di Luigi Scardigli
Chi vincerà domenica le primarie del
centro-sinistra e guiderà dunque la città nel prossimo lustro?
L’unico ad essere apparentemente
tagliato fuori dal nocciolo della bagarre è Alberto Niccolai, il più
tenero, mi preme aggiungere, tra i quattro, letteralmente lontano, forse fuori,
dalla tempesta e dall’impeto romantici che animano questa lotta intestina.
E il primo a saperlo è proprio lui,
forse, felicissimo all’idea di chiudere, tra una settimana, il periodo di
aspettativa chiesto ed ottenuto all’Università di Pisa e tornare a parlare di
cose con le quali può sfoggiare un’invidiabile dimestichezza. E non sembra
nemmeno il tipo, così lontano e immune dalla furbizia, nell’accezione più
infida e detestabile del termine, che si metta a vendere le proprie preferenze,
numericamente forse deboli, ma non certo irrilevanti, anzi, al miglior
offerente.
Cecilia Turco invece ha dato l’impressione epidermica, umorale, volatile
– non mi permetterei mai di sindacare la sua fede – di non essere pienamente convinta di quel che dice, come se
il suo corpo non rispondesse, emotivamente, agli input cerebrali, come se
invece di essere lì, ieri pomeriggio, se avesse potuto, fosse voluta essere in
un qualsiasi altro posto, a parlare anche di politica e perché no, del futuro
Sindaco di Pistoia, ma disquisendo sui massimi sistemi e non su quelli che
invece potrebbero riguardarla.
Samuele Bertinelli, Sindaco, lo nacque, non c’è dubbio. Sono convinto che
nella settimana che ha preceduto il dibattito al Dopolavoro ferroviario, il funzionario
(*) nato funzionario di partito abbia trascorso parte del proprio tempo
a vivisezionare dvd con gli interventi del suo papà spirituale, Massimo D’Alema
– quello vero lo conosco bene, ed è un grande amico – incorporandone, brillantemente, quel sano e invidiabile
distacco, una così totale immersione nel ruolo che gli ha addirittura
consentito di osservarsi, studiarsi e complimentarsi.
È un politico nato, Samuele, per il
quale il lustro che potrebbe trascorrere a guidare la città sarebbe l’ideale
trampolino di lancio che lo catapulterebbe, automaticamente, nelle stanze
pregiate del partito che chissà come si chiamerà allora. Il momento più alto
della sua performance, ieri, lo ha toccato quando per tre volte
consecutivamente ha riconosciuto, al proprio antagonista di fianco, Bartoli, la
giustezza e l’indispensabilità di alcune vedute.
Già, Roberto Bartoli, che
Sindaco lo è nato, ma alla stessa stregua di come indossi, con disinvoltura,
padronanza e coscienza, i panni di marito e padre (ha esordito così, ieri,
presentandosi alla platea: “sono sposato e ho due figli”), quelli accademici
universitari, ma che non disdegnerebbe di portare quelli del rocker, o del
poeta, o del filosofo o dell’amico vero con il quale trascorrere una serata
intera a parlar di nulla, anche.
In ballo, con queste primarie, non c’è
la serietà, l’onestà, l’attendibilità e la credibilità che vantano, tutti e
indistintamente, Alberto, Cecilia, Roberto e Samuele.
C’è di più, c’è la necessità – che mi
auguro si trasformi in desiderio – di provare a dare alla politica una sagoma
diversa, sconosciuta, che del passato non si porti dietro assolutamente nulla.
Ma fra i quattro, chi può garantirlo
davvero tutto questo?
(*) – Sull’uso del termine funzionario
applicato a Bertinelli, chi è curioso e/o pettegolo veda i commenti e le
risposte al post Primarie Pd. I magnifici quattro, incontro ‘vis-à-vis’,
al seguente link: http://quarratanews.blogspot.com/2012/01/primarie-pd-i-magnifici-quattro.html
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 22 gennaio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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