di Edoardo Bianchini
Il rientro dalle ferie mantiene quello
che prometteva: non un autunno caldo (i caldi erano riservati agli anni
dell’agitazione, delle rivendicazioni e dell’inflazione, con o senza terrorismo),
ma gelido come un morto, come ho avuto modo di dire anche qualche giorno fa.
Messi in mano dal super-Presidente
Napolitano, difensore della Costituzione, a un Governo che nessuno di
noi aveva votato, questo Paese, maestro della legalità (specie a sinistra), da
un anno circa sta andando avanti a singhiozzi fra colpi di rasoio e miracoli di
Padre Pio.
E Monti pontifica con una serie di ‘primi
della classe’ che, o prima piangono per le scurate alle pensioni, ma poi fanno
di tutto per fare schiantare gli esodati; oppure si scoprono ‘portati
& votati alla politica’, e cercano di farsi vedere in prima fila con il
collettino bianco, il fiocco bene annodato e il ciuffo pettinato come bimbi
delle elementari, per essere scelti da ciò che dei partiti resterà (una specie
di poltiglia putrescente) prima del ritorno alle urne: dove ci aspetterà/non ci
aspetterà una legge elettorale forse ri-proporzionale.
Tra questi infiocchettati ‘bambini
delle elementari’, diventati professori universitari (spesso la differenza è
minore di quanto si possa pensare), si è perfino accesa la gara a chi è più
bravo: loro sono tutti ben tarati sui concorsi universitari, cioè su quel
sistema di ‘concorso comparativo’ che, più giustamente, dovrebbe essere
definito, in maniera realistica, il ‘sistema di cooptazione basata sul nulla’
(ma certo sui favoritismi).
Si è accesa la gara, ultimamente, a chi
offriva di più. La Fornero ha tirato fuori la promessa ‘meno tasse sui salari’,
qualche altro suo collega la versione semplificata ‘meno tasse’. E poi ci sono stati
(e ci saranno) gli stop di Mario. E un gran casino nella mente degli italiani:
specie i più di quel ceto medio assassinato dalla politica cialtrona, stupida e
inconcludente dei mezzi-partiti, partiti anche di testa.
In Italia c’è chi, concretamente avverte
(vedi Guidi) che, se non calano le tasse, si muore tutti: ma Mario pensa alle
bevande con le bollicine e a quelle zuccherate – morire di diabete sarebbe il
meno, perché almeno sarebbe un morire ‘dolce’, mentre questo strozzo
governativo, ammantato di sussiego salvifico, fa proprio schifo – e, in aggiunta,
a mille altri balzelli e marchingegni.
Fuori, in Europa, c’è chi, da mesi e
mesi – per non dire da anni – ci sta prendendo in giro: e penso alla Merkel e
alla grande Germania che, finora e fin qui (ma le crepe e le zampe di gallina
sotto gli occhi, almeno le prime, stanno iniziando a diventare visibili…),
hanno campato e si sono fatti ricchi alle nostre spalle di cugini poveri e da
prendere a calci in culo perché figli di pizza & mandolino. Ma oltre
alla Merkel leggete anche la posizione della Bundesbank che stronca Draghi: e
consolatevi dell’europeismo oltranzista, da cui non si torna indietro e «non si
cede neppure un metro» come nella La sagra di Giarabub (vedi).
131 vertenze sul tavolo del Governo? Non
preoccupatevi: sono solo virtuali, come del resto il Governo stesso. Le
risposte sono già date e scontate: sarà un no o una pecetta per tutte
quelle che non appartengono alle categorie delle caste. Il resto ciccia.
La polizia si agita perché chiede che
le società di calcio paghino per la sicurezza negli stadi? Ha ragione: ma
chiunque si agiti, oggi, in Italia, ha ragione. Pensate a tutti i discorsi che
sono stati fatti nei giorni scorsi sulla scuola, e prendete coscienza anche del
fatto che l’istruzione ha il suo contratto risalente nel tempo a più di 6 anni
fa: poi la spina è stata staccata. Anche se vi sembra giusto, è una
inammissibile strontura (un neologismo, da Guido Ceronetti in La Musa
ulcerosa – vedi –, derivante dalla fusione dei termini struttura + stronzo), dopo
che gli impegni presi erano altri, con le scadenze triennali: ma questo è il
Paese della legalità dell’ Uomo di Budapest…
Poi Grillo e Bersani si “scambiano i
saluti”: ma, fra tutti e due, fanno a chi fa più pena. L’uno con la sua faccia
da clown, l’altro con la sua faccia da clown.
Fossero, tutti quanti, difettosi e esecrabili
come quelli che furono ammazzati ad asciate, alla maniera di Agamennone al
ritorno da Troia, con la più bella e osannata delle operazioni del mondo,
Tangentopoli, che ci ha consegnato a questo autunno freddo, freddissimo, anzi
polare!
E mentre – non sapendo che altro fare –
la “banda dei bimbi delle elementari” o i ragazzi della via Pál ci hanno
messo nei guai perché, more italico, invece di cancellare le Province,
tutte e di colpo, e risolvere il problema, hanno aperto il concorsone delle
soppressioni a “chi ha più palle più ne spari” (e Rossi è preso di mira per i
suoi s-punti di vista non condivisi da nessuno: ma quando c’è da scegliere, si
sa, qualcuno deve pur morire), Harry d’Inghilterra è nei guai perché si è fatto
fotografare gnudo (come direbbe Benigni); e seraficamente il Papa ci
spiega perché Giuda tradì Gesù: «la colpa più grave di Giuda, resta per il Papa-teologo
quella della “falsità”, un “marchio del diavolo”» (La Nazione).
Sentite… Nun ce ne pò fregà de meno.
Delle motivazioni di Giuda perché,
quanto a falsità, la Chiesa ne pullula a tutti i livelli (e a Pistoia basta
pensare a come ha reagito la Curia nella vicenda Aias/Apr); delle nudità di
Harry perché ormai da anni noi tutti, cittadini normali, siamo nudi dinanzi a
un potere diffuso (politico, burocratico, amministrativo, giudiziario) a cui,
dopo averci tolto tutti i peli che avevamo, manca solo di strapparci la pelle
viva come Apollo quando, come dice Dante, tirò fuori Marsia “dalla vagina delle
membra sue».
Spellati come ranocchi della sagra dell’Anchione,
cari lettori/elettori, siamo tutti fritti.
E da un bel
pezzo.
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[Lunedì 27 agosto 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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