di Luigi Scardigli
Ha deciso di trascorrere il giorno dopo
in compagnia dei suoi due figli, un po’ dimenticati, in questi roventi giorni
di campagna elettorale. Lusso che si è potuto permettere, Roberto Bartoli,
sapendo di avere accanto una compagna, di viaggio, beninteso, che si chiama
Annalisa.
«Ho telefonato a Samuele subito dopo l’esito dell’urna –
racconta Roberto Bartoli, il giorno dopo il piazzamento d’onore nella corsa a
quattro per la candidatura a Sindaco del centro-sinistra che si terrà in
primavera – complimentandomi con lui: ha svolto un lavorone, certosino e sono
felice che possa coronare un sogno».
Non è un frasario di circostanza,
quello del Professore (dovrò abituarmi a chiamarlo così, perché è lì che
tornerà a svolgere il proprio lavoro, all’Università).
Ma a tutta la tua gente, parecchia, che
cosa dici, il giorno dopo?
«È stata una sconfitta trionfale, la nostra: abbiamo corso
senza nulla e nessuno che sponsorizzasse la nostra avventura e abbiamo raccolto
un mare di consensi e di adesioni: questo patrimonio, che è energia vitale,
magma prezioso, non deve e non può in alcun modo disperdersi, ma restare a far
parte dell’energia della politica che verrà. Anzi, colgo l’occasione per
ringraziare tutti quelli che hanno diviso e condiviso con me questa passione
straordinaria: abbiamo creato un precedente, la via della democrazia ormai è
inevitabilmente segnata dalla compartecipazione».
Dunque apri una lista civica?
«Assolutamente no, anche se sono stati in molti, ieri sera,
subito dopo l’esito aritmetico, ad istigarmi a fare questo ulteriore passo. Il
gioco al quale ho deciso di partecipare è quello della politica e occorre
restare nel rettangolo verde per competere realmente e lealmente, rispettando
le sue regole: fare una lista civica vorrebbe dire scendere in campo con una
racchetta da tennis dove la gente aspetta di vedere un incontro di calcio. No.
Ora torno all’Università, ma è chiaro che questa fonte inesaurita e
inesauribile di proposte e idee non può certo disperdersi».
Farai il vice-sindaco: Bertinelli non può
certo ignorare la seconda forza della coalizione!
«Nemmeno questo. L’ho detto alla vigilia e lo ribadisco a
conti fatti: mi sono presentato per dirigere una squadra; la risposta
democratica della città è stata un’altra e mi adeguo alla volontà popolare».
Se la Turco e il Niccolai avessero
fatto un passo indietro, però…
«Il se e il ma è il patrimonio degli imbecilli. Le cose sono
andate come sono andate, inutile piangere sul latte versato. L’unica cosa che
mi preme, in questo momento, è che nessuno del mio elettorato venga contaminato
dai soliti giochi che si rinnovano all’indomani di una consultazione tanto
avvincente ed eterogenea».
Dunque?
«Ora è il momento di aspettare, di voltarsi un attimo
intorno, di capire se questa considerevole massa umana che ha deciso di riporre
in me le proprie aspettative, non solo politiche, ma anche e soprattutto
sociali e umane, rappresenti la punta di un iceberg che aspetta l’occasione
migliore e propizia per uscire allo scoperto».
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 30 gennaio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
bravo Roby
RispondiElimina