di Mauro Banchini [*]
Dossier 2012 della Caritas diocesana su
povertà e risorse – In crescita le persone accolte: a fine anno si arriverà a
superare quota 6 mila – Confermata la crescita degli italiani e delle persone
che “mai avrebbero pensato di rivolgersi a Caritas”
PISTOIA.
“Possiamo essere creta che viene male sette volte, ma saremo rimessi sul tornio
otto volte”. Parte citando Geremia, profeta del Vecchio Testamento, il dossier
2012 di Caritas pistoiese su “povertà e risorse”. Un Geremia che lancia un
forte messaggio di fiducia nel Signore (“Dio non ci butta mai via: ci rimette
sul tornio, ci riprende, ci lavora ancora con la pressione delle sue dita, con
il calore del palmo della sua mano”): un Geremia che ricorda a tutti, anche ai
più deboli e ai più fragili, che “non siamo mai inutili, mai da buttare per il
Signore”.
È dunque un messaggio di resistenza e di
speranza quello sottinteso nell’ormai tradizionale appuntamento di fine anno
con Caritas diocesana che questa mattina, in Aula Magna del Seminario, ha
convocato “umili e potenti” per raccontare una Pistoia che soffre, ma anche una
Pistoia che – sottolinea Marcello Suppressa, direttore di Caritas – non vuole
piangersi addosso e intende comunque rimboccarsi le maniche per allargare il
varco nei segni di speranza”. Laddove per Pistoia non si intende solo la città
capoluogo, ma l’intero territorio di una diocesi che inizia all’Abetone e si
estende fino al Montalbano di Vinci.
Quattro i capitoli del dossier, curato da
Stefano Simoni e Giovanni Cerri e realizzato in stretta collaborazione con l’equipe
di Caritas diocesana: Sara Lupi, Francesca Meoni, Rita Ragno oltre che il
direttore Suppressa e il vicedirettore don Paolo Tofani. Un dossier quest’anno
intitolato “rEsistiamo”, con un significativo gioco di maiuscole che rende bene
la duplice natura di questo lavoro: non solo un grido di “resistenza” contro le
ingiustizie che determinano le povertà, ma anche un appello alla “esistenza” e
alla voglia di non arrendersi per lottare in favore della dignità di ogni
essere umano partendo proprio dai più fragili.
Il capitolo più corposo (quello con i
numeri) ne precede uno dedicato alla narrazione di 4 storie, racconti di
esistenze vere (due donne e due uomini, due italiani e due stranieri) che a
Pistoia si sono incrociate negli spazi di Caritas diocesana e che la struttura
di Caritas ha preso a emblema di tutte le altre. Segue un capitolo con
riflessioni e proposte. Conclude un contributo dall’ufficio diocesano per la
Pastorale con la famiglia.
La presentazione, avvenuta alla presenza
del vescovo Mansueto Bianchi, è stata caratterizzata dalla presenza di padre
Adriano Sella, un religioso che coordina una “rete” particolare che unisce
molte diocesi italiane, fra cui la stessa Pistoia, nel comune denominatore dei
“nuovi stili di vita”. Un concetto, questo, che piace molto in Caritas Pistoia
e rimanda a questioni su cui sia il vescovo che padre Sella si sono soffermati:
il ruolo della pubblicità, la scoperta di una sobrietà da intendere non come
obbligo derivante dalle difficoltà economiche ma come auto-consapevolezza
rispetto alla centralità di valori alternativi, gli indebitamenti derivanti (ad
esempio con il gioco d’azzardo e con videopoker o slotmachine) da stili di vita
sconclusionati, la incapacità nel gestire in modo sostenibile e intelligente le
risorse economiche, il ruolo di certi programmi televisivi nel veicolare
bisogni che portano a moderne forme di schiavitù, la debolezza delle
controproposte educative, le incapacità delle famiglie.
E a proposito di scelte, Caritas diocesana
quest’anno – nella presentazione del rapporto – ne ha volute intraprendere
alcune di natura evidentemente simbolica: poche le copie stampate su carta,
anche come contributo alla sostenibilità ambientale, ma molte le chiavette USB
distribuite con il testo in digitale; per le confezioni dei dossier ci si è
affidati a “Integra”, una cooperativa sociale promossa dal “Pozzo di Giacobbe”
con donne immigrate e italiane. E la presentazione, cui sono state invitate
persone in difficoltà ogni giorno ospitate nei Centri Caritas, si è conclusa
con un pranzo – aperto a tutti – con la mensa di Caritas che, per un giorno, ha
chiuso i battenti e si è trasferita in via Puccini.
