lunedì 30 gennaio 2012

PRIMARIE: BERTINELLI SFONDA SEGUITO DA BARTOLI. CECILIA TURCO LA GRANDE SCONFITTA


di Luigi Scardigli

È Samuele Bertinelli il candidato del centro-sinistra che guiderà la corsa della maggioranza per Palazzo di Giano alla prossima turnazione elettorale comunale.
Lo ha deciso ieri il popolo dei votanti alle Primarie, accorsi ai 27 seggi disparsi sul territorio in tanti, tantissimi: 12.369 votanti, oltre il triplo delle precedenti simili consultazioni.

Hanno creduto in lui e nel suo programma 5.517 elettori, pari al 44,60% dei votanti; al secondo posto, con una percentuale da brivido, Roberto Bartoli, che ha collezionato 3.480 preferenze, pari al 28,13% dell’elettorato. Al terzo posto, con una percentuale del 17,82% per un totale di 2.204 voti, Cecilia Turco, che ha preceduto  Alberto Niccolai, quarto ed ultimo con 1.168 preferenze pari al 9,44%.
Questi i numeri, ora qualche considerazione.
Samuele ce l’ha fatta e ce l’ha fatta alla grande, occorre sottolineare, lavorando bene e parecchio sul territorio e trasformando in realtà quello che più che un sogno era una conformazione genetica: fare il Sindaco.
Alberto Niccolai ha corso per partecipare, ma il suo circa 10% lo metterà al riparo da future esclusioni forzate: qualcosa, al ragazzo che sorride senza saperlo, bisognerà pur offrirlo; ci sono oltre mille compagni che credono in lui e i suoi 1.168 voti sono tutti puri.
Roberto Bartoli ha rotto le uova nel paniere, ha scompigliato la morfologia cittadina, ha ridestato la voglia di esserci e se a queste Primarie si è registrata un’affluenza da brivido è perché il professore, scendendo in piazza, l’ha fatta tremare: ora è tempo di pensare, pensare a come gestire questa onda anomala di consensi.
Cecilia Turco è la grande sconfitta: si pensava che la robustezza – più virtuale che reale, è il caso di concludere, visti i numeri –, dei suoi supporters la mettesse sul piedistallo come prima donna alla guida di Pistoia. Non è stato così e facendo due conti facili facili, non ci vuol molto a capire che se avesse fatto un passo indietro, avrebbe regalato alla città e al suo centro-sinistra o una vittoria schiacciante, plebiscitaria, quasi unanime, o un’alternativa sconvolgente.
Ora, ha da passà a nuttata.

Una città e il suo Pd
da congresso di Vienna


Con Bertinelli che ha vinto, Pistoia ha mostrato di essere in mano a un Pd da Congresso di Vienna e da restaurazione.
Napoleone per nient’altro perse se non per un piccolissimo particolare su cui nessuno ha mai posto sufficientemente l’accento e l’attenzione: l’ intelligenza, la libertà di spirito e di azione.
I parrucconi viennesi non erano terrorizzati dal despota, dal tiranno, ma dalla libera circolazione delle sue idee: contagiose e gravide di conseguenze per chi il potere non intendeva lasciarlo non rendendosi conto che l’ora era suonata e il tempo maturo.
Il vecchio Pd pistoiese ha puntato i piedi e ce l’ha fatta: ha messo sul trono il proprio fedele epigono.
Ma è bene che prenda atto che il nuovo avanza; che la storia non vuole storie e che prima o poi presenta il conto.
E ha già cominciato, perché il 28,13% del partito pistoiese non sta più con gli Asburgo.
Edoardo Bianchini
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[Domenica 29 gennaio 2012 – © Quarrata/news 2011]

6 commenti:

  1. Premetto che sono un semplice votante non addentro