di LUIGI SCARDIGLI
PISTOIA. Sento dire in giro, un po’ da tutti, che questo che si sta
avvicinando è un Natale triste. Il
tono, sommesso, non parco, ma grigio, sprigiona dal fatto che nelle strade c’è
poca gente a passeggio in cerca di regali e nei negozi ancor meno a comprare
perché di soldi, che fanno la felicità, la felicità del Natale, ce ne sono
sempre meno.
Per Maria però, che Erri De Luca chiamerebbe Miriam, Natale
è veramente tutti i giorni perché tutti i giorni, la sera, all’ora di cena, lei
ed alcuni volontari appartenenti alla neonata Associazione Onlus Raggi di speranza in stazione, arrivano
alla ferrovia e carichi di bevande, alimenti, coperte contro il freddo e tutto quant’altro
possa servire contro i rigori invernali, si mettono a disposizione dei nuovi
poveri, che sono i poveri di sempre più gli anziani disoccupati o i giovani
separati, impossibilitati, questi ultimi, a sopravvivere dovendo anche
sopperire alle spese di mantenimenti particolarmente esigenti, surreali,
ingiusti.
Ma siccome Natale è in procinto di arrivare veramente, Maria
e quelli dell’associazione hanno deciso di dare a questa festività, sempre più
pagana, il suo antico e sepolto valore e sabato prossimo, 22 dicembre, alle 19:30,
nell’atrio della stazione, don Carlo Bonaiuti, parroco di Gello, celebrerà, per
questi ultimi – che si accontenterebbero di diventare penultimi, non certo
primi – messa: il pane come ostia, il vino versato nei bicchieri di plastica.
Dopo, la solita cenetta calda, con quello che i volontari dei Raggi di speranza in stazione
riusciranno a preparare per tempo.
Non si potrebbe, è vero, occorrerebbe un’autorizzazione, ma
tutti gli uomini della Polizia ferroviaria – gente che vive a stretto contatto
con la disperazione dei vecchi e nuovi poveri, tutti i santi giorni – da
sempre, di fronte a questi bivacchi non autorizzati, chiudono non solo un
occhio, ma anche l’altro e aprono il cuore soprattutto, aiutandoli addirittura
a trovare sistemazioni il più riparate possibile per le notti sempre più lunghe
e sempre più gelide.
Già, il freddo. Da Palermo a Bolzano, molti Sindaci, hanno,
sotto la definizione inconfutabilmente controllata di emergenza freddo, aperto le stanze di tutte le strutture possibili,
dando così albergo, un minimo di calore e la speranza di ritrovare la dignità perduta,
a questi sfortunati, che non sono un esercito incontrollato, per ora, ma un contingente
che quotidianamente tende a crescere, irreversibilmente.
A Pistoia, il rifugio per questi vecchi e nuovi clochard, è assicurato dalla riapertura
dell’unica struttura a tale scopo adibita, con una capienza però decisamente
troppo modesta, soprattutto in relazione alla crescente domanda. E poi, gli
ospiti, vengono accolti per soli sette giorni, dopo di che devono tornare a
cercare fuori e alla meglio il luogo dove trascorrere le notti per l’intero
mese successivo, salvo poi essere nuovamente accolti nella struttura per la
durata della settimana calda, più che
bianca.
Insomma, nella nostra città, povertà e amianto, chissà per
quale strano effetto di venti e correnti, non riescono ad essere riconosciuti,
nonostante entrambi stiano nelle ossa e nei polmoni di molti.
Mi sento in dovere, dalle colonne di questo blog, di
rivolgere una preghiera, particolare, a tutti i cattolici e a tutti i comunisti
(chi non appartiene a queste categorie, può sentirsi esentato). Ai primi,
congiungendo le mani, in segno di pia devozione, mi sento in diritto di
chiedere che almeno per questo Natale, memori, certi, delle infernali
condizioni alle quali fu sottoposta l’unica madre vergine della storia nell’atto
del concepimento, ospitino, nelle loro più o meno modeste abitazioni, qualcuno
di questi sfortunati, regalando loro, almeno per una notte, pane, vino, una
doccia bollente e un posto caldo dove dormire.
Ai secondi invece, senza simboli o riti particolari, chiedo
analogo trattamento riservato a compagni meno fortunati di loro in modo tale
che almeno una volta l’anno, e perché no?, proprio a Natale, si ricordino di esserlo
stati comunisti: una volta, se così sia mai stato.
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[Lunedì 17 dicembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
Questa profonda riflessione che hai fatto ci invita a mettere a disposizione degli altri il tempo che abbiamo.... fare qualcosa per qualcuno che sembra non poterti dare niente in cambio da un'immensa gioia..!!
RispondiEliminaMaria