PISTOIA. Che bel grosso imbarazzo, povero Berti, si trova a dover
gestire proprio al momento di uscire di scena, quando tutto vorrebbe che il
calo del sipario avvenisse in sordina e senza scosse.
E invece no: l’amministrazione, fuori
tempo massimo in ogni senso (la vicenda parte dal 2004 e oggi siamo al 2012),
dopo avere speso la bellezza di 350mila euro se non di più (49 sedute di
commissione, consulenze, sedute consiliari per 1.400 osservazioni), rischia di
vedersi rimandare il tutto al prossimo sindaco: e questo – così hanno detto
Bartolomei e Barbarito alla conferenza stampa di oggi, ore 12:30 – il Pd non lo
vuole assolutamente.
Insomma, come già aveva detto Berti
mezz’ora prima (quando il Sindaco non ha avuto l’onore della presenza di Tvl),
la cementificazione di Pistoia non deve andare avanti: sono troppi gli alloggi
nuovi invenduti, e quindi perché non bloccare tutto il territorio, non
strizzarlo nella morsa di un Regolamento Urbanistico con cui – ormai è appurato
– non si muoverà davvero più nemmeno un mattone?
È per questo – hanno detto Bartolomei e
gli uomini del Fli – che noi vogliamo che le varie categorie professionali
(ingegneri, architetti, geometri) si esprimano: e non solo attraverso i loro
presidenti, che sono comuni mortali e, in qualche caso, in conflitto di
interessi perché anche consulenti dell’amministrazione comunale (il nome che ne
è scappato fuori è quello dell’architetto Gianfranco Cellai), ma attraverso
documenti direttamente scaturiti dalla discussione all’interno delle varie
categorie, le quali, a conoscenza delle reali esigenze della gente, sono veri e
propri rappresentanti anche dei cittadini stessi.
«Una volta avuti questi pronunciamenti –
ha detto Bartolomei –, se le categorie sono soddisfatte del Regolamento che l’amministrazione
vuole fare approvare, noi non avremo problemi ad approvarlo subito: ma se – ha sottolineato
– il parere sarà negativo, faremo il massimo sforzo perché questo Regolamento
venga messo da parte e passi all’esame del consiglio solo sotto la futura
amministrazione». Non è un dramma, non è una tragedia, è stato detto; e non si
perde alcun treno.
Ci sono altri problemi che bussano insistentemente
alla porta, è stato sottolineato (Aias/Apr, Regolamento del commercio, Bilancio
2012), e stiamo perdendo tempo su un atto la cui unica responsabilità ricade in
capo al Pd, che si è ridotto a discuterne tardi e male: se ne assuma dunque la
responsabilità il Pd. Fra l’altro la coalizione di governo del Palazzo di Giano
si è così lisa e consumata, nel frattempo, che, per raggiungere la maggioranza
di 21-22 voti, il Pd deve davvero pregare che nessuno dei suoi sostenitori si
ammali e manchi per una banale influenza.
Questa in sostanza la posizione del Fli
e dei suoi uomini.
Ma, tornando indietro di un passo e
ripensando che è opinione unanime e concorde che con il Regolamento che si
vuole approvare non si murerà un solo nuovo mattone, le voci più maligne della
piazza corrono a insinuazioni che, onestamente, per correttezza e trasparenza, dovrebbero
essere analiticamente verificate: si chiedono, le malelingue, se si voglia
mettere la palla al piede dell’edilizia pistoiese perché le nuove costruzioni, che
sono rimaste invendute, possano trovare una loro via di smercio sul mercato ed
essere smaltite.
E se ciò fosse vero, a chi gioverebbe,
infine, tutta questa “operazione cortina di ferro” che il Pd vuole ad ogni
costo?
e.b. blogger
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[Sabato 14 gennaio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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