«Fino a che la mucca
produce bene, si mantiene, ma appena il latte cala si manda al macello»
SAN
MARCELLO-MONTAGNA.
A noi del blog, che per primi abbiamo avuto in mano la relazione, di cui
abbiamo fatto uso abbondante in svariati articoli, l’improvvisa diffusione
pubblica del documento-Eller ha fatto riflettere. Continuiamo a ripetere: ma i
politici se non ora, quando?
Abbiamo
più volte ripetuto che l’uso continuo di concetti formulati come “ipotesi” e la
forma condizionale, a man bassa usata da Eller nel suo scrivere, ci portavano a
ipotizzare un uso esclusivamente tecnico del mezzo, con “franchigia” per i politici.
Lo dicevamo perché, avendo in mano la relazione, questo appariva: fatti salvi
eventuali nominativi di politici esplicitati nelle parti secretate. Ma… ce ne
saranno, poi?
Noi
siamo già oltre, senza falsa modestia, perché mentre da un lato la Magistratura
dovrà fare il suo corso, grazie anche all’opera martellante del Comitato
Recupero Ammanco in Comunità Montana, il quale preannuncia ancora altre novità,
spostiamo l’attenzione, che la questione Comunità Montana pone, in termini
strettamente politici sul futuro della Montagna.
Dal
commissariamento, all’unione dei Comuni non fatta, all’idea del Comunone
per fusione (a freddo) – o, come qualcuno ha avuto il coraggio di dire
(Giuseppe Montagna), il Dynamone.
Proponiamo
quindi al lettore un comunicato stampa inviato a suo tempo – ma, errore, non a
noi – e non pubblicato, da quanto ci può risultare.
Noi
lo pubblichiamo oggi, ma pensiamo che apra spunti di appropriata riflessione.
È
il testo di un politico che non nominiamo e che traduce il sentimento comune
della gente: un comunicato che giriamo anche al Comitato Recupero Ammanco affinché
persista nella sua opera di denuncia e di stimolo, sapendo che nel blog troverà
sempre un adeguato e non opportunistico supporto.
Q/n
SITUAZIONE COMUNITÀ MONTANA
Ricostruire i vari passaggi che mi
hanno visto partecipe in relazione ai fatti della Comunità Montana sarebbe
lungo, ma alcuni fatti salienti è opportuno riportarli.
Non ho mai condiviso come è stata
condotta la vicenda, a partire dalla scoperta dell’ammanco. Ho più volte sollecitato
il partito, invano, a prendere posizione circa il futuro dell’Ente. Chi ha
parlato di assenza della politica e dei partiti ha pienamente ragione.
Fin dall’inizio chiesi di rivedere lo
Statuto e di ritornare ad una Giunta di non sindaci, per assicurare all’Ente la
presenza costante del presidente e degli assessori nella speranza di poter
risolvere alcune criticità che da sempre la C.M. aveva manifestato, ed ancora
non c’era sentore dell’affare G.S..
Scoppia l’affare G.S. dichiaro, in una
riunione tra consiglieri, che potrebbe essere presa in considerazione l’ipotesi
del commissariamento dell’Ente e tutti (giunta e consiglio) a casa. Tacciato di
eresia, mi viene fatto gentilmente notare che è bene che tutto sia gestito all’interno,
perché un commissario chissà cosa potrebbe fare! Più che liquidare l’Ente non
credo avrebbe potuto fare. Ma potrebbe anche aver saputo trasformare la C.M. in
unione di comuni senza perdere i contributi regionali 2011 e 2012 che ammontano
a 465.000 euro.
Ora si dice che andremo direttamente
verso il comune unico, io non mi pongo neanche il problema se essere favorevole
o contrario, tali saranno le difficoltà per raggiungere l’obiettivo che di
tempo ne dovrà passare, e molto. Specialmente se consideriamo le difficoltà
incontrate nel solo cercare di attuare alcune gestioni associate.
Veniamo, infine, alle cause che hanno
determinato la fine dell’Ente comunitario.
