PISTOIA. Antonio Ginetti ci ha inviato questo
testo pubblicamente indirizzato al dottor Gian Carlo Caselli:
Egregio sig.
Caselli Gian Carlo,
la memoria non
mi è sufficiente per ricordare da quanti anni il suo nome campeggia sui
manifesti che propagandano la
Marcia della Giustizia Agliana-Quarrata. Mi aiuta comunque ad
affermare che il suo nome è sempre stato scritto con caratteri cubitali.
Essendo la sua persona una delle attrattive della Marcia.
Sono
personalmente molto rattristato nel dover constatare che quest’anno avremo la
sua defezione.
Quando mi fu
comunicato questo triste evento non volli credere. Ho consultato il sito della
Marcia, ma niente: del suo nome quest’anno sul manifesto non vi è traccia.
Chi le scrive è
stato, dal suo ufficio, arrestato il 26 gennaio sebbene non vi fossero nessuno
dei presupposti per tale provvedimento. Arrestato “solamente” per i suoi
pregressi rapporti con la giustizia. E, come tutti gli altri imputati del 26
gennaio, sottoposto ad un, per nulla giustificato, Accanimento Giudiziario e
persecutorio.
Eppure Lei si è
sempre vantato di essere contestato dai No Tav, o da chi, con essi solidali.
Delle contestazioni che ha subito nelle sue sporadiche e presto terminate
presentazioni del suo libro.
È facile
chiudersi in una sala con un paio di centinaia di tutori dell’Ordine che
circondano la sala.
Un po’ più
difficile affrontare i contestatori lungo il percorso di una Marcia lunga sei
chilometri.
Eppure la
“scorta” non le dovrebbe mancare. Oltre, ovviamente, a quella che le offrivamo
noi No Tav pistoiesi (“per essere No Tav non necessita essere valsusini, basta
avere conoscenza e essere coscienti” dovrebbe averlo già letto da qualche
parte).
Perché
abbandonare così la possibilità di poter vantarsi della contestazione che le
verrebbe offerta? […]
Non riesco a
comprendere coma possa una persona di alto livello morale come Lei tradire i
suoi fans che in tutti questi anni lo hanno circondato lungo il percorso della
Marcia.
Come sia
possibile per una persona di sì alta dignità concepire la diserzione ad un
appuntamento in cui sempre gli è stato concesso il ruolo di primadonna.
Strano effetto
fa la paura! Mi dicono.
Ma non posso
pensare che Lei cada così in basso. Lei che con grande dignità non si nega a
nessuna contestazione, soprattutto quando sa di essere ben protetto. Lei che
mai si è negato al confronto, soprattutto in Tribunale, o forse solo lì, dove
la “Legge non è uguale per tutti” checché se ne dica, e i diritti della
difesa spesso vengono calpestati, o addirittura annientati come sa ben fare
Lei.
Speravo che
anche quest’anno volesse percorrere i 6 chilometri da
Agliana a Quarrata a volto aperto e con la sua alta dignità e moralità.
Ma devo
constatare che dovremo deporre le bandiere e i cartelli con i quali lo avremmo
felicemente e silenziosamente “scortato” in questo percorso.
Non dispero però
che voglia accogliere il mio appello affinché non diserti questo suo annuale
appuntamento da primadonna. Non vedo una motivazione chiara a questa sua
defezione.
Non saranno
certo quattro gatti che sventolano (ripeto: in silenzio) una bandiera e portano
qualche cartello che la potranno disturbare. Lei che è avvezzo a ben più
rumorose contestazioni. Lei che potrà contare su una sua “scorta” di ben altro
e corposo spessore.
La invito
pertanto a ripensare ad una sua presenza anche per il 2012 alla Marcia della
Giustizia Agliana-Quarrata il prossimo 8 settembre.
Antonio Ginetti
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[Lunedì 20
agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]
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