lunedì 16 gennaio 2012

PRIMARIE PD. MACCHÉ PISCINE OLIMPICHE E STADI!


di Luigi Scardigli

La differenza è minima, siamo onesti. Perché è oggettivamente difficile che il programma di Cecilia Turco – in vista, ad occhio nudo, delle primarie per il centro-sinistra per il rinnovo del primo cittadino – si discosti molto da quello di Samuele Bertinelli, con il quale ha diviso e condiviso parecchio background fino alla vigilia di questo civilissimo, democratico e appassionante scontro intestino.
E anche i proclami del giovane ‘anziano funzionario’ non possono certo stridere, a loro volta, con quelli caldeggiati e proferiti, a voce non altissima, a onor del vero,
da Alberto Niccolai, terzo incomodo candidato per questa corsa che il 29 gennaio, tra fragole e sangue, eleggerà il nome del personaggio del centro-sinistra che contenderà a Biancaneve Celesti il trono di palazzo di Giano.
Non possono, perché sarebbe sacrilego se, alla vigilia di un turno preliminare, le correnti, in questo caso quattro, di un unico, grande, informe movimento, avessero progetti opposti in relazione a punti e principi fermi.
No, certo, non mi sono scordato di Roberto Bartoli, ma tendo ad escluderlo dalla somiglianza progettuale che accomuna invece i suoi tre amici/nemici perché è l’unico dei quattro che, invece che presentarsi e provare a cercare di addolcire e imbonire dubbiosi, incerti e disillusi, è entrato con una tovaglia in mano con il chiaro intento di sparecchiare.
Oh, certo, con Bartoli via degli Orafi resterà lì e anche il mostro delle Fornaci non verrà raso al suolo, ma l’idea, sulla carta, nelle parole e nei sorrisi, è che con lui certe consolidate strutture potrebbero improvvisamente perdere l’equilibrio in virtù di una generazione di apolitici che sentono impellente la necessità di uscire allo scoperto.
Sì, non credo insomma che sia la piscina olimpica, il nuovo stadio comunale o altri dettagli urbanistico/strategici cavalli di battaglia, in ordine sparso, di Cecilia, Alberto e Samuele, a muovere l’asticella del consenso premiando l’uno anziché l’altro.
Non credo insomma che alle primarie del prossimo 29 gennaio sia attorno ad un’iniziativa, anziché un’altra, che si sposteranno quelle decine di voti che daranno ragione ad uno e torto agli altri tre.
La battaglia, a mio presuntuosissimo avviso, si dovrebbe comporre e snodare attorno ad un’idea, all’idea per antonomasia: cos’è la politica e a cosa deve servire.
E il Pd, ma soprattutto i suoi seguaci, che non l’hanno abbandonato nemmeno al cospetto di sistematiche trasformazioni che ne hanno snaturato, quasi brutalizzato, la sagoma originaria, dovrebbero sfruttare questa grande, immensa, irripetibile occasione: rendere alla politica la sua funzione, affidarle un’idea, l’idea di (ri)cominciare.
Posso sbagliarmi, e grossolanamente, a caldeggiare Roberto Bartoli, anziché uno degli altri tre; e se così fosse, oltre a recitare con estrema umiltà il mea culpa, sarò soprattutto pronto, giornalisticamente, a ricordargli e a ricordare ai lettori di questo Blog quello che sosteneva, prometteva e pensava.
Se così dovessero andare le cose, in parole povere, gli rammenterò, con puntuale dispiacere, di aver tradito l’idea, sostantivo che origina il termine ideale, inteso sia come migliore, che come fede, laica, ma fede.

Mi auguro, scaramanticamente, che il tempo e gli elettori mi diano questa opportunità.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 16 gennaio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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