Fin dall’inizio la preoccupazione
maggiore dei sindaci era di evitare che i vari comuni venissero coinvolti
direttamente in un eventuale dissesto della C.M.. All’inizio era prevalsa (tra
i sindaci) la tesi che chiudendo l’Ente i bilanci comunali potessero ritenersi
al sicuro. Ho più volte sostenuto l’opposto, in ogni caso un ipotizzabile
“buco” in bilancio doveva essere ricoperto dai singoli comuni facenti parte
della C.M.. Appurato (sempre dai sindaci) ciò c’è stata una sorta di
ripensamento: facciamo l’unione dei comuni.
Viene redatto una sorta di bilancio di
previsione 2012, partendo da zero. Ossia senza tener conto dei bilanci
pregressi 2010 e 2011 non ancora portati a consuntivo per le note vicende. Dopo
pochi mesi dall’approvazione dell’atto salta fuori un disavanzo di circa
220.000 euro, così almeno mi sembra sia stato riferito nell’assemblea alla
Baccarini.
A questo punto i sindaci hanno
dichiarato che nessuno di loro era disposto a mettere un centesimo del proprio
bilancio per salvare la C.M. o la nascente unione dei comuni (fate voi), e
neanche a rinunciare alla loro quota dei Bim (legge 959 del 1953) che sarebbe
stata sufficiente per pareggiare il bilancio. Evidenzio che le quote Bim
(bacini imbriferi montani) sono destinate ad interventi specifici e finalizzati
“… esclusivamente a favore del progresso economico e sociale delle
popolazioni, nonché ad opere di sistemazione montana che non siano di
competenza dello Stato”.
Il non voler rinunciare a le suddette
quote potrebbe essere accettabile se in passato le varie amministrazioni
comunali si fossero comportate diversamente. Porto solo due [esempi…? – n.d.r.]:
1. L’ultimo bilancio consuntivo
approvato in C.M. è quello relativo all’esercizio 2009. Risultato di gestione:
avanzo di circa € 140.000. in Consiglio ci venne assicurato che l’impiego di
detta somma sarebbe stato oggetto di dibattito all’interno della Consiglio
stesso, invece, dopo poche settimane, apprendemmo da delibera di giunta che i
sindaci avevano stabilito di dividersi equamente l’avanzo di amministrazione
della Comunità Montana.
2. Caso simile (sono passati alcuni
anni) quello relativo al finanziamento regionale sulla sentieristica (circa €
160.000) che potevano essere utilizzati per un unico progetto teso al
miglioramento della rete dei sentieri montani e conseguentemente alla
promozione turistica. Invece ogni comune si prese la sua parte.
In conclusione fino a che la mucca
produce bene si mantiene, ma appena il latte cala si manda al macello. Così e
stato fatto per la C.M.. Quando chiedevo lumi sulla destinazione dei contributi
consortili mi si rispondeva che tutto era trasparente e che l’Ente era una
grande risorsa per la montagna, ora, alcuni di quei politici, sono tra i più
accaniti affossatori dell’Ente. E liquidare la Comunità Montana sulla base di
un disavanzo emerso sul bilancio di previsione a metà anno senza trovare tra le
cifre del bilancio stesso la soluzione (ripeto bilancio di previsione e non
consuntivo) o prevedere l’alienazione di uno dei numerosi beni di proprietà della
C.M. per pareggiare i conti.
Non mi dilungo sugli effetti negativi
per la montagna, argomento già ampiamente e chiaramente affrontato anche da
altri, ma voglio fare solo una considerazione politica finale.
Premetto che non sono mai stato tenero
con la Comunità Montana e che la ho sempre considerata un Ente utile se ben
gestito, ma che la nostra non rientrava nella fattispecie. Dopo anni e anni di
gestione di centrosinistra, ritenevo il successo del centrodestra nelle
amministrative 2009 che aveva portato 4 sindaci su 8 in C.M., l’occasione di
dimostrare la miglior capacità gestionale dei nostri sindaci e non aggiungo
altro.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 16 agosto 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.