martedì 25 dicembre 2012

CARO MANSUETO, ECCO LA MIA RISPOSTA AL TUO ‘NATALE SEVERO’…

di EDOARDO BIANCHINI

UN NATALE SEVERO
di Mansueto Bianchi
Vescovo di Pistoia

Pistoia, 22 dicembre 2012 – Giungiamo anche quest’anno alla festa del Natale. È stato un cammino faticoso, una strada che ci è sembrata più lunga e pesante del solito: non ci ha accompagnato il suono un po’ aspro eppure carico di ricordo e di dolcezza delle cornamuse, ma l’incubo della crisi che non cessa, del lavoro che manca a cinquantenni senza speranza ed a giovani senza futuro. Ci ha accompagnato lo stordimento di settori politici che sembrano incapaci a capire, a trovare un brandello di unità e di convergenza sui mali seri del Paese, sulla rabbia serissima di tante persone.
Ci scandalizza e ci indigna l’irresponsabilità mentre il Paese affonda!
Ed in questa steppa ecco di nuovo il Natale!

È un Natale severo: non solo per i consumi e per le liturgie festaiole, ma per il messaggio che porta con sé.
Il Natale quest’anno ci dice che dobbiamo diventare più seri e più esigenti verso noi stessi, non solo perché si riducono le risorse materiali, ma perché un tempo di crisi ci obbliga a dire quali sono le cose essenziali per la nostra umana dignità, quella a cui non possiamo rinunciare se non vogliamo abdicare a noi stessi.
Ci obbliga a dire cosa abbiamo diritto di attenderci dagli altri, dalle istituzioni, dallo Stato e cosa abbiamo il dovere di dare.
Me lo sono chiesto, ed ho risposto che dagli altri mi aspetto la partecipazione, la comprensione, la solidarietà, la reciprocità.
Dallo Stato mi aspetto l’attenzione e la vicinanza concreta alla vita della gente, ai problemi con i quali dobbiamo ogni giorno combattere, spesso risultando sconfitti, senza sapere a chi rivolgerci e neppure con chi arrabbiarci.
Dallo Stato mi aspetto che mi si presenti con il volto e la dignità delle Istituzioni e delle persone che le rappresentano che hanno rispetto di se stesse e perciò hanno rispetto di me.
Mi aspetto che non sia uguale per tutti nel chiedere e nel dare, ma che sia di parte: nel chiedere a chi ha di più e nel dare a chi ha di meno riducendo la forbice in crescita inarrestabile tra ricchi e poveri. Dallo Stato mi aspetto leggi comprensibili e misurate che esprimano, fino all’evidenza, la passione per il bene comune, la democrazia, la partecipazione: mi aspetto che ci dia l’orgoglio di essere Italiani ed Europei.
Dallo Stato mi aspetto che si meriti il rispetto che dice di meritare e che esige di ricevere.
Ed io cosa sono disposto a dare? Prima di tutto ciò che “devo”: la giustizia verso le persone e verso lo Stato; il senso del dovere come un imperativo etico profondo, irrinunciabile; l’attiva partecipazione perché la società e la città vivono anche di me; il rifiuto della furbizia, del favore, del sotterfugio per ottenere con scorciatoie ciò che mi spetta sulla strada ampia e retta della legge; un modo diverso di rapportarmi alle cose, ai beni, ai consumi, che non consumi il futuro del mondo; il mio tempo, le mie energie, le mie risorse per chi è più debole e da solo non ce la farà mai.
Un Natale severo certo, per questi e mille altri motivi forse più importanti o solo più personali di questi.
Un Natale severo perché torna a dirci che il Signore ci ama più di quanto siamo capaci di voler bene a noi stessi e di volercene tra noi, ci è vicino più di quello che riusciamo ad esserlo gli uni con gli altri, ha stima e fiducia negli uomini e nelle donne di questo tempo oltre ogni aspettativa ed ogni merito.
Un Natale severo perché ci prende sul serio, come abbiamo bisogno che sia. Anche noi pistoiesi.

Caro Mansueto,
chi ti scrive è il giornalista che, per la festa di San Francesco di Sales, tu accusasti di tirarti delle tremende sciabolate.
Caro Vescovo, come vedi non posso fare diversamente e forse – credente come sei – tu potrai capire che anche attraverso gli sciabolatori potrebbe manifestarsi il disegno del tuo Dio.
Nella tua lettera natalizia – pubblicata dapprima sul Tirreno e, in seguito, sulla Nazione – noto che tocchi tutti i temi della Terra; sfiori appena quelli del cielo; non rammenti neppure una volta il nome di Gesù: di quel Cristo, di cui si festeggia oggi, questo evento. E anche questo mi pare un po’ anomalo, se me lo consenti.
Ma quello che va oltre, e che ha toccato la mia coscienza profonda di profondo scettico sulla vera esistenza di un vero unico Dio, sono queste tue assolutamente mirabili parole, che hanno fatto scattare in me la rabbia dell’infedele (tu, nella tua divagazione anche di rabbia parli, appunto) per la profonda falsità con cui io le ho sentite pronunciate: del resto non potrai né odiarmi né perseguitarmi, ma dovresti – se mai – chiamarmi a te, a braccia aperte (cosa che non farai), per cercare di parlare con quella che nella tua terminologia si definisce semplicemente una ‘pecorella smarrita’.
Eccole le tue parole che non suonano come dovrebbero:

