di Luigi Scardigli
Si calcola che abbiano votato più di
10mila persone
L’unico dato certo, alle 13, era l’impressionante,
anomala e graditissima affluenza alle urne: oltre 4.000 persone, prima di mezzogiorno,
si sono recate a votare per esprimere la propria preferenza tra i quattro candidati
del centro-sinistra in corsa per l’elezione a Sindaco di Pistoia alla prossima tornata
elettorale primaverile.
Alle 20, tuttavia, le schede si sono
esaurite. Dunque dall’affluenza ci potremmo aspettare qualsiasi risultato.
I seggi, dislocati lungo il Comune, si chiuderanno
alle 21 e il nome del vincitore lo si saprà, approssimativamente, intorno alla mezzanotte,
ma anche oltre, soprattutto se la differenza numerica tra gli aspiranti più ambiziosi
si ridurrà, a quanto sembra dalle previsioni, a poche manciate di voti.
Ma cos’è che ha spinto tanti pistoiesi a
questa turnazione pre-elettorale?
La voglia di cambiamento, la voglia della
conservazione, l’illusione di poter credere che la politica possa davvero cambiare,
la paura? La lettura, del massiccio e democratico corpo di votanti alle Primarie,
somiglia parecchio al secolare dualismo che divide ottimisti e pessimisti al cospetto
di un bicchiere: i primi lo vedono mezzo pieno, gli altri, mezzo vuoto.
Ma al di là di chi risulterà essere il più
votato tra Bartoli, Bertinelli, Niccolai e Turco (l’ordine è puramente alfabetico)
e se l’elezione sarà il frutto di voglia o paura, rinnovamento o conservazione,
su questa straordinaria affluenza sarà bene che tutti, dai quattro candidati fino
all’ultimo dei disillusi che da tempo boicotta primarie ed elezioni, riflettano
con rigore.
Con il trascorrere dei minuti, non degli
anni o delle generazioni, si avverte, tangibile, la necessità di affidare le sorti
di piccoli o grandi contesti umani e sociali a persone qualificate, degne e capaci
di rappresentare non solo i propri adulatori e convinti fautori, ma anche e soprattutto
coloro i quali hanno preferito deporre su altri le proprie velleità di rappresentanza
e ancor più su quelli che la pensano esattamente al loro opposto, i nemici, tanto
per esser chiari.
Perché con il trascorrere dei minuti, più
che degli anni e delle generazioni, le bandiere vanno inesorabilmente ammainandosi
e le ideologie a cadere nel dimenticatoio dei buoni propositi lasciati morire; perché
le domande alle quali urgono risposte non sono più legate ad un sistema di vita,
ma alla sopravvivenza vera e propria.
Aspettiamo, frementi, l’esito di questa
votazione e auspichiamo che questa sia non solo la prima, ma la prima di una serie
interminabile di appunti democratici, dove ogni candidato di qualsiasi lista sia
il frutto, aritmetico, della maggioranza degli elettori.
Una lezione, questa, che mi auguro venga
recepita da tutti: dai candidati di qualsiasi lista e da tutti i cittadini con diritto
al voto e che una volta espletata la volontà popolare, gli eletti, tornino da dove
il popolo li ha presi benevolmente in ostaggio per il bene della comunità.
Cioè a casa e alla vita privata.
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[Domenica 29 gennaio 2012 – © Quarrata/news
2011]
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