giovedì 19 gennaio 2012

«COLD CASE». CASI IRRISOLTI E MORTI PER TUMORE


PISTOIA. Dove la politica ha troppa importanza e dove tutto si misura a suon di politica, i risultati non possono essere che questi.
E a Pistoia c’è troppa politica. Fin troppa.
È solo il caso di riepilogare per sommi capi.
Da anni ambientalisti e comitati protestano. Lo fanno per la discarica del Cassero, lo fanno per l’inceneritore di via Tobagi. E lo hanno sempre fatto per più di vent’anni.
Nessuno è mai stato a sentire.
E non provate a dire di no, perché la situazione è qui, ormai: sui giornali e sotto gli occhi di tutti. Incontrovertibile.
L’Ordine dei Medici di Pistoia – anch’esso finora più o meno tentennante – è uscito finalmente allo scoperto. Ha fatto il passo in più che doveva.
Dice esplicitamente che intorno all’inceneritore ci sono troppi morti di tumore.
E allora, c’è da chiedersi: dov’erano i controllori che dovevano controllare l’innocuità, sinora difesa a spada tratta, dei fumi dell’inceneritore di via Tobagi? Provino a dircelo la signora Fratoni e l’assessore Fragai.
E dov’erano anche gli altri che, in passato, hanno dichiarato pubblicamente la propria volontà di mantenere bassi profili per non rischiare di essere strumentalizzati dai comitati antinceneritoristi? (vedi).
E che cosa penseranno – e cosa dovremo pensare noi, di questi controllori – oggi che i medici stessi chiedono esplicitamente a Provincia e Regione di non raddoppiare l’impianto di Montale, già in procinto di scaricare in aria ancora più veleni di quelli che ha scaricato finora?
E cosa dovrebbe accadere a tutti coloro che, tentennando, rimandando, mantenendo bassi profili, hanno lasciato che tutto andasse, come sembra, a rotoli, e che la gente morisse e continuasse a morire sempre di più?
Dovranno essere date risposte.

Certe. Non tentennanti e di basso profilo.
e.b. blogger
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[Giovedì 19 gennaio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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