Dubbi, paradossi, entropie nell’esaltazione
del ‘perfetto servizio’ a favore del bene comune e dei fratelli da salvare e
condurre alla vita pratica
Chiarissimo Professor Paci,
spinto dallo stimolo di una frase evangelica
famosa, tu solo hai parole di vita eterna, nonostante certi malanni,
ieri sera ho vinto la pigrizia e sono venuto apposta a Montale, in casa di don
Firindelli, per ascoltare le sue rivelazioni sul possibile connubio fra
Vangelo e Politica.
Ho scoperto – devo riconoscerlo – un
mondo completamente nuovo: il suo intervento, infatti, suffragato da dotte citazioni
di illustri pensatori, come Aristotele o Machiavelli, mi ha fatto capire (come
del resto lei ha opportunamente e in più casi sottolineato) che “il Vangelo fortunatamente
non dà risposte”, ma che è la Politica che deve e può darle:
e dunque, posto che la Politica è il più nobile dei servizi (e qui l’autorità era attinta dalla voce di Paolo VI), ecco che, con un perfetto sillogismo aristotelico, si arrivava a teorizzare che il cristiano deve fare Politica come massima via di ascesi dove l’umano spirito si purga e di salire al ciel diventa degno, proprio grazie al disinteressato servizio all’idea del bene comune della collettività e dei poveri e umili bisognosi di questa povera Terra.
e dunque, posto che la Politica è il più nobile dei servizi (e qui l’autorità era attinta dalla voce di Paolo VI), ecco che, con un perfetto sillogismo aristotelico, si arrivava a teorizzare che il cristiano deve fare Politica come massima via di ascesi dove l’umano spirito si purga e di salire al ciel diventa degno, proprio grazie al disinteressato servizio all’idea del bene comune della collettività e dei poveri e umili bisognosi di questa povera Terra.
«Due uomini salirono al
tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in
piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri
uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno
due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano
invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma
si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico:
questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si
esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».
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È stato un intervento, il suo, mi lasci
dire, illuminante.
Diciamo pure che non avevamo mai
sentito dire e dare delle motivazioni così lucidamente razionali, direi quasi
ragionieristiche, per motivare la conclusione che altro è il parlar di morte
altro il morire, cioè altro sono la religione e il Vangelo e altro è la Politica:
nella quale il cristiano ha il dovere di infilarsi a capofitto per fare del
bene ai suoi sparuti e confusi confratelli. E il cristiano intellettuale ancor
più degli altri, grazie alla sua ricchezza culturale…
In altre parole, però, chiarissimo
Professore, anche se Cristo non ci fosse stato, sarebbe bastato un qualsiasi
altro filosofo a darci una così vasta, profonda ed esauriente visione del
mondo, in cui anche il potere è giusto (come lei ha ribadito in più punti) pur
di ottenere il bene del popolo a qualsiasi costo: dato che gli obiettivi – secondo
la sua ottica pragmatica – oltre che giustificare i mezzi per raggiungerli,
cambiano, fortunatamente, di epoca in epoca e di secolo in secolo. Ed è per
questo – penso umilmente io – che i cristiani, in duemila anni di buone parole
come le sue, non hanno inciso di una tacca sulla qualità della vita, dato che
ancor oggi i problemi del mondo occidentale (tranne quelli, e solo per ora,
della fame e della sete) sono sempre rimasti gli stessi: padroni e, dall’altra
parte, servi – ieri del re e oggi di quella serie di re (Onorevoli Deputati?)
che la democrazia (che nell’ottica aristotelica nacque solo come rivendicazione
di potere da parte di più persone nei confronti di un singolo o di una ristretta
cerchia, e solo per invidia), con brillante estensione di pensiero, ci ha
donato.
Ma la sua, nel connubio Vangelo-Politica,
è una voce onorevole e autorevole, chiarissimo Professore. Lei, che pure, in
partenza di serata ha, umilmente, riconosciuto di non averne sufficiente autorevolezza,
ne ha, di autorità, invece, tanta quanto il più alto monte del mondo: dato che
in Politica si è speso e in Politica si è impegnato fino dai primi anni della
sua gioventù e fino ad oggi, almeno se – come lei stesso ha detto, con una
definizione commoventemente sessantottina – «tutto nel mondo è Politica».
E allora io mi chiedo e le chiedo – e
se lei fosse buon cristiano che coniuga, sia pure alla maniera sua, Vangelo e Politica,
non rimarrebbe muto, ma verrebbe allo scoperto, si metterebbe in gioco e risponderebbe
passo passo – di chiarirmi come accade:
- che chi ha più mezzi alla fine ha anche più possibilità – e penso a tanti cattedratici che hanno, a loro volta, figli cattedratici fin da sùbito (forse i cervelli più intelligenti migliorano sempre più l’eugenetica della razza?)
