di LUIGI SCARDIGLI
PISTOIA-MONTAGNA. Non so a cosa dare la precedenza, stamani. Alle emozioni,
forti, ulteriormente suggestionate dal surreale paesaggio lunare causato dall’improvvisa
e abbondante nevicata che ha imbiancato le pendici e reso un po’ più
difficoltose le operazioni Treno dei mercatini,
o alla desolante constatazione che il tempo, parecchio, circa 80 anni, sia
andato avanti non nello stesso modo e soprattutto non per tutti.
Sull’Etr 232 infatti, sul quale sono salito alle 11 per la
seconda mandata di questo piccolo suggestivo viaggio – nato, il convoglio, nel
1939 per orgoglio sottoscritto del Duce –, la distanza Firenze-Bologna si
copriva in 38 minuti e, in direzione Milano, questo trenino che porta benissimo
il tempo che si porta sulle rotaie, toccava la velocità massima di 203 kmh e
media di 170! Me lo ha confidato un addetto ai lavori, che mi ha mostrato, con
un pizzico di orgoglio, non so se anche nostalgico, il telegramma inviato da
Benito Mussolini il 20 luglio 1939 e con il quale si fregiava, nel suo regime
alle porte con la catastrofe, di questo fiore all’occhiello delle
comunicazioni. Lo stesso loquace macchinista ha poi aggiunto che prima del
secondo conflitto mondiale, in Italia, i mezzi su rotaia non erano all’avanguardia,
ma di più. Poi, ha detto con profonda desolazione, è arrivata l’Agnelli dinasty e i treni sono stati
messi in un angolo: bisognava vendere le macchine.
Il treno
dei mercatini comunque è un’iniziativa gradita e
simpatica e oltremodo importante, perché questa parte dell’Appennino rischia,
seriamente, di venire definitivamente abbandonata al proprio inesorabile
destino e queste manifestazioni, non foss’altro, hanno l’indiscutibile valore
di dimostrare quanto sia sciocco, improduttivo, delittuoso dimenticarsi di
questo inestimabile patrimonio, derubato, chirurgicamente, dall’industria e dal
suo potere urbanocentrico, sottrazione indebita che ha terminato il proprio
illegale lavoro con la balla della globalizzazione, che ha favorito e
incentivato gli scambi virtuali, asettici (facebook e dintorni), ma ucciso il
contagio.
La giornata, articolata sulle visite guidate a punti
nevralgici di questa cometa al contrario, è stata realizzabile grazie ad una
poderosa sinergia tra la Provincia, Trenitalia e le varie Pro Loco interessate
all’evento: cinque partenze dalla stazione di Pistoia, alle 9, alle 11:05, alle
13:46, alle 16:14 e ultima corsa, alle 18, con brevi e fugaci fermate alle
dimenticate, prima che soppresse, Piteccio, Castagno e S. Mommè, per arrivare a
Pracchia, meta ultima della gita. Ovunque, lungo la via, prodotti tipici,
indigeni accoglienti, naturale e incrollabile ospitalità, leggermente
vanificata da una situazione meteorologica che ha cambiato del tutto, nel tardo
pomeriggio di ieri, le carte in tavola e i programmi delle escursioni.
Il calore, comunque, non è mancato. Anzi. L’irrigidimento
delle temperature ha indotto, i gitanti, a stringersi un po’ e sulle tavolate
improvvisate nelle Pro Loco e nei punti ristoro, si è consumata parecchia comunione, che è quel particolare tanto
professato dalle regole evangeliche e così poco rispettato, indifferentemente,
dai suoi seguaci e dai suoi detrattori.
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Foto di Luigi Scardigli.
Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 8 dicembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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