giovedì 30 agosto 2012

SERVIZI SCOLASTICI. BARTOLI: «LA RIFORMA MERITA IL PLAUSO, MA LA MOROSITÀ DEI GENITORI NON PUÒ RICADERE SUI BAMBINI»


Roberto Bartoli interviene sulle decisioni adottate dall’amministrazione – «Troviamo forme alternative che favoriscano il pagamento, ma che non danneggino i minori»

PISTOIA. Riceviamo da Roberto Bartoli:

La riforma dei servizi scolastici presentata dal Comune di Pistoia merita plauso, ma suscita anche alcune riflessioni critiche.

Plauso perché finalmente si inizia a colpire un comportamento divenuto ormai intollerabile (sempre, ma a maggior ragione nei momenti di crisi), quello dei cittadini che non pagano quanto devono. Costume che nel nostro Comune è sempre esistito e che purtroppo, per un concetto deleterio di pubblico, è stato a lungo tollerato, gettando anche sospetti di logiche clientelari.
Tuttavia, non poche sono le riserve critiche in ordine alla soluzione adottata: se i genitori non pagano, si esclude il bambino. Anzitutto, si deve osservare come la tradizione politica di sinistra, che a Pistoia ha sempre avuto un atteggiamento di chiusura verso l’idea di un’integrazione tra pubblico e privato, oggi abbia deciso di adottare la peggiore logica che caratterizza il privato e che il pubblico non dovrebbe mai accogliere, quella per cui se non paghi non avrai il servizio. Nel pubblico questioni di pagamento e di servizio devono essere tenute distinte.
In secondo luogo, si deve notare come nel caso di specie questa logica privata tradisca doppiamente la missione pubblica che la sinistra dovrebbe perseguire, perché finisce per rifarsela con il soggetto debole, il bambino. Per i genitori che non pagano, l’effetto ultimo è escludere il bambino. Tuttavia il bambino ha il diritto di frequentare la scuola, anche se è figlio di genitori inadempienti o addirittura disonesti.
In terzo luogo, questo modo di ragionare tradisce un modo assai pericoloso di concepire i servizi scolastici: non un servizio per i bambini, ma alla fin fine per i genitori. Ma le cose non stanno così: la scuola è per i bambini, per la loro formazione e crescita.
Infine, se è vero che il problema esiste ed è molto grave, e che non possiamo rifarcela coi bambini, diviene indispensabile pensare ad altre soluzioni. Qui alcune proposte: perché non adoperare i consueti strumenti legali, come i decreti ingiuntivi? Perché non pensare a possibili caparre? Perché non affiggere gli elenchi dei morosi o non pubblicarli sul sito internet del Comune? Perché non attribuire un punteggio di comportamento “adempiente” dei genitori destinato ad incidere su eventuali ingressi futuri? Perché non segnalare i genitori al Tribunale dei Minorenni? Ed ancora, attraverso una soluzione che il Comune adotta già per altri casi, soluzione che io non condivido, ma che in questo caso è sempre meglio di rifarsela coi bambini: perché non applicare sanzioni amministrative a chi viene messo in mora dal Comune e non paga entro un certo termine?
Infine, c’è da chiedersi se il problema sia davvero tutto dei genitori: come avvengono i pagamenti? Non sarà mica necessario ancora il bollettino cartaceo? Se così fosse, tutte le colpe non possono essere addossate ai genitori, ma sono anche dell’amministrazione, e forse la prima cosa da fare in assoluto è realizzare strumenti telematici di pagamento.
Roberto Bartoli
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[Giovedì 30 agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]

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