PISTOIA. Chissà quante critiche mi tirerò
addosso stamattina.
Mi diranno, quei politically correct
che sono i Pd ortodossi,
1. che sono un ottuso;
2. che non conosco il Bertinelli;
3. che mi baso solo sulle chiacchiere e
su quello che leggo sui giornali;
4. che pecco della presunzione del
mestiere che ho fatto (e che in moltissimi casi è molto limitante: guardate per
esempio il Governo dei Prof…);
5. che sono prevenuto e partigiano;
6. che dovrei riflettere di più e…
vattelappésca.
Insomma, oggi che ha smesso di
predicare la Santa Romana Chiesa, si sono messi a predicare loro. Che palle!
Aprite, invece, i giornali di stamattina
e date una rapida occhiata.
Siamo all’ovazione (che non è il lancio
delle uova al defunto Scalfaro); siamo all’apoteosi del vincitore vittorioso e
corteggiato da tutti – forse perché tutti si aspettano di essere sollevati in
più spirabil aere (direbbe Manzoni) dalla mano che vien dal cielo.
Bellissima e profonda una battuta di
Antonio Nardi a proposito del processo della Santona (vedi): tutti
gli asini sono buoni a stare con chi vince. E, per favore, non fatemi
responsabile anche di quello che non ho detto io: io mi limito solo ad
approvare questa ‘massima eterna’.
E ora
sono pronto a scatenare l’ira dei ragazzi pon pon di
stretta osservanza samuelica perché, da buon “turbatore, provocatore, di parte,
squilibrato, politically scorrect molto assai”, osservo a chi Bertinelli
ha riservato la sua prima e più riverente riverenza nel dopo-votazione.
Il suo impegno – lo dichiara in piazza –
è per la Breda: priorità assoluta.
Si capisce. Non potrebbe fare
diversamente.
Di solito quando uno riceve un miracolo
e lascia un ex-voto nel santuario, la tavoletta, il cuore d’argento, la
catenina, il ciondolino, la stampella o quel che vi pare, vengono sistemati nel
tempio del Dio che lo ha salvato.
E giustamente Bertinelli non può che
parlare di Breda, perché da lì è molto verisimilmente venuto, per quanto
possibile, un massiccio contributo al suo impiego come diadoco-successore di
Berti.
Politically correct ortodossi di Bertinelli, non affannatevi tanto a ricoprirmi
di insulti, improperi e sputi in faccia; a volermi insegnare la correttezza a
tutti i costi; a richiamarmi al dovere, all’etica e alla dottrina sociale della
Chiesa: lo so che, contrariamente al vostro Beniamino – che stamattina sorride
benevolo e tende la mano misericordiosa agli sconfitti come un Cesare con i
suoi avversari battuti –, io sono un infido, uno che scrive in malafede e un vero pubblicano.
Risparmiate le vostre energie.
Che potrebbero tornarvi estremamente
utili se e quando l’operazione Breda non dovesse andare a buon
fine (ovviamente solo dopo che ci sono state le elezioni di primavera…)
1. se Bersani (al quale Samuele ha
scritto: e ce lo ha fatto ben sapere) non ‘potesse’ fare un accidente perché de
minimis non curat praetor;
2. se il Governo – che è quello dei
tagli e delle accettate, anch’esse accette di buon grado, perché necessarie,
dai politically correct ortodossi – rispondesse picche;
3. se l’operazione Rossi-Bertinelli alla
lunga si rivelasse, in buona sostanza, solo un povero e strumentale specchietto
per le allodole.
Quelle forze riservatele per allora e
per ripetere, al vostro Beniamino, non solo la famosa frase degli antichi «Ricordati, Cesare che devi morire», ma anche quell’altra, assai più umile e concreta – nel suo
minimale buonsenso –, che una volta era scritta sulle targhette sistemate sotto
i finestrini apribili dei tradizionali treni costruiti dalla Breda: Vietato
sporgersi dal finestrino…
Edoardo Bianchini
P.S. – A proposito delle critiche e
degli improperi… chi se ne frega?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 31 gennaio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
Beh, a questo punto perché non leva questo spazio dei commenti se non possiamo dire la nostra, ma solo la Sua?
RispondiEliminaArrivederci
Nilo Benedetti