1.700 PERSONE ACCOLTE NEL 2011, MA NEL
PRIMO SEMESTRE 2012 GIA’ RAGGIUNTA “QUOTA” 1.434
Per la precisione sono 1.734 le persone
ascoltate nel 2011 nei 7 Centri di ascolto della rete Mirod (Messa In Rete
Osservatori Diocesani) presenti in diocesi di Pistoia: Pistoia (due), Agliana,
Quarrata, Poggio a Caiano, Carmignano, Oste. Un dato stabile rispetto ai due
anni precedenti, ma con un incremento del 38,2% rispetto a 2008. Fino a tre
anni fa gli italiani erano poco meno di un quarto del totale delle persone
accolte: adesso sfiorano il 44%.
L’età media delle persone accolte è in
costante, sensibile, aumento: per gli italiani si situa a 49 anni (erano 41 nel
2004) e per gli stranieri a 39 anni (33 nel 2004). Le persone accolte hanno
dichiarato, complessivamente, di avere a carico 2.415 figli. Sommando dunque le
persone ascoltate con l’eventuale coniuge/convivente e i figli coabitanti si
raggiunge un totale di 4.839 persone (“Una stima certamente per difetto
rispetto al numero complessivo delle persone in realtà coinvolte”). Non poco
considerando che il territorio di riferimento è abitato da circa 160 mila
persone.
I dati si soffermano poi su tre aspetti:
mancanza o inadeguatezza dell’alloggio; disoccupazione (questa colpisce il
63,9% della persone); provenienze degli stranieri (al primo posto il Marocco,
con il 29,8%, un dato in crescita sugli anni precedenti). Al primo posto, fra
le problematiche poste dalle persone agli sportelli Caritas, la povertà di
risorse materiali (43,8%); seguono, il lavoro (22% sommando disoccupazione,
sottoccupazione e sfruttamento), la famiglia (11,8%), la casa (6%), la salute
(4,9%), le dipendenze da sostanze e gioco (2%).Più del 55% delle richieste
esplicitamente fatte alla Caritas riguarda beni e servizi materiali: un dato,
questo, in crescita sensibile (l’anno scorso si era sul 47%).
In netto calo le domande di lavoro anche in
conseguenza del fatto – scrive il rapporto – che i Centri Caritas riescono
raramente, in questi anni di crisi, a poter garantire un supporto adeguato
nella ricerca di occupazione. Cresce la rilevanza percentuale delle richieste
di sussidi economici (dal 10,2% del 2009 al 18,9% del 2011).
Una sezione nel capitolo sui dati riguarda
anche i primi semestri: se nei primi sei mesi del 2008 furono ascoltate 760
persone (salite a 1.055 e a 1.256 nei primi semestri dei due anni successivi
per stabilizzarsi, un anno dopo, a quota 1.254), da gennaio a giugno dell’anno
in corso il grafico ha ripreso a salire raggiungendo una quota (1.434)
decisamente rilevante, un aumento del 14,4%. Ben 1.072 sono le persone
ascoltate nei centri di Pistoia città (le restanti 177 e 185 si sono
presentate, rispettivamente, nei Centri del Montalbano e in quelli di
Agliana/Oste).
Da notare – e il Dossier lo sottolinea –
che i dati effettivi sulla povertà a disposizione della Chiesa pistoiese
salirebbero “a cifre ben maggiori” di quelle presentate nel dossier se si
tenesse conto del fatto che aree importanti, in diocesi, come Montale,
Serravalle, Casalguidi e l’intera Montagna non fanno ancora parte delle rete
diocesana: oltretutto, nella stessa città, solo alcune parrocchie partecipano
alla rilevazione dei dati.
