giovedì 16 agosto 2012

CARA CATERINA…

di Lorenzo Cristofani


Lettera aperta alla consigliera regionale del Pd Con il Piano Regionale Rifiuti i gruppi consiliari del Pd accetteranno l’umiliazione di stare lì solo per alzare la mano?

PISTOIA. Ricevo la tua newsletter di aggiornamento sulle principali tematiche che impegnano il lavoro del Consiglio Regionale toscano. Ritengo personalmente che questo tipo di comunicazione sia un modo apprezzabile – per quanto, in un certo senso, dovuto – di onorare la rappresentanza democratica e il patto elettorale implicitamente sottoscritto alle elezioni.
Colgo allora l’occasione per sottoporre alla tua attenzione alcune riflessioni in merito al Piano Regionale dello Sviluppo Economico che ho potuto conoscere grazie alla tua segnalazione. Mi voglio in realtà concentrare su un preciso settore, quello delle politiche industriali, che annovera, come settore d’eccellenza, il riciclo di varie frazioni merceologiche e materie prime seconde.
Venendo al merito della questione mi chiedevo cosa tu ne pensi del P.I.R. – piano interprovinciale dei rifiuti Fi-Po-Pt – e se ti sembra che, nella sua impostazione, precluda di fatto lo sviluppo della manifattura green, quel settore produttivo in cui la regione vanta alcuni casi studio. Mi riferisco al progetto plasmix, che grazie al protocollo Regione-Revet-Conai-Corepla-Pontech, ha finanziato la ricerca e creato una piccola filiera industriale tutta toscana, che permette di recuperare come materia le plastiche eterogenee – che in alternativa finirebbero negli inceneritori – delle raccolte differenziate facendoli diventare ri-prodotti ad alto valore aggiunto (vedi).
Come meglio di altri sai, l’assessore regionale Bramerini ha recentemente presentato al ministro Clini, all’inaugurazione di Festambiente –l’annuale appuntamento nazionale di Legambiente che si svolge a Rispescia – i ri-prodotti in Toscana, realizzati riciclando le plastiche post consumo raccolte e selezionate da Revet: articoli per la casa, panchine, tavoli, arredi urbani, persiane per prefabbricati, accessori per l’agroindustria e per lo scooter Mp3 di Piaggio. Il riciclo è fatto di ricerca, progettazione industriale, tecnologia : tutto ciò che si auspica nel documento che mi hai segnalato. Senza dimenticare che in questo modo è possibile valorizzare i giacimenti urbani che la Commissione Europea all’industria indica come alternativa all’approvvigionamento di materiale dall’estero, sempre più sottoposto ad una incontrollabile oscillazione finanziaria.
Anna Rita Bramerini
«Usare risorse pubbliche per incentivare aziende che vanno a ridurre il consumo di materia prima, questo è riconversione industriale verso la green economy e questo sta facendo la Toscana prima investendo nella ricerca con Revet e ora sostenendo le pubbliche amministrazioni che acquistano i prodotti come arredi per parchi e giardini realizzati con le plastiche riciclate in Toscana». Queste le parole dell’assessore. E sono parole che dovrebbero far riflettere dal momento che nella nostra provincia opera una di queste aziende virtuose, la Utilplastic e anche in considerazione del fatto che la direttiva Ue 200/98, già recepita anche in Italia, stabilisce appunto di riciclare (effettivo riciclaggio), come minimo, il 50% in peso del totale quantitativo di rifiuti raccolti in maniera differenziata entro il 2020 (vedi). Senza tener conto che, almeno a parole, anche il tuo partito sembra aver colto l’importanza culturale del riciclo di materia come attività produttiva: Stella Bianchi, responsabile nazionale ambiente Pd ha detto che «c’è in effetti poca attenzione, rischiamo di non cogliere l’importanza del recupero di materia, dell’uso efficiente delle risorse e le potenzialità dell’industria del riciclo nel nostro paese in un mercato globale altamente concorrenziale. Va riletto in quest’ ottica il ciclo di gestione dei rifiuti».
In tutta la regione poi viene spesso interpretato correttamente questo paradigma di sviluppo (vedi) e non a caso nascono aziende di recupero di materiali post consumo (vedi). Tuttavia, ad oggi, in provincia di Pistoia non pare maturo il tempo circa tale sensibilità: le associazioni industriali mostrano disinteresse alla crescita manifatturiera sostenibile –eludendo il pubblico dibattito (vedi) e anche il Presidente della Provincia di Pistoia manifesta scarsa responsabilità e senso delle istituzioni evitando di prendere in considerazione i suggerimenti dei cittadini (vedi). In sostanza arriverà a breve nei Consigli delle tre provincie il P.I.R. definitivo e, nonostante tali organi dovrebbero svolgere un ruolo di garanzia democratica, il rischio è che scatti il meccanismo ricattatorio che imporrà di non modificare neanche una virgola. Ci saranno così i gruppi consiliari del Pd che accetteranno l’umiliazione di stare lì solo per alzare la mano rinunciando a svolgere il ruolo di garanzia per cui son stati eletti.
Spero pertanto che la tua apertura al confronto sia autentica e consenta così, al di là dei reali sviluppi della faccenda nelle sedi deputate, un accrescimento culturale generale.
Tralascio, e termino, volutamente una riflessione – globale ma inerente comunque allo sviluppo economico nostrano – sulla scarsa attenzione dimostrata da Enrico Rossi verso il territorio pistoiese. Come rimanere insensibili alle preoccupazioni suscitate dal fatto che, in un contesto in cui la tratta ferroviaria Pistoia-Pisa è ancora costituita dall’unico binario, quello inaugurato dagli Asburgo-Lorena, il presidente della Regione ritiene invece prioritaria una terza corsia autostradale?
Tutto ciò accompagnato da una parallela e insopportabile retorica sulla necessità di rilanciare il distretto ferroviario pistoiese (insopportabile perché contraddetta dalle reali scelte economiche dell’erede di Leopoldo II: i treni viaggiano sulle terze corsie per caso?), la mobilità sostenibile e tante altre belle parole su cui sarebbe il caso, magari in futuro, di parlare seriamente e senza ambiguità.
Ti ringrazio ancora per la possibilità di interazione democratica.

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[Giovedì 16 agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]

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