La chiusura dell’ufficio postale non è che
un episodio dello stillicidio delle angherie – Dalle conquiste di un secolo fa allo squallore dell’etica del ‘profitto
selvaggio’
GAVINANA. Gavinana
si mobilita in difesa del proprio ufficio postale. Un ufficio postale storico inaugurato
nel lontano 1907 grazie soprattutto all’interessamento di un uomo politico di spessore:
l’onorevole Gismondo Morelli Gualtierotti (Borgo San Lorenzo 1849 – Pisa 1923).
Nel 1905, in qualità di ministro delle Poste,
dette un impulso notevole alla capillare diffusione degli uffici postali su tutto
il territorio nazionale, adoperandosi in particolar modo per la Montagna Pistoiese,
terra natia dei suoi genitori.
Come deputato si spese e si ricorda, per aver
concretizzato la realizzazione dell’ex-stabilimento Smi di Campo Tizzoro, avvenuta
nel 1911. Nel 1926 per l’inaugurazione dell’ex-Ferrovia Alto Pistoiese, in sua memoria
e in segno di gratitudine, venne ufficialmente ricordato dall’allora Presidente
della Camera dei Deputati S.E. Antonio Casertano, con l’inaugurazione di una targa
in bronzo apposta sulla facciata del Palazzo Comunale di San Marcello Pistoiese,
ormai rimossa.
È triste constatare la misera fine di opere
così grandiose e fortemente volute da un uomo che tanto ha dato alla nostra montagna.
Ancora più triste è andare a ricercare queste memorie su libri dalle pagine ingiallite
per lo scorrere inesorabile del tempo. Memorie di uomini in grado di fare, mentre
gli attuali non sono capaci neanche di mantenere quello che la storia e la fortuna
hanno benevolmente servito loro su un piatto d’argento.
L’ufficio postale di Gavinana sarà probabilmente
e miseramente chiuso.
L’eutanasia, mediante somministrazione di piccole
dosi di veleno, è già iniziata.
Nei giorni sotto ferragosto (13 lunedì e 14
martedì), l’ufficio postale è rimasto chiuso. Eppure in questo periodo di caldo
torrido la gente e i clienti in paese non mancano. Si inizia a logorare e ad abituare
gli abitanti a fare a meno dei servizi che paga, per poi giustificare la soppressione
del servizio con il fatto che la gente non ne usufruisce più.
Sta avvenendo cosi da anni per la Ferrovia Porrettana
e per l’Ospedale Pacini, ormai prossimi alla dismissione e alla chiusura.
La gente però sembra stufa di questo andazzo
e si sta liberamente organizzando scavalcando quelle che dovrebbero essere le dirette
rappresentanze politiche di cui non si fida più.
I vertici delle Poste vengono interpellati direttamente
con lettere scritte da consiglieri comunali in veste però di cittadini privati (vedi
il post Gavinana. Gabrio Fini scrive una lettera a ‘Poste Italiane’), oppure
con le immancabili raccolte di firme per dire e manifestare un civile e forte no.
I signori che giustificano la chiusura degli
uffici postali della montagna, nascondendosi dietro aride cifre e bizzarre medie
di operazioni giornaliere, sono però molto attenti alla redditività dell’ufficio.
Se le Poste possono fare a meno di Gavinana
anche i gavinanesi si organizzeranno per fare a meno dei servizi finanziari delle
Poste.
Marco Ferrari
Ed ecco la lettera, per la raccolta delle
firme contro la chiusura delle Poste, che gira, in questo momento, negli esercizi
commerciali di Gavinana:
I Cittadini di Gavinana vi vogliono
sottoporre il problema inerente la notizia della prossima chiusura dell’ufficio
Postale dei loro paese!
Stufi di dover sempre chinare il capo
in silenzio di fronte alle decisioni già concordate dagli enti preposti,
stanchi anche degli abusi di potere degli stessi, ci appelliamo unanimi alla
Vostra clemenza affinché il suddetto ufficio non venga chiuso.
Gavinana “è un paese per vecchi” e come
tale deve essere adeguatamente servito, in modo che quei vecchi mantengano il
più possibile inalterate le loro abitudini e la loro dignità che si sono
guadagnati nel corso della vita.