Ed io cosa sono disposto a dare? Prima di tutto ciò che “devo”:
1. la giustizia verso le persone e verso lo Stato;
2. il senso del dovere come un imperativo etico profondo, irrinunciabile;
3. l’attiva partecipazione perché la società e la città vivono anche di me;
4. il rifiuto della furbizia, del favore, del sotterfugio per ottenere con scorciatoie ciò che mi spetta sulla strada ampia e retta della legge;
5. un modo diverso di rapportarmi alle cose, ai beni, ai consumi, che non consumi il futuro del mondo;
6. il mio tempo, le mie energie, le mie risorse per chi è più debole e da solo non ce la farà mai.

Di tutte le cose che rammenti, caro Mansueto, Vescovo di questa città del silenzio utile, io non te ne ho viste dare né fare una:
1. non la giustizia verso le persone e verso lo Stato perché tu, pur conoscendo (insieme a tutti gli altri poteri forti di questa città) situazioni anomale e ingiuste, niente hai fatto per raddrizzarle, ma tutto hai fatto per fingere di non vederle – e non chiedermi di dartene la prova perché sai benissimo che la prova ce l’hai; che te l’ho mandata io, per raccomandata: una prova chiara, esplicita e certa; una prova che condividi, nel più assoluto silenzio, con tutti gli altri poteri di questa città, a cui pure io l’ho mandata, sempre per raccomandata – perché domani non doveste dire che non sapevate...
2. non il senso del dovere come imperativo etico, perché chi tale sentimento lo vive, non tace la verità, ma la grida come il tuo Vangelo predica, inutilmente, da oltre 2000 anni…
3. non l’attiva partecipazione, perché altrimenti ti saresti dato e ti daresti da fare perché certe oscenità, che vivono e crescono in questa città del silenzio, fossero scoperte, additate e corrette, dato che tu ne avresti forza e potere per questo nobile e doveroso fine…
4. non il rifiuto della furbizia, del favore e del sotterfugio, perché con i furbi, i favoristi, i sotterfugisti che ti sono vicini e ti ruotano intorno, tu ci vivi e ci parli senza – mi pare – farti troppi problemi, e ben lontano dalla «strada ampia e retta della legge»…
5. non so quanto hai dato di un modo diverso di rapportarti alle cose, ma, date le premesse, la mia prognosi non ti è affatto favorevole, caro Mansueto…
6. non il tuo tempo e le tue energie e le tue risorse per chi è più debole: o altrimenti stopperesti, senza mezzi termini e senza titubare, ciò che di non chiaro si muove a Pistoia, di cui tu sei a conoscenza e per cui niente fai – e lo faresti pure a rischio della tua stessa persona come il tuo Dio e il tuo Signor Gesù Cristo comandano.
Di fatto io ti vedo partecipare a tutte le manifestazioni umane e mondane: ma non ti vedo dare sufficiente testimonianza di contrastare e combattere tutti quei mali di cui parli, né ti vedo avvalorare tutti quei valori che tu ci proponi.
Di fatto ti vedo ben incline a trattare con tutti i poteri cittadini – Comune, Apr, Tvl, Fondazioni bancarie importanti, Asl e altro ancora –, mentre a me, che più volte ti ho scritto, non hai mai dato un misero cenno di risposta e mi definisci solo e semplicemente uno che tira sciabolate, forse perché non vuole genuflettersi senza mettere in discussione la tu teocratica autorità.
Tu smentisci, in questo, caro Mansueto, la tua natura e la tua superiore missione.
Ma fintanto che non saprai ascoltare gli altri per quello che dicono in verità – e non negar loro ascolto per quello con cui contrastano gli interessi tuoi e di Santa Madre Chiesa –, quella Santa Madre Chiesa, in nome della quale tu parli, non potrà che essere perdente, perché risulterà incredibile, inattendibile e non autorevole nelle profonde contraddizioni che gli ultimi, anche i più diseredati, se hanno un briciolo di capacità di ragionare, saranno capaci di intravedere in essa.
La Chiesa non è tale perché ha una sua dottrina sociale o ha preti che votano a sinistra. La Chiesa è quella del Vangelo, caro Mansueto, e non certo di quello che autorizza Ivano Paci a dedicarsi alla politica, o Luigi Egidio Bardelli a festeggiare il 50ennario dell’Apr, che tu sai – perché io te l’ho fatto vedere nei fatti e nella legge – non esiste, pur se incassa dall’Asl (anche se non ne ha assoluta legittimazione) oltre 500mila euro il mese tolte dalle tasche dei pistoiesi mangiati dalla crisi. Pensaci! Questo tu sai e di questo, anche tu, sei corresponsabile nel silenzio che non porta alla luce la verità e che, quindi, rinnega la Veritas di Cristo stesso.
Perdonerai, infine, la mia sfacciataggine nel darti del tu: ma la giustificherai capendo che un ‘abbandonato da Dio’ come me, non commette certo un reato o una grave mancanza di rispetto nel rivolgersi a te come tu, Vescovo, quando ti rivolgi al tuo stesso Dio. Del resto nell’ebraico, e Gesù era un ebreo, il lei non esiste, come mi ha insegnato una mia allieva di Tel Aviv.
Nel giorno di Natale, pensa dunque un po’ anche a quello che ti ho scritto, che leggerai e a cui non risponderai.
Te l’ho scritto senza superbia, Mansueto: ma con la severità con cui tu hai auspicato il Natale a tutti noi.
Con gli auguri più sinceri dell’infedele
Edoardo Bianchini
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[Martedì 25 dicembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

