di Luigi
Scardigli
Dimostrazione pro-Vietnam |
A breve uscirà un’altra raccolta di poesie e poco più in là, un diario: di bordo, chissà, o una semplice clessidra, quella che trova la propria ragion d’essere solo se, a ritmi di tempo cadenzati, qualcuno si prende la briga di capovolgerla. E farla resistere.
Roberto Carifi, anche ieri, nel pomeriggio, ha aspettato che
il sole fosse meno cocente e un po’ più obliquo prima di decidersi di uscire di
casa; di solito, la sua prima destinazione è la libreria Lo Spazio, che sta proprio sull’altro lato del marciapiede della
sua abitazione, in via dell’Ospizio.
Con questa umidità, invece, Roberto preferisce svoltare l’angolo
e dirigersi verso il centro, ma fermandosi immediatamente: c’è un negozio,
chiuso per ferie estive, che offre, al poeta, un appiglio straordinario; un
solido scalino in marmo, abbastanza alto da consentirgli di sedersi e rialzarsi
senza problemi.
Tace, osserva, saluta; spesso senza sapere chi si tolga il
cappello al suo cospetto, con riverenza.
La lentezza impostagli dalla malattia ha accentuato, nel
florido dna dell’ex professore di filosofia, il suo profilo più sadico, seppur
mansueto.
Con Mauro Matteucci |
Provo ad intavolare un argomento, prendendo spunto da alcune
foto che il mio Direttore ha scovato chissà perché e chissà dove con lui, il
Professor della rivolta, ritratto in
compagnia di alcuni amici, che non si sono, negli anni, limitati ad apprezzarlo
e stimarlo, ma lo hanno amato, talvolta provato persino ad emulare, in
definitiva irraggiungibilmente ossequiato.
Inanello riferimenti, colori, sensazioni.
Carifi tace, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo. È vero,
porta occhiali da sole e io gli sono seduto a fianco, alla sua destra: per
guardarmi, e pacificamente comunicarmi tutto il suo totale disinteresse,
dovrebbe fare uno sforzo che la situazione, così anonima e priva di qualsiasi
cosa, non merita davvero.
Il 9 gennaio del 2013, Roberto Carifi sarà alla Smilea, a
Montale. Immagino l’argomento, ma per non sprofondare in banalità, evito di
chiederglielo. A guidare le danze, ci sarà uno dei suoi allievi prediletti,
colti, scanzonati, brillanti, umili, altezzosi: Massimo Baldi. Quando si
rivolge a Roberto Carifi, suo impagabile amico, oltre che maestro, più che
professore, il giovane e cresciuto allievo gli dà, con eleganza e rispetto, del
lei.
È questo, il senso del tempo. Forse.
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Le foto sono state pubblicate in rete da Daniele Danesi.
[Venerdì 24 agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]
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