PISTOIA. Essere tolleranti e garantisti non significa, di per sé,
che non si possa – e in certi casi non si debba – essere anche un po’ cinici.
In fondo il giornalismo e l’informazione si devono basare anche su questo.
Ieri abbiamo letto la notizia delle
decisioni di aprire le porte per casa sia all’ingegner Evangelisti che al geometra
Filoni.
All’uno le porte si sono spalancate
perché, essendo ormai in pensione, non può continuare a fare quello che,
secondo l’accusa, avrebbe fatto nella sua lunga dirigenza.
All’altro l’anda sarebbe
arrivato per il suo stato di salute – peraltro
da risottoporre a verifica, perché il malore che lo ha colpito in carcere,
dalle notizie diffuse, non sarebbe stato altro che un episodio senza relazione
diretta con una vera e propria cardiopatia.
Sempre da verificare, ripetiamo.
E ora un pizzico di cinismo.
Evangelisti. Ma il dirigente sta già riscuotendo la sua pensione con
calma e ad agio, ovvero il Comune ha ben pensato di porre un’ipoteca per i
danni eventuali che l’ingegnere potrebbe avere causato alla macchina pubblica?
Tra l’altro Evangelisti torna per gli
arresti domiciliari, ma si sente dire – è vero…? Non è vero…? – che la sua
compagna russa (se non erriamo) aveva manifestato l’intenzione di partire per
la sua terra d’origine dopo che la sorella, giunta in Italia per farle
compagnia dopo l’arresto del marito, sarebbe stata richiamata nell’Est.
E se la compagna di Evangelisti partisse,
alle cure di chi sarà affidato l’ingegnere che in carcere dicono si sia
assottigliato?
Filoni. Francesco De Lorenzo, liberale, fu Ministro della Sanità
dal 1989 al 1993. Dal carcere, a seguito di Tangentopoli, venne fuori
per motivi di salute, se la memoria non erra. È strano come spesso si esca per
questo motivo: e come fuori, poi, le condizioni di salute migliorino quasi subito.
O, a volte, in maniera perfino miracolosa – come accadde, sempre se non
sbagliamo, proprio per De Lorenzo.
Non siamo dei sostenitori oltranzisti
delle gabbie: l’idea del chiuso ci dà immenso fastidio e lo abbiamo già detto
in altri post. È solo una riflessione disincantata. Che impone un paio di
domande necessarie e conseguenti – anche se (sia chiaro) non le vogliamo
riferire a Filoni, ma, genericamente a chi, in ultimo, viene condannato.
E le domande sono: ma se e quando
combinano i pasticci, certi signori non pensano mai di essere in precarie
condizioni di salute? Se ne accorgono sempre dopo…?
Questi temi e interrogativi girano, spessissimo,
anche in mezzo a quel popolo in nome del quale, con molta solennità, viene
detto che la Giustizia è amministrata.
Quel popolo che, in realtà, è l’ultimo
a contare davvero qualcosa e ad avere un qualche peso in questa Repubblica
democratica fondata (in questo momento) sul lavoro (fisso) della Fornero e di
pochissimi altri…
e.b. blogger
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[Giovedì 16 agosto 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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