9 commenti:

  1. Ho letto e riletto tante volte questi documenti , li trovo interessanti e degni di riflessioni. Non leggo di solito i blog, non ne sono una fruitrice, ma per mancanza di tempo, e non altro, ricorro alla lettura di giornali per abitudine e percheì averli tra le mani e sfogliarli mi mette direttamente in contatto con le notizie e con chi le scrive.Perchè non ci sono commenti ? eppure sia la lettera del Vescovo di Pistoia, che la risposta del giornalista Bianchini, meritano piu' che un commento. Il primo, è il pastore che richiama i suoi uomini e le sue donne ad u n impegno che ciscuno di noi che si dice cattolico e credente, è tenuto ad assumere. Cristo lo ha fatto , noi spesso lo dimentichiamo. Testimoniare nella vita personale , e sociale e politica, quegli insegnamenti Cristiani , quei valori e quei principi di partecipazione, solidarietà, attenzione e accoglienza dell'altro, rispetto delle regole"date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di DIo...." principi di uguaglianza e sostegno dei piu' deboli. L'obbligo morale a difendere cio' che è pubblico, perchè è di ciascuno ed è anche il frutto di sacrifici dell'intera collettività .Tutto questo è ben descritto nella lettera del Vescovo che mi appare bella nella sua semplicita' , come a ricordare a ognuno di noi , distratto da problemi che una crisi etica, morale e culturale ha generato ,con tutte le problematiche conseguenti di precarietà sotto ogni aspetto, oltre che economico e lavorativo.il proprio dovere di cittadino cattolico credente e spesso praticante. Tenere l'attenzione e l'impegno vivi come unici strumenti di testimonianza a salvaguARDIA del nostro paese, della nosrta società, dei nostri figli. Ma non si possono ignorare nemmeno le questioni sollevate da chi scrive e si firma come l'infedele. Sono questioni che ci inducono a domandarci quanto di quello che è nelle nostre facolta', viene esercitato per quei principi e quei valori di cui prima si parlava. E', mi pare di capire, un richiamo anche questo,alle responsabilità personali e collettive di tutti ,.in sostanza non basta solo riordarcelo, dobbiamo proprio far si che le nostre vite, le nostre scelte, i nostri comportamenti siano in linea e quindi coerenti con quanto il nostro vescovo scrive. Credo di aver capito che il giornalista infedele voglia dirci come poi, nel nostro privato quotidiano, nelle nostre relazioni sociali, sul lavoro, non ci sia aderenza con quanto si scrive prima. E non trovo affatto Infedele chi si firma così, ma solo un uomo che vuole attraverso il suo scrivere denunciare la nostra incoerenza e talvolta la mancanza di responsabilità. .....Un po' come dire si predica bene e si razzola male, tutti ,nessuno escluso, compreso me . Tentiamo poi a deresponsabilizzarci, a delegare ad altri , aspettando che qualcosa possa avvenire senza pero' rischiare la propria faccia. Cercando di mantenere inalterati equilibri che potrebbero mettere a soqquadro le nostre vite. Mi sembra piuttosto che l'infedele urli la sua voglia di fede, di uomo deluso, offeso nella ricerca di percorsi, scelte e significati che diano senso al nostro essere uomini coerenti con la nostra appartenenza al cristianesimo . vissuto qui , ogni giorno, sempre, in ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Senza piu' aspettare. La lettera del mio vescovo la faccio mia, ma comprendo e ritengo degne di attenzioni le questioni poste dal giornalista, poichè anche queste mi riguardano, come cittadina, come donna.

