giovedì 23 agosto 2012

GAVINANA. LA MONTAGNA IN MALINCONICA DISMISSIONE


La chiusura dell’ufficio postale non è che un episodio dello stillicidio delle angherie Dalle conquiste di un secolo fa allo squallore dell’etica del ‘profitto selvaggio’

GAVINANA. Gavinana si mobilita in difesa del proprio ufficio postale. Un ufficio postale storico inaugurato nel lontano 1907 grazie soprattutto all’interessamento di un uomo politico di spessore: l’onorevole Gismondo Morelli Gualtierotti (Borgo San Lorenzo 1849 – Pisa 1923).
Nel 1905, in qualità di ministro delle Poste, dette un impulso notevole alla capillare diffusione degli uffici postali su tutto il territorio nazionale, adoperandosi in particolar modo per la Montagna Pistoiese, terra natia dei suoi genitori.

Come deputato si spese e si ricorda, per aver concretizzato la realizzazione dell’ex-stabilimento Smi di Campo Tizzoro, avvenuta nel 1911. Nel 1926 per l’inaugurazione dell’ex-Ferrovia Alto Pistoiese, in sua memoria e in segno di gratitudine, venne ufficialmente ricordato dall’allora Presidente della Camera dei Deputati S.E. Antonio Casertano, con l’inaugurazione di una targa in bronzo apposta sulla facciata del Palazzo Comunale di San Marcello Pistoiese, ormai rimossa.
È triste constatare la misera fine di opere così grandiose e fortemente volute da un uomo che tanto ha dato alla nostra montagna. Ancora più triste è andare a ricercare queste memorie su libri dalle pagine ingiallite per lo scorrere inesorabile del tempo. Memorie di uomini in grado di fare, mentre gli attuali non sono capaci neanche di mantenere quello che la storia e la fortuna hanno benevolmente servito loro su un piatto d’argento.
L’ufficio postale di Gavinana sarà probabilmente e miseramente chiuso.
L’eutanasia, mediante somministrazione di piccole dosi di veleno, è già iniziata.
Nei giorni sotto ferragosto (13 lunedì e 14 martedì), l’ufficio postale è rimasto chiuso. Eppure in questo periodo di caldo torrido la gente e i clienti in paese non mancano. Si inizia a logorare e ad abituare gli abitanti a fare a meno dei servizi che paga, per poi giustificare la soppressione del servizio con il fatto che la gente non ne usufruisce più.
Sta avvenendo cosi da anni per la Ferrovia Porrettana e per l’Ospedale Pacini, ormai prossimi alla dismissione e alla chiusura.
La gente però sembra stufa di questo andazzo e si sta liberamente organizzando scavalcando quelle che dovrebbero essere le dirette rappresentanze politiche di cui non si fida più.
I vertici delle Poste vengono interpellati direttamente con lettere scritte da consiglieri comunali in veste però di cittadini privati (vedi il post Gavinana. Gabrio Fini scrive una lettera a ‘Poste Italiane’), oppure con le immancabili raccolte di firme per dire e manifestare un civile e forte no.
I signori che giustificano la chiusura degli uffici postali della montagna, nascondendosi dietro aride cifre e bizzarre medie di operazioni giornaliere, sono però molto attenti alla redditività dell’ufficio.
Se le Poste possono fare a meno di Gavinana anche i gavinanesi si organizzeranno per fare a meno dei servizi finanziari delle Poste.
Marco Ferrari

Ed ecco la lettera, per la raccolta delle firme contro la chiusura delle Poste, che gira, in questo momento, negli esercizi commerciali di Gavinana:

Egr.ssime Autorità competenti

I Cittadini di Gavinana vi vogliono sottoporre il problema inerente la notizia della prossima chiusura dell’ufficio Postale dei loro paese!
Stufi di dover sempre chinare il capo in silenzio di fronte alle decisioni già concordate dagli enti preposti, stanchi anche degli abusi di potere degli stessi, ci appelliamo unanimi alla Vostra clemenza affinché il suddetto ufficio non venga chiuso.
Gavinana “è un paese per vecchi” e come tale deve essere adeguatamente servito, in modo che quei vecchi mantengano il più possibile inalterate le loro abitudini e la loro dignità che si sono guadagnati nel corso della vita.
La chiusura di un ufficio postale come quello di Gavinana non è che la conclusione di una lunga serie di spiacevolezze che gravano sul nostro paese:

  • Non abbiamo più le scuole (eppure le nascite di Gavinana sono in linea con i restanti paesi della montagna Pistoiese),
  • l’asilo è un lontano ricordo (idem come sopra),
  • il teatro cade letteralmente a pezzi (oltre che un evidente segno di degrado e trascuratezza, sarebbe bello ogni tanto assistere a qualche spettacolo e insegnare arte ai nostri figli),
  • i piastroni della piazza sono sconnessi e pericolosi (spesso si verificano cadute di persone che riportano gravi lesioni),
  • non esistono attività ricreative se non quelle inventate dai paesani stessi e per le festività natalizie non viene mai speso un euro per l’illuminazione (la vita non è fatta solo di lavoro e per pagare le tasse, il divertimento è una parte fondamentale dell’esistenza dell’essere umano. L’atmosfera Natalizia, da noi non si sa neanche cosa sia, eppure in centri con minori possibilità si crea e si organizza per sentirla).