- che chi è seduto su una poltrona comoda, calda e lucrosa non ci si schioda neppure con le cannonate e dopo decenni (e penso a certe danarose Fondazioni bancarie, oggi, peraltro, molto contestate)
- che chi ha fatto tanta Politica in Pistoia dal dopoguerra ad oggi non ha cambiato, della città, neppure un pelo (mi viene in mente, solo per caso, la vicenda degli Untouchables, ma solo come estrema propaggine di un fallimento di mancata sorveglianza che la Politica non è riuscita a gestire, per negligenza e colpa, com’era soprattutto suo cristiano dovere)
- che chi bussa alla porta del Vescovo di Pistoia, del Cardinale di Firenze, del Cardinal Bagnasco in veste di Presidente della Cei, non ottiene risposta, mai (ma il Vangelo non diceva che a chi avrebbe bussato sarebbe stato aperto…?), mentre la Curia vediamo che dialoga assai volentieri e con la Finanza e con le Fondazioni bancarie
- che chi è figlio di un uomo ricco e potente (ma è più facile che un cammello…) può anche ambire a entrare in Politica, magari come Deputato (al servizio del popolo, ovviamente, e non di se stesso) con il pretesto della faccia nuova, e magari il padre ricco e potente lo spinge pure nell’ascesa…
- che un cristiano come lei, chiarissimo Professore, sia così distratto (è un vizio pistoiese, forse?), nella sua servizievole ascesi politica, da non rendersi conto di contraddire ineluttabilmente il Cristo-Veritas in una vicenda come quella, emblematica, dell’Apr di Bardelli che – come lei non può non sapere: almeno da questo momento in poi –, per decisione del tribunale di Roma, non esiste come Apr e non è, quindi, legittimata (se non da Dio, dalla legalità degli uomini, a cui Cristo imponeva di obbedire: date a Cesare…) a riscuotere, ogni mese, mezzo di milione di euro dei quattrini versati da quel popolo verso cui la sua Politica è un altissimo servizio… Dia retta, professore, guardi con attenzione questo link e rifletta, ché è proprio il caso!
Ah, già… dimenticavo: il “Vangelo fortunatamente
non dà soluzioni” e – fortunatamente per i Politici cattolici – lascia loro
tutta la libertà di fare quello che vogliono in perfetto e pieno libero
arbitrio.
E tuttavia, in conclusione, lei deve
avere comunque ragione se l’eccellente don Frosini, con tutta la sua
autorevolezza, come ha fatto, le ha riconosciuto una sopraffina bravura e una
indiscutibile competenza nell’affermare la tesi che ha così cattedraticamente
sostenuto: che altra cosa è (fortunatamente) il Vangelo e altra la Politica.
Ma cosa vuole, chiarissimo Professore?
Io non sono un cattedratico di materie che contano: l’Economia, il Soldo
Rotondo dei canzonatorii poeti dei Carmina Burana, un marco che
finisce sempre nelle tasche di chi più ha e molto spesso in quelle della Curia
Romana, che non fa conto della pecora senza la lana…
Da povero kleine Philologe di
provincia, posso dire solo che, in un esame di Letteratura latina con me, con sequenze
argomentative come le sue di ieri sera, lei sarebbe stato gentilmente (e
cristianamente) pregato di tornare a sostenere la prova nella sessione
successiva, dopo almeno tre mesi e dopo essersi preparato meglio – con una
mitezza che non significa (come lei ha, giustamente, sottolineato)
condiscendenza e dabbenaggine.
Ma i letterati che cosa contano dinanzi
all’alto servizio della vera Politica…?
Con ossequio,
suo Prof. Edoardo Bianchini
Pubblicano ‘fermatosi a distanza’
P.S. – Mi creda e mi compatisca… Venga
allo scoperto e, come i cristiani, assumendosi le sue responsabilità, avanzi
imperterrito e a fronte alta dinanzi ai leoni. O sbagliarono anche loro perché
il Vangelo non glielo chiedeva espressamente?
Delle prediche, Professore, non ne
possiamo più, specie dopo la riforma delle pensioni e l’Imu di un Mario Monti, cattolico
praticamente salvatore della Patria, che, pur di farci del bene secondo una
visione del mondo simile alla sua, non ha toccato un soldo del suo – credo –
abbastanza cospicuo patrimonio personale e/o familiare…
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 11 dicembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Gentile blogger, complimenti per l'analisi. Devo richiamare il fatto - non ben stigmatizzato - che la famiglia Paci - e specificamente anche il figlio Andrea - oggi sembrano essere felicemente confluiti nel PD. Tantum sufficet! Sarà stato un caso o una consapevole "maturazione" della famiglia intera? Vero che questa, è stata la fine di molti ex-democristiani, tutti ravvedutìsi al "nuovo" partito, così solido e abbarbicato che - a Pistoia - è sicuramente una condizione di sicura "necessità" prima di essere "virtù".
RispondiEliminaChissà cosa direbbero i vari Don Giussani, Don Sturzo, Don Murri, insieme a Dossetti, La Pira e De Gasperi! Mutatis mutandi anche questa volta?
Grazie e buon lavoro
MDB