domenica 29 gennaio 2012

PRIMARIE, AFFLUENZA RECORD: ALLE 20, SCHEDE ESAURITE


di Luigi Scardigli

Si calcola che abbiano votato più di 10mila persone

L’unico dato certo, alle 13, era l’impressionante, anomala e graditissima affluenza alle urne: oltre 4.000 persone, prima di mezzogiorno, si sono recate a votare per esprimere la propria preferenza tra i quattro candidati del centro-sinistra in corsa per l’elezione a Sindaco di Pistoia alla prossima tornata elettorale primaverile.

Alle 20, tuttavia, le schede si sono esaurite. Dunque dall’affluenza ci potremmo aspettare qualsiasi risultato.
I seggi, dislocati lungo il Comune, si chiuderanno alle 21 e il nome del vincitore lo si saprà, approssimativamente, intorno alla mezzanotte, ma anche oltre, soprattutto se la differenza numerica tra gli aspiranti più ambiziosi si ridurrà, a quanto sembra dalle previsioni, a poche manciate di voti.
Ma cos’è che ha spinto tanti pistoiesi a questa turnazione pre-elettorale?
La voglia di cambiamento, la voglia della conservazione, l’illusione di poter credere che la politica possa davvero cambiare, la paura? La lettura, del massiccio e democratico corpo di votanti alle Primarie, somiglia parecchio al secolare dualismo che divide ottimisti e pessimisti al cospetto di un bicchiere: i primi lo vedono mezzo pieno, gli altri, mezzo vuoto.
Ma al di là di chi risulterà essere il più votato tra Bartoli, Bertinelli, Niccolai e Turco (l’ordine è puramente alfabetico) e se l’elezione sarà il frutto di voglia o paura, rinnovamento o conservazione, su questa straordinaria affluenza sarà bene che tutti, dai quattro candidati fino all’ultimo dei disillusi che da tempo boicotta primarie ed elezioni, riflettano con rigore.
Con il trascorrere dei minuti, non degli anni o delle generazioni, si avverte, tangibile, la necessità di affidare le sorti di piccoli o grandi contesti umani e sociali a persone qualificate, degne e capaci di rappresentare non solo i propri adulatori e convinti fautori, ma anche e soprattutto coloro i quali hanno preferito deporre su altri le proprie velleità di rappresentanza e ancor più su quelli che la pensano esattamente al loro opposto, i nemici, tanto per esser chiari.
Perché con il trascorrere dei minuti, più che degli anni e delle generazioni, le bandiere vanno inesorabilmente ammainandosi e le ideologie a cadere nel dimenticatoio dei buoni propositi lasciati morire; perché le domande alle quali urgono risposte non sono più legate ad un sistema di vita, ma alla sopravvivenza vera e propria.
Aspettiamo, frementi, l’esito di questa votazione e auspichiamo che questa sia non solo la prima, ma la prima di una serie interminabile di appunti democratici, dove ogni candidato di qualsiasi lista sia il frutto, aritmetico, della maggioranza degli elettori.
Una lezione, questa, che mi auguro venga recepita da tutti: dai candidati di qualsiasi lista e da tutti i cittadini con diritto al voto e che una volta espletata la volontà popolare, gli eletti, tornino da dove il popolo li ha presi benevolmente in ostaggio per il bene della comunità.
Cioè a casa e alla vita privata.

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[Domenica 29 gennaio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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