Gavinana non conosce uno solo dei vostri spazzini, qui non se ne vedono da mesi, i lampioni, privi di lampadine, fanno da cornice alla desolazione di certe strade dimenticate da Dio dove i paesani si auto-tagliano l’erba, si auto-spazzano le vie, si auto-spalano la neve durante l’inverno.
Eppure quegli stessi paesani fanno la fila agli sportelli dell’ufficio postale per pagare le tasse, così come si fa a Maresca o a Campotizzoro, con la differenza lampante ed evidente della cura ad essi dedicata a dispetto del trasando e trascuratezza invece riservate a Gavinana!
Siamo forse cittadini di serie “B”?
Dove andremo a pagare le vostre belle tasse?
Potremo forse smettere, considerato che le tasse servono per i servizi che la popolazione utilizza?
Non crediamo e certo non conviene a nessuno, quindi sarebbe giusto e opportuno per tutti mantenere in attività questo piccolo ufficio postale al fine di rendere sempre scorrevole il flusso che tiene unite tasse e cittadino, ma soprattutto di regalare ai nostri anziani, non sempre autonomi e capaci di spostarsi, la parvenza di uscire a fare la spesa, riscuotere la pensione allo sportello, pagare un bollettino e con l’occasione scambiare due chiacchiere con la nostra bella e brava Direttrice di Posta tanto carina e gentile che sarebbe un peccato perdere!
Infine, abbiamo voluto verificare direttamente e di persona, sostando all’esterno dell’ufficio postale, le dichiarazioni che sono state fatte dalle poste sul giornale “La Nazione”, dove veniva motivata la chiusura dell’ufficio postale a causa delle poche operazioni eseguite dallo stesso (circa 50 al giorno). Ebbene questo risulta assolutamente falso, perché abbiamo potuto contare per tre giorni l’affluenza delle persone presso l’ufficio, risultando che alla centesima persona abbiamo smesso di contare (si consideri che non erano neanche giorni di affluenza per il pagamento di pensioni che solitamente portano molti più clienti). Pur non essendo del mestiere, è facile stabilire che se ogni persona ha eseguito una operazione, minimo ne sono state registrate 100 al giorno.
La conclusione è evidente, si cerca una scusa per la chiusura dell’ufficio postale di Gavinana, motivandola con la scarsa produttività.
Con la speranza che questo nostro coro di voci non si perda nell’aria, Vi ringraziamo dal profondo del cuore, certi che da parte Vostra qualcosa verrà fatto!
I cittadini di Gavinana e non solo
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[Giovedì 23 agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]

3 commenti:

  1. Quando si capirà quanto ha ragione chi scrive parole così sagge, sarà troppo tardi ...

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  2. ... sarà troppo tardi?

    Da tempo è troppo tardi ed i treni che sono passati ormai da diversi anni, nell'indifferenza dei più, sono ora lontani, lontani, lontani anni luce.

    Per esempio, oltre agli uffici postali, quanti negozi stanno chiudendo o stanno per chiudere in questi giorni?
    Perché?

    C'è forse qualcuno che sta prendendosi cura di questo?

    Cari montanini, a malincuore, ma questi sono i risultati della miope politica dei tempi passati, presenti e se dal mattino si vede il buongiorno, anche dei tempi futuri.

    Al giorno d'oggi non è più sufficiente fare le diagnosi del male curandolo con l’acqua calda; è vitale e urgentissimo trovare un’adeguata terapia.

    Se lo Stato continuerà a disinteressarsi delle zone "marginali" l'esito estremo è scontato in quanto il disequilibrio tra le aree forti metropolitane e le aree deboli periferiche sarà irreversibile.

    L’unica medicina possibile è l’applicazione dell’articolo 44 della Costituzione della Repubblica Italiana.

    Diversamente ci dovremo abituare, anzi ci stiamo già abituando, a vedere tristi tramonti ed albe desolanti.

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  3. Una salvezza esiste: trasferirsi tutti a Fabbriche di Vallico.
    Ci pensa la premiata ditta Giurlani/Morelli.
    Mi raccomando,tutti a Fabbriche di Vallico!

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