lunedì 17 dicembre 2012

NATALE. RAGGI DI SPERANZA IN STAZIONE

di LUIGI SCARDIGLI

PISTOIA. Sento dire in giro, un po’ da tutti, che questo che si sta avvicinando è un Natale triste. Il tono, sommesso, non parco, ma grigio, sprigiona dal fatto che nelle strade c’è poca gente a passeggio in cerca di regali e nei negozi ancor meno a comprare perché di soldi, che fanno la felicità, la felicità del Natale, ce ne sono sempre meno.

Per Maria però, che Erri De Luca chiamerebbe Miriam, Natale è veramente tutti i giorni perché tutti i giorni, la sera, all’ora di cena, lei ed alcuni volontari appartenenti alla neonata Associazione Onlus Raggi di speranza in stazione, arrivano alla ferrovia e carichi di bevande, alimenti, coperte contro il freddo e tutto quant’altro possa servire contro i rigori invernali, si mettono a disposizione dei nuovi poveri, che sono i poveri di sempre più gli anziani disoccupati o i giovani separati, impossibilitati, questi ultimi, a sopravvivere dovendo anche sopperire alle spese di mantenimenti particolarmente esigenti, surreali, ingiusti.
Ma siccome Natale è in procinto di arrivare veramente, Maria e quelli dell’associazione hanno deciso di dare a questa festività, sempre più pagana, il suo antico e sepolto valore e sabato prossimo, 22 dicembre, alle 19:30, nell’atrio della stazione, don Carlo Bonaiuti, parroco di Gello, celebrerà, per questi ultimi – che si accontenterebbero di diventare penultimi, non certo primi – messa: il pane come ostia, il vino versato nei bicchieri di plastica. Dopo, la solita cenetta calda, con quello che i volontari dei Raggi di speranza in stazione riusciranno a preparare per tempo.
Non si potrebbe, è vero, occorrerebbe un’autorizzazione, ma tutti gli uomini della Polizia ferroviaria – gente che vive a stretto contatto con la disperazione dei vecchi e nuovi poveri, tutti i santi giorni – da sempre, di fronte a questi bivacchi non autorizzati, chiudono non solo un occhio, ma anche l’altro e aprono il cuore soprattutto, aiutandoli addirittura a trovare sistemazioni il più riparate possibile per le notti sempre più lunghe e sempre più gelide.
Già, il freddo. Da Palermo a Bolzano, molti Sindaci, hanno, sotto la definizione inconfutabilmente controllata di emergenza freddo, aperto le stanze di tutte le strutture possibili, dando così albergo, un minimo di calore e la speranza di ritrovare la dignità perduta, a questi sfortunati, che non sono un esercito incontrollato, per ora, ma un contingente che quotidianamente tende a crescere, irreversibilmente.
A Pistoia, il rifugio per questi vecchi e nuovi clochard, è assicurato dalla riapertura dell’unica struttura a tale scopo adibita, con una capienza però decisamente troppo modesta, soprattutto in relazione alla crescente domanda. E poi, gli ospiti, vengono accolti per soli sette giorni, dopo di che devono tornare a cercare fuori e alla meglio il luogo dove trascorrere le notti per l’intero mese successivo, salvo poi essere nuovamente accolti nella struttura per la durata della settimana calda, più che bianca.
Insomma, nella nostra città, povertà e amianto, chissà per quale strano effetto di venti e correnti, non riescono ad essere riconosciuti, nonostante entrambi stiano nelle ossa e nei polmoni di molti.
Mi sento in dovere, dalle colonne di questo blog, di rivolgere una preghiera, particolare, a tutti i cattolici e a tutti i comunisti (chi non appartiene a queste categorie, può sentirsi esentato). Ai primi, congiungendo le mani, in segno di pia devozione, mi sento in diritto di chiedere che almeno per questo Natale, memori, certi, delle infernali condizioni alle quali fu sottoposta l’unica madre vergine della storia nell’atto del concepimento, ospitino, nelle loro più o meno modeste abitazioni, qualcuno di questi sfortunati, regalando loro, almeno per una notte, pane, vino, una doccia bollente e un posto caldo dove dormire.
Ai secondi invece, senza simboli o riti particolari, chiedo analogo trattamento riservato a compagni meno fortunati di loro in modo tale che almeno una volta l’anno, e perché no?, proprio a Natale, si ricordino di esserlo stati comunisti: una volta, se così sia mai stato.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 17 dicembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. Questa profonda riflessione che hai fatto ci invita a mettere a disposizione degli altri il tempo che abbiamo.... fare qualcosa per qualcuno che sembra non poterti dare niente in cambio da un'immensa gioia..!!
    Maria

    RispondiElimina

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.