domenica 29 gennaio 2012

AGLIANA. LA CONGIURA DELLA CREATIVITÀ


di Luigi Scardigli

L’odore, intenso, dei pop corn, potrebbe portare leggermente fuori strada, ma una volta uscito anche l’ultimo dei molti bambini (280, mica scherzi) che non si sono voluti perdere lo spettacolo di burattini allestito dal Moderno di Agliana nel primo pomeriggio,
l’omonima Associazione ha subito dopo riindossato gli abiti che più gli si addicono, quelli della (contro)informazione, dando vita a La congiura della creatività, organizzato da Nevrosi e che ha visto la partecipazione, illustre e gradita, di Piergiorgio Giacchè, Rodolfo Sacchettini e Enzo Gualtiero Bargiacchi.
Congiura perché attorno alla creatività, intesa come tale, ma aperta a qualsiasi tipo di possibile mistificazione, dunque anche quelli della congiura, soprattutto attorno a questo ultimo trentennio, che parrebbe essere agli sgoccioli, non solo temporali, mi auguro, si è mossa una serie incredibile di movimenti, letteralmente uccisi, con chirurgica sequenza e selezione, dalla droga prima e dalla televisione poi, altra sostanza stupefacente, quest’ultima, meno deleteria della prima solo da un punto di vista strettamente chimico, organico.
Dopo una piccola premessa del nevrotico Lorenzo Maffucci (l’uso del corsivo serve esclusivamente ad evitar querele), a disquisire di creatività e delle sue congiure si sono alternati, nell’ordine, Enzo Gualtiero Bargiacchi, che ha didascalizzato una sequenza fotografica di un sommovimento culturale che Pistoia decise di adottare (e difficile da credere che possa essere davvero esistito), immergendo la nutrita e giovanissima platea in un sogno ipnotico degno della miglior congiura.
Con Piergiorgio Giacchè, invece, l’angolo della conversazione si è spostato lungo un sentiero di non sensi – e non poteva essere altrimenti –, sul quale l’antropologo umbro ha disseminato delle piccole molliche di pane che si sono rivelate utilissime prima dell’epilogo, quando si è potuti risalire all’origine della disquisizione. A proposito di creatività, naturalmente, e quello che attorno a questo termine una vera e propria organizzazione criminale è riuscita a costruire, riuscendo a spacciare per conoscitori, filosofi e creatori dei semplici e modesti venditori di fumo.
Il trittico si è chiuso con Rodolfo Sacchettini, un altro pezzo pregiato di una cultura da retrovia, o parziale, o laterale, come preferite, che ha suggellato il dipinto delle falsità con la propria interpretazione contemporanea, cercando di velare il reale affinché si risenta il diritto-dovere di cercare l’insvelato.
Con un po’ di piacevole ritardato rispetto ai tempi canonici previsti dall’organizzazione, Marco Albonetti (voce e chitarra), Alessandro Gambassi (chitarra) e Paolo Pierattini (basso) hanno chiuso l’incontro, rimandando gli spettatori alle prossime congiure.
E non credo che avranno modo di spazientirsi.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 29 gennaio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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