La chiusura di un ufficio postale come
quello di Gavinana non è che la conclusione di una lunga serie di spiacevolezze
che gravano sul nostro paese:
- Non abbiamo più le scuole (eppure le nascite di Gavinana sono in linea con i restanti paesi della montagna Pistoiese),
- l’asilo è un lontano ricordo (idem come sopra),
- il teatro cade letteralmente a pezzi (oltre che un evidente segno di degrado e trascuratezza, sarebbe bello ogni tanto assistere a qualche spettacolo e insegnare arte ai nostri figli),
- i piastroni della piazza sono sconnessi e pericolosi (spesso si verificano cadute di persone che riportano gravi lesioni),
- non esistono attività ricreative se non quelle inventate dai paesani stessi e per le festività natalizie non viene mai speso un euro per l’illuminazione (la vita non è fatta solo di lavoro e per pagare le tasse, il divertimento è una parte fondamentale dell’esistenza dell’essere umano. L’atmosfera Natalizia, da noi non si sa neanche cosa sia, eppure in centri con minori possibilità si crea e si organizza per sentirla).
Gavinana non conosce uno solo dei vostri
spazzini, qui non se ne vedono da mesi, i lampioni, privi di lampadine, fanno
da cornice alla desolazione di certe strade dimenticate da Dio dove i paesani
si auto-tagliano l’erba, si auto-spazzano le vie, si auto-spalano la neve
durante l’inverno.
Eppure quegli stessi paesani fanno la
fila agli sportelli dell’ufficio postale per pagare le tasse, così come si fa a
Maresca o a Campotizzoro, con la differenza lampante ed evidente della cura ad
essi dedicata a dispetto del trasando e trascuratezza invece riservate a
Gavinana!
Siamo forse cittadini di serie “B”?
Dove andremo a pagare le vostre belle
tasse?
Potremo forse smettere, considerato che
le tasse servono per i servizi che la popolazione utilizza?
Non crediamo e certo non conviene a
nessuno, quindi sarebbe giusto e opportuno per tutti mantenere in attività
questo piccolo ufficio postale al fine di rendere sempre scorrevole il flusso
che tiene unite tasse e cittadino, ma soprattutto di regalare ai nostri
anziani, non sempre autonomi e capaci di spostarsi, la parvenza di uscire a
fare la spesa, riscuotere la pensione allo sportello, pagare un bollettino e
con l’occasione scambiare due chiacchiere con la nostra bella e brava
Direttrice di Posta tanto carina e gentile che sarebbe un peccato perdere!
Infine, abbiamo voluto verificare
direttamente e di persona, sostando all’esterno dell’ufficio postale, le
dichiarazioni che sono state fatte dalle poste sul giornale “La Nazione”, dove
veniva motivata la chiusura dell’ufficio postale a causa delle poche operazioni
eseguite dallo stesso (circa 50 al giorno). Ebbene questo risulta assolutamente
falso, perché abbiamo potuto contare per tre giorni l’affluenza delle persone
presso l’ufficio, risultando che alla centesima persona abbiamo smesso di
contare (si consideri che non erano neanche giorni di affluenza per il
pagamento di pensioni che solitamente portano molti più clienti). Pur non
essendo del mestiere, è facile stabilire che se ogni persona ha eseguito una
operazione, minimo ne sono state registrate 100 al giorno.
La conclusione è evidente, si cerca una
scusa per la chiusura dell’ufficio postale di Gavinana, motivandola con la
scarsa produttività.
Con la speranza che questo nostro coro
di voci non si perda nell’aria, Vi ringraziamo dal profondo del cuore, certi
che da parte Vostra qualcosa verrà fatto!
I cittadini di Gavinana e non solo
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 23 agosto 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Quando si capirà quanto ha ragione chi scrive parole così sagge, sarà troppo tardi ...
RispondiElimina... sarà troppo tardi?
RispondiEliminaDa tempo è troppo tardi ed i treni che sono passati ormai da diversi anni, nell'indifferenza dei più, sono ora lontani, lontani, lontani anni luce.
Per esempio, oltre agli uffici postali, quanti negozi stanno chiudendo o stanno per chiudere in questi giorni?
Perché?
C'è forse qualcuno che sta prendendosi cura di questo?
Cari montanini, a malincuore, ma questi sono i risultati della miope politica dei tempi passati, presenti e se dal mattino si vede il buongiorno, anche dei tempi futuri.
Al giorno d'oggi non è più sufficiente fare le diagnosi del male curandolo con l’acqua calda; è vitale e urgentissimo trovare un’adeguata terapia.
Se lo Stato continuerà a disinteressarsi delle zone "marginali" l'esito estremo è scontato in quanto il disequilibrio tra le aree forti metropolitane e le aree deboli periferiche sarà irreversibile.
L’unica medicina possibile è l’applicazione dell’articolo 44 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Diversamente ci dovremo abituare, anzi ci stiamo già abituando, a vedere tristi tramonti ed albe desolanti.
Una salvezza esiste: trasferirsi tutti a Fabbriche di Vallico.
RispondiEliminaCi pensa la premiata ditta Giurlani/Morelli.
Mi raccomando,tutti a Fabbriche di Vallico!