di Luigi
Scardigli
I miracoli dell’Italia dei giochi e
delle tassazioni di Monti…
È salito, vertiginosamente, lo share dei minatori del
Sulcis, i 120 lavoratori che si sono sepolti vivi, per protesta, a 373 metri
sotto il livello del mare con 350 chili di tritolo.
Nel giro di una notte, infatti, la loro tragedia e quella delle
loro famiglie ha repentinamente scalato la china dell’informazione
conquistando, con un solo balzo, il podio delle home dei principali quotidiani,
nonché le aperture dei telegiornali nazionali.
L’impressione è che molto di tanto clamore, se non tutto, si
debba, purtroppo, non ad un’improvvisa sensibilizzazione, ma alla camaleontica
facilità con la quale, da noi, tutto, ma proprio tutto, possa diventare
spettacolo, in particolare quando sui luoghi dei misfatti, tragedie o che dir vogliate,
arrivino le telecamere, che nello specifico hanno ripreso le allegre
incazzature di questi lavoratori che stanno provando a difendere le loro
dignità.
Il consiglio spassionato che rivolgo ancora una volta agli
amici dimenticati sotto terra è quello di tenere duro ancora un po’, almeno il
tempo per consentire a qualche agenzia di scovare, tra i visi inceneriti e
desolati dei minatori, qualche fisico aitante, che potrebbe trasferirsi,
direttamente, dalla miniera alla casa del grande
fratello: uno su mille ce la fa, canta Morandi. Ma lì sono appena
centoventi!
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[Mercoledì 29 agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]
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