Mi ha sempre detto il mio maestro di
giornalismo – per la cronaca Valeriano Cecconi, a volte scorbutico, ma vero
professionista – che la funzione della stampa è quella di rompere le scatole a
tutti. E questo ho fatto e continuerò a fare in perfetta lealtà e buonafede: da
qui e fino al momento in cui, anche di me, non resterà che una voce su internet
o Wikipedia.
Fatto questo brevissimo, ma necessario
preambolo, in ossequio al mazzuolo, rileggo, senza retorica facile, la prima
pagina del Tirreno di Pistoia, il secondo organo di informazione a dare
la notizia delle primarie dopo Quarrata/news, che, come sanno i nostri
lettori, ha fatto il lancio stanotte intorno alle 2.
Tiziana Gori scrive che i risultati di
ieri sono la «vittoria di democrazia, politica e Pd».
Può darsi, perché in questo mondo tutto
è possibile: ma solo – e di questo sono assolutamente convinto e certo – se si
guarda alla superficie.
A piè di pagina si titola – sempre sul Tirreno
– «Grande affluenza, c’è voglia di partecipare»: e anche qui, credo, siamo
dinanzi alle ‘belle speranze’.
E ora vediamo perché.
Il 44% di Bertinelli – ragionando in
termini di vera logica matematica – è un’alta cifra di sostanziale minoranza
rispetto al 56% degli altri tre candidati sommati insieme.
La «ragione della
città» non sta nelle mani di Bertinelli che solo per caso: nel
caso, appunto, della frantumazione di parrocchia e delle logiche particellari
della sinistra che si sta sgretolando e cerca nuove strade, insofferente dei
vecchi capi e/o patriarchi da non
mettere mai in discussione.
Come ho scritto stanotte – e tuttora
sottoscrivo ancor più convinto – il 28,13% del Pd (quello di Bartoli) non riconosce
più gli Asburgo (da Chiti in giù, Fragai in prima linea), ma si mostra
compattamente insofferente della vecchiezza della gestione della cosa pubblica
a Pistoia, città in inarrestabile disarmo e dismissione.
Ne vogliamo tenere di conto, di questo,
o no? Vogliamo essere realisti o solo dei poveri trionfalisti di provincia?
Idv e Sel non lo hanno capito bene e –
a mio giudizio – hanno fatto una scelta di campo non appropriata e
politicamente fragile. E si è visto chiaro nella caduta della Turco.
Sulla voglia, infine, di partecipare suggerita
dal titolo di fondopagina, mi permetto di dubitare e di dissentire in assoluto.
I voti di Bertinelli, minoritari
rispetto alla somma degli altri, hanno avuto la meglio perché queste sono le
logiche (invero per niente democratiche) delle primarie: che, come si sa,
possono essere anche ben pilotate.
Specie dallo zoccolo duro degli Asburgo
della restaurazione.
Edoardo Bianchini
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 30 gennaio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
Beh, mi sembra che lei faccia le pulci in testa a un calvo. Qualunque governo, locale o nazionale se non mondiale, governa senza avere la maggioranza assoluta (beh si, i governi non democratici). E allora? La democrazia, le elezioni, come sono concepite oggi (fino ad ulteriore miglioramento) portano a questo risultato: la maggioranza è pur sempre una minoranza. Ma vorrei capire da lei una cosa: le sue affermazioni si basano su quello che legge dai giornali e dal sentito dire, oppure ha sentito parlare Bertinelli (cioè la fonte primaria)? Lei continua a "condannare" questa persona, come dire, a prescindere.
RispondiEliminaTorno a dirle che, sebbene faccia riferimento a Valeriano Cecconi come suo maestro di giornalismo, lei non sta facendo del buon giornalismo.
E' naturalmente una mia opinione. E, come credo, questo suo blog, finto giornalistico, è un blog di opinione.
Nilo Benedetti
Caro Benedetti,
RispondiEliminaapprezzo molto il suo modo pacato di intervenire, ma – come lei stesso dice – non è niente più che una opinione, come del resto quello che dico io – a cui non varrà disconoscere le stesse libere prerogative che richiede per sé e per la sua libertà di opinione. O sono sbagliate e perverse tutte le opinioni che non siano di sinistra strettamente ortodossa?
Di opinioni siamo pieni. Ne è piena la Rai, ne sono piene le Tv private. Ne sono pieni i giornali e le riviste: ne è piena l’Italia. Ne sono pieni i partiti. Di opinioni si vive, in democrazia. Resto, quindi, sempre nella norma, sotto questo punto di vista.
Le lascio credere – in piena libertà di opinione – che il mio sia un giornalismo fatto male o pessimo, se preferisce. Un giornalismo a cui, però, lei dedica molta – o forse troppa? – attenzione, mi pare. E la ringrazio.
Del resto io non so farne di meglio: l’ho imparato così, questo mestiere. Perciò, se lei si sente di farlo meglio, si accomodi: nella libertà di opinione e di pensiero anche lei ha libera cittadinanza e circolazione.
Su Bertinelli: lo conosco da tempo. L’ho avuto come allievo al Forteguerri. Non è di seconda mano: e la sua opinione su presunti miei pregiudizi è, dunque, errata.
Sulle pulci in testa a un calvo: e me le lasci fare, se mi diverto così! Sono forse troppo pericoloso perché rischio di scuotere la coscienza di chi è ferreamente sicuro di essere nel giusto delle proprie opinioni?
Ognuno ha i suoi limiti; siamo umani. Cerchi di prendermi un po’ per quello che sono.
O vuole, invece, convincermi per forza del mio errore…?
Grazie per la nota e a presto.
e.b. blogger
Girellando si percepisce quell'aria di rivoluzione... che il popolo non vede altro che l'ora di 'cambiare'.. di buttare fuori i politici di professione, espressione di apparati vuoti, inutili e dispendiosi. Pensa a Milano. Prima ha bocciato il candidato PD, poi ha (eresia da quelle parti...) addirittura bocciato il candidato del centrodestra, consegnando la città ai 'comunisti'. Qui 4 anni fa il Berti si salvò solo perché Capecchi era troppo di destra per questa città, ci fosse stato un Beppino Montalti, come alla tornata prima, avrebbe certo perso il ballottaggio se non al primo turno.. Eppure invece vedi.. il popolo è stupido.. è stato infinocchiato scegliendo l'ennesimo uomo di apparato. O forse no? Filippo
RispondiElimina