sabato 8 dicembre 2012

TRENO DEI MERCATINI. UN FREDDO POLARE, MA IL CALORE UMANO NON È MANCATO

di LUIGI SCARDIGLI

PISTOIA-MONTAGNA. Non so a cosa dare la precedenza, stamani. Alle emozioni, forti, ulteriormente suggestionate dal surreale paesaggio lunare causato dall’improvvisa e abbondante nevicata che ha imbiancato le pendici e reso un po’ più difficoltose le operazioni Treno dei mercatini, o alla desolante constatazione che il tempo, parecchio, circa 80 anni, sia andato avanti non nello stesso modo e soprattutto non per tutti.
Sull’Etr 232 infatti, sul quale sono salito alle 11 per la seconda mandata di questo piccolo suggestivo viaggio – nato, il convoglio, nel 1939 per orgoglio sottoscritto del Duce –, la distanza Firenze-Bologna si copriva in 38 minuti e, in direzione Milano, questo trenino che porta benissimo il tempo che si porta sulle rotaie, toccava la velocità massima di 203 kmh e media di 170! Me lo ha confidato un addetto ai lavori, che mi ha mostrato, con un pizzico di orgoglio, non so se anche nostalgico, il telegramma inviato da Benito Mussolini il 20 luglio 1939 e con il quale si fregiava, nel suo regime alle porte con la catastrofe, di questo fiore all’occhiello delle comunicazioni. Lo stesso loquace macchinista ha poi aggiunto che prima del secondo conflitto mondiale, in Italia, i mezzi su rotaia non erano all’avanguardia, ma di più. Poi, ha detto con profonda desolazione, è arrivata l’Agnelli dinasty e i treni sono stati messi in un angolo: bisognava vendere le macchine.
Il treno dei mercatini comunque è un’iniziativa gradita e simpatica e oltremodo importante, perché questa parte dell’Appennino rischia, seriamente, di venire definitivamente abbandonata al proprio inesorabile destino e queste manifestazioni, non foss’altro, hanno l’indiscutibile valore di dimostrare quanto sia sciocco, improduttivo, delittuoso dimenticarsi di questo inestimabile patrimonio, derubato, chirurgicamente, dall’industria e dal suo potere urbanocentrico, sottrazione indebita che ha terminato il proprio illegale lavoro con la balla della globalizzazione, che ha favorito e incentivato gli scambi virtuali, asettici (facebook e dintorni), ma ucciso il contagio.
La giornata, articolata sulle visite guidate a punti nevralgici di questa cometa al contrario, è stata realizzabile grazie ad una poderosa sinergia tra la Provincia, Trenitalia e le varie Pro Loco interessate all’evento: cinque partenze dalla stazione di Pistoia, alle 9, alle 11:05, alle 13:46, alle 16:14 e ultima corsa, alle 18, con brevi e fugaci fermate alle dimenticate, prima che soppresse, Piteccio, Castagno e S. Mommè, per arrivare a Pracchia, meta ultima della gita. Ovunque, lungo la via, prodotti tipici, indigeni accoglienti, naturale e incrollabile ospitalità, leggermente vanificata da una situazione meteorologica che ha cambiato del tutto, nel tardo pomeriggio di ieri, le carte in tavola e i programmi delle escursioni.
Il calore, comunque, non è mancato. Anzi. L’irrigidimento delle temperature ha indotto, i gitanti, a stringersi un po’ e sulle tavolate improvvisate nelle Pro Loco e nei punti ristoro, si è consumata parecchia comunione, che è quel particolare tanto professato dalle regole evangeliche e così poco rispettato, indifferentemente, dai suoi seguaci e dai suoi detrattori.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 8 dicembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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