di Lorenzo Cristofani
Lettera
aperta alla consigliera regionale del Pd – Con il Piano Regionale
Rifiuti i gruppi consiliari del Pd accetteranno l’umiliazione di stare lì solo
per alzare la mano?
PISTOIA. Ricevo la tua newsletter
di aggiornamento sulle principali tematiche che impegnano il lavoro del
Consiglio Regionale toscano. Ritengo personalmente che questo tipo di
comunicazione sia un modo apprezzabile – per quanto, in un certo senso, dovuto – di onorare la
rappresentanza democratica e il patto elettorale implicitamente sottoscritto
alle elezioni.
Colgo allora l’occasione per sottoporre alla tua attenzione
alcune riflessioni in merito al Piano Regionale dello Sviluppo Economico che ho
potuto conoscere grazie alla tua segnalazione. Mi voglio in realtà concentrare
su un preciso settore, quello delle politiche industriali, che annovera, come
settore d’eccellenza, il riciclo di varie frazioni merceologiche e materie
prime seconde.
Venendo al
merito della questione mi chiedevo cosa tu ne pensi del P.I.R. – piano
interprovinciale dei rifiuti Fi-Po-Pt – e se ti sembra che, nella sua impostazione,
precluda di fatto lo sviluppo della manifattura green, quel settore produttivo
in cui la regione vanta alcuni casi studio. Mi riferisco al progetto plasmix,
che grazie al protocollo Regione-Revet-Conai-Corepla-Pontech, ha finanziato la
ricerca e creato una piccola filiera industriale tutta toscana, che permette di
recuperare come materia le plastiche eterogenee – che in alternativa
finirebbero negli inceneritori – delle raccolte differenziate facendoli diventare ri-prodotti
ad alto valore aggiunto (vedi).
Come
meglio di altri sai, l’assessore regionale Bramerini ha recentemente presentato
al ministro Clini, all’inaugurazione di Festambiente –l’annuale appuntamento
nazionale di Legambiente che si svolge a Rispescia – i ri-prodotti in
Toscana, realizzati riciclando le plastiche post consumo raccolte e selezionate
da Revet: articoli per la casa, panchine, tavoli, arredi urbani, persiane per
prefabbricati, accessori per l’agroindustria e per lo scooter Mp3 di Piaggio.
Il riciclo è fatto di ricerca, progettazione industriale, tecnologia : tutto
ciò che si auspica nel documento che mi hai segnalato. Senza dimenticare che in
questo modo è possibile valorizzare i giacimenti urbani che la Commissione
Europea all’industria indica come alternativa all’approvvigionamento di
materiale dall’estero, sempre più sottoposto ad una incontrollabile
oscillazione finanziaria.
Anna Rita Bramerini |
«Usare risorse pubbliche
per incentivare aziende che vanno a ridurre il consumo di materia prima, questo
è riconversione industriale verso la green economy e questo sta facendo la
Toscana prima investendo nella ricerca con Revet e ora sostenendo le pubbliche
amministrazioni che acquistano i prodotti come arredi per parchi e giardini
realizzati con le plastiche riciclate in Toscana». Queste le parole dell’assessore. E sono
parole che dovrebbero far riflettere dal momento che nella nostra provincia
opera una di queste aziende virtuose, la Utilplastic e anche in considerazione
del fatto che la direttiva Ue 200/98, già recepita anche in Italia, stabilisce
appunto di riciclare (effettivo
riciclaggio), come minimo, il 50% in peso del totale quantitativo di
rifiuti raccolti in maniera differenziata entro il 2020 (vedi).
Senza tener conto che, almeno a parole, anche il tuo partito sembra aver colto
l’importanza culturale del riciclo di materia come attività produttiva: Stella
Bianchi, responsabile nazionale ambiente Pd ha detto che «c’è in effetti poca attenzione,
rischiamo di non cogliere l’importanza del recupero di materia, dell’uso
efficiente delle risorse e le potenzialità dell’industria del riciclo nel
nostro paese in un mercato globale altamente concorrenziale. Va riletto in
quest’ ottica il ciclo di gestione dei rifiuti».
In tutta
la regione poi viene spesso interpretato correttamente questo paradigma di
sviluppo (vedi)
e non a caso nascono aziende di recupero di materiali post consumo (vedi).
Tuttavia, ad oggi, in provincia di Pistoia non pare maturo il tempo circa tale
sensibilità: le associazioni industriali mostrano disinteresse alla crescita
manifatturiera sostenibile –eludendo il pubblico dibattito (vedi)
e anche il Presidente della Provincia
di Pistoia manifesta scarsa responsabilità e senso delle istituzioni evitando
di prendere in considerazione i suggerimenti dei cittadini (vedi).
In sostanza arriverà a breve nei Consigli delle tre provincie il P.I.R.
definitivo e, nonostante tali organi dovrebbero svolgere un ruolo di garanzia
democratica, il rischio è che scatti il meccanismo ricattatorio che imporrà di
non modificare neanche una virgola. Ci saranno così i gruppi consiliari del Pd
che accetteranno l’umiliazione di stare lì solo per alzare la mano rinunciando
a svolgere il ruolo di garanzia per cui son stati eletti.
Spero pertanto
che la tua apertura al confronto sia autentica e consenta così, al di là dei
reali sviluppi della faccenda nelle sedi deputate, un accrescimento culturale
generale.
Tralascio,
e termino, volutamente una riflessione – globale ma inerente comunque allo
sviluppo economico nostrano – sulla scarsa attenzione dimostrata da Enrico Rossi verso il
territorio pistoiese. Come rimanere insensibili alle preoccupazioni suscitate dal
fatto che, in un contesto in cui la tratta ferroviaria Pistoia-Pisa è ancora costituita
dall’unico binario, quello inaugurato dagli Asburgo-Lorena, il presidente della
Regione ritiene invece prioritaria una terza corsia autostradale?
Tutto ciò
accompagnato da una parallela e insopportabile retorica sulla necessità di
rilanciare il distretto ferroviario pistoiese (insopportabile perché
contraddetta dalle reali scelte economiche dell’erede di Leopoldo II: i treni
viaggiano sulle terze corsie per caso?), la mobilità sostenibile e tante altre
belle parole su cui sarebbe il caso, magari in futuro, di parlare seriamente e
senza ambiguità.
Ti
ringrazio ancora per la possibilità di interazione democratica.
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sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì
16 agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]
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