistoia e Pescia, Dott. Roberto Biagini.
Tutto questo senza che preliminarmente si procedesse ad alcuna valutazione
relativa all’impatto negativo che si produrrà sull’assistenza, né sugli
obiettivi di tipo economico che si vorrebbero perseguire.
Infatti, i
numerosi quesiti posti in tal senso dalla rappresentanza dei medici nel corso
del “tavolo” sindacale del 4 u.s. sono rimasti senza risposta; così come senza
risposta sono rimaste le sollecitazioni a modulare in maniera diversa la
riorganizzazione dell’attività operatoria.
A fronte
della totale assenza di tali imprescindibili elementi di valutazione, l’Intersindacale
ha provveduto in proprio, nel corso dello stesso confronto e sulla base dei
pochi elementi forniti verbalmente, stimando che nel periodo individuato
salterà un numero di interventi compreso fra 550 e 650. Un disagio immediato
inaccettabile che produrrà ulteriori danni come l’allungamento delle già
chilometriche liste d’attesa ed una spinta verso il privato per i pochi in
grado di permetterselo.
A poco più
di un mese dall’insediamento della nuova direzione questa vicenda marca un
avvio estremamente problematico delle relazioni fra il vertice dell’azienda e la
sua principale componente professionale dando adito ad una serie di dubbi e
perplessità già sollevate nei confronti delle gestioni precedenti.
Incomprensibile
il fatto che questa decisione segua di soli due mesi la proposta avanzata dal
dott. Cravedi, in veste di commissario, di convenzionare una struttura privata
presente sul territorio per l’abbattimento delle liste di attesa in chirurgia e
che avrebbe previsto un impegno annuo di circa 500.000 euro. Incomprensibile
che altre aziende del Sistema Sanitario Toscano, con disavanzi di bilancio
maggiori, non chiuderanno le sale chirurgiche.
Parimenti
incomprensibile che l’Azienda proprio in queste settimane abbia provveduto ad
investimenti e liquidazioni per alcune centinaia di migliaia di euro per
finanziare incarichi professionali ed attività esterne totalmente estranei all’assistenza.
Incomprensibile,
infine, il rifiuto opposto dall’attuale direttore generale, dott. Roberto
Abati, all’acquisizione, da parte dell’Intersindacale, della relazione del
Collegio dei Revisori come allegato al bilancio del 2011.
A fronte
di quest’ultima presa di posizione, non essendo ancora disponibile il piano
assunzioni del 2012 (!) e stante anche un recente pronunciamento del Difensore
Civico sull’accesso agli atti a garanzia del rispetto dei vincoli di
trasparenza, l’Intersindacale ha dato mandato al proprio legale, avvocato Mauro
Montini, di procedere all’impugnazione ritenendo l’acquisizione di tale atto
proprio pieno diritto.
Ciò anche
nella contestuale prosecuzione dell’azione di riesame di provvedimenti e
delibere che hanno alimentato negli anni precedenti il finanziamento di varie
attività progettuali per consistenti valori economici.
Nel
rendere noto anche che nessuna risposta è pervenuta alle reiterate proposte di
parte sindacale di avviare un confronto alla ricerca di una soluzione al
contenzioso sui fondi stipendiali, che vedrà contrapposti 340 professionisti
alla direzione in prima udienza il 13 p.v., si conferma l’impegno alla tutela
gli interessi dei cittadini e dei professionisti.
Coerentemente
con il mandato espresso dall’assemblea si ribadisce la volontà di poter esercitare a pieno il diritto ad
erogare assistenza ai cittadini riservandosi di agire in modo che non
venga ulteriormente danneggiato il senso di appartenenza dei medici pistoiesi
alla sanità pubblica attraverso vetusti esercizi di monocrazia e modalità di
relazione improntate all’arroganza ed all’autoritarismo.
In tempo
di crisi economica e di tagli alla sanità, Pistoia non ha certo bisogno di
“uomini soli al comando” anche perché l’esperienza precedente insegna che
strutture complesse come le aziende sanitarie pubbliche non possono essere
governate così.
Intersindacale medica Asl3-Pistoia
Anaao Assomed, Aaroi Emac, Cgil-Fp Medici,
Cimo Asmd, Cisl Medici, Fassid, Fesmed
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[Lunedì 10
dicembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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