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  2. Sicuramente Sua Eminenza non avrà problemi a rispondere.
    Dategli tempo...

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  3. Eccellenza, prego.
    Per Eminenza gli ci vuole ancora un po'. In fondo aspira a quello, sennò che gusto c'è a rappresentare l'Altissimo?
    Ma cnora ci ha da sudare.

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  4. Sia lodato Gesù Cristo,
    Così il mio Curato(tanti anni fa)mi ha insegnato a salutare....
    Lei è il mio Vescovo,prima della sua venuta a Pistoia fù preceduto da una fama che, avrebbe interrotto il ciclo del Vescovo Scatizzi cominciò bene,pensionando Monsignor Frosini ma, poi.....
    Nominò Don Paolo Tofani,direttore della Caritas:Personaggio fautore della teoria della "Liberazione" in aperto contrasto con Santa Romana Chiesa e usa la chiesa di Agliana per professare e spargere il "suo seme" come una qualsiasi chiesa protestante. Un giorno porto in chiesa addirittura Don Santoro,gay,aborto ecc....
    L'ultimo Prete,con la P maiuscola, con la tonaca ad Agliana è stato è stato il Priore Don Sinibaldo Sottili poi.....Le faccio una sola domanda:
    "Come si riconoscono i preti fra la gente comune"?
    NON vogliono essere riconosciuti perché si vergognano ?
    Perdoni la mia ignoranza, non sono un teologo.
    Che Dio mi perdoni se, ho detto delle cose sbagliate e se le ho mancato del rispetto dovutoLe.
    Con ossequi
    Pier Vittorio Porciatti
    e mail personale: piervittorioporciatti@ifogli.it

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  5. Aspettavo almeno un commento di Sua Eccellenza Bianchi Mansueto........Mah!...... io sono cristiana cattolica praticante ...ma in tanti punti concordo con Bianchini perchè la chiesa di Pistoia ha tanti punti che non hanno niente che somiglino al vivere il Vangelo ...

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  6. Papa Benedetto , alla sua età, non disdegna il mezzo Twitter.
    Mansueto Vescovo, invece................

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  7. Visto che MOLTISSIMI hanno commentato, credo sia giunto il momento di esprimere anche la mia opinione a riguardo. Non sono credente, non sono praticante E TALE RIMANGO: di conseguenza, tanto le pastorali quanto le relative - legittime - critiche, suscitano in me lo stesso interesse che suscitano, nello sciatore in settimana bianca, le previsioni meteo su Viareggio.

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  8. Caro Edoardo, ci conosciamo da tanti anni e tu sai che ho fatto la difficile scelta, da prete cattolico, di abbracciare altri lidi. Ma non per per la tua "coscienza profonda di profondo scettico sulla vera esistenza di un vero unico Dio" ma proprio al contrario per trovare questo Dio ed il figliol suo Gesù Cristo, nella più antica e profonda tradizione dell'oriente greco-ortodosso. Non ho il piacere e l'onore di conoscere l'attuale vescovo Mansueto, se non per un fugace incontro natalizio in prefettura dove me lo presento l'amico can. Firindelli, e spero di poterlo incontrare presto per discutere di molte cose. Mi turba pero quello che dici a proposito della lettera di Natale che non conterrebbe nemmeno il Nome di Gesù. Sei sicuro di averla letta tutta e con attenzione senza soffermarti solo sugli aspetti più consonanti con la tua coscienza scettica, che pur sai che rispetto come rispetto la coscienza di tutti? Ti invito a rileggerla. Io mi trovo ora in Sicilia per una visita Pastorale alla mia parrocchia di Barcellona, ma ho avuto quaggiù la triste notizia della morte del Pievano di Tizzana. Non ho avuto l'onore di conoscere nemmeno lui ma i ricordi d'infanzia mi legano talmente a quel luogo che ho bisogno di usare il tuo spazio per esprimere a quella gente il mio più profondo dolore e l'assicurazione della mia povera preghiera. Mi perdonerai.
    Per tornare al tuo intervento sono d'accordo che Pistoia ha bisogno di molte cose e molte sono da correggere. Ma non so se e compito dei vescovo farlo, ove non siano cose che, almeno indirettamente, hanno a che vedere con la fede.
    A te ed a tutti i lettori di questo blog i miei migliori auguri.... sai che il Natale per me ha ancora da venire, e sarò a Pistoia per celebrarlo. A te un abbraccio.
    Silvano di Luni

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