Il dossier prosegue contando non solo il
numero delle persone accolte ma anche quello delle visite che quelle persone
hanno, in realtà, effettuato: il dato che qui balza evidente è il sostanziale
raddoppio delle visite registrate nei primi sei mesi degli ultimi due anni:
erano 5.814 nel primo semestre 2011, sono balzate a 11.378 l’anno successivo.
Questo significa che ciascuno fra le persone accolte dai Centri Caritas, se nel
2008 si limitava a 2,4 visite che erano già salite a 4,1 l’anno successivo, nel
primo semestre di quest’anno ha toccato quota 7,9 (erano 4,6 lo stesso periodo
dell’anno precedente): in pratica quasi 8 visite, in media, in un solo
semestre, oltre una al mese. “Cifre notevoli, commentano in Caritas. Così come
notevole il dato sull’incremento degli italiani: dal 27% del primo semestre
2008 si è saliti al 44,8 del primo semestre 2012 (“L’impoverimento della
persona, in particolare italiana e in modo speciale della famiglia nel suo
complesso, risulta in costante crescita”).
Un dato, ancora informale e diffuso da
Caritas fuori dossier: allo scorso 10 dicembre le persone ascoltate nei 7
Centri monitorati erano già quasi 1.970. È dato per sicuro che alla fine di
questo 2012 si arriverà a superare “quota” 2.000 con una stima, compresi i
familiari, che passerà le 6 mila persone. Mai, in passato, sono state raggiunte
cifre simili.
QUATTRO STORIE DI FRAGILITÀ (E DI SPERANZA)
I nomi sono di fantasia, ma i racconti
corrispondono a vicende reali: le narrazioni sono state raccolte durante la
scorsa estate attraverso interviste realizzate dall’Osservatorio diocesano
povertà e risorse. Il dossier le riporta in sei sezioni: storia della famiglia,
cause del disagio, situazione odierna del disagio; rete di relazioni; reti di
assistenza; progetti futuri.
Gilda,
viene da un paese delle valli sopra Pescia, ha 31 anni. È stata abbandonata dal
compagno, vive in affitto ed è disoccupata. Spera di ripartire: sogna un
ristorante vegetariano.
Klevian, è un
muratore e carpentiere albanese, ha 35 anni. È spostato, ha una figlia di 4
anni e sta aspettando un altro figlio.. La sua “discesa” è cominciata con un
aborto spontaneo di sua moglie. Vive in centro, a Pistoia e rischia lo sfratto.
Latifa è
marocchina, ha 50 anni e vive sola dal 2004. Dopo la separazione dal marito è
rimasta sola con tre figli, uno dei quali down. Vorrebbe lavorare ma non trova
nessun lavoro.
Silvestro è di
Firenze, è nato nel 1942 da una famiglia della media borghesia che gestiva un
bar nel centro a Firenze. Vive un forte disagio a causa di investimenti
sbagliati. È sotto sfratto. Vive con la moglie diabetica. Ha una pensione da
530 euro. Dice che gli basterebbe un lavoro da 500 euro, ma a 70 anni nessuno
glielo offre.
PERSONE CHE MAI AVREBBERO PENSATO DI ANDARE
IN CARITAS
Il dossier 2012 è completato con
riflessioni su marginalità e carcere, disagio mentale e immigrazione. In tutte
le Caritas parrocchiali – si scrive – si riscontra non solo “aumenti di
presenze ma soprattutto l’arrivo di persone che non si sarebbero mai immaginate
di trovarsi in situazione di emergenza … I bisogni basilare (cibo e vestiario)
sono spesso i più riscontrati e questo porta i volontari a lavorare nella continua
emergenza, a scapito dell’animazione e della sensibilizzazione in parrocchia,
rischiando quindi di cadere ancora nell’assistenzialismo”.
E la considerazione successiva (“La crisi
che viviamo è materiale ma è anche una crisi di valori: le persone sono sempre
più attaccate a valori superficiali e questo rende difficile un progetto di
promozione umana nella comunità cristiana”) sembra l’assist perfetto per quel
lavoro educativo sui “nuovi stili di vita” che Caritas, anche a Pistoia, vuole
intraprendere.
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[Sabato 15 dicembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Meno male che c'è la Fondazione della Cassa di Risparmio che "dona", con i nostri soldi, una miserabile cifra, anche propagandataalla Caritas.
RispondiEliminaMa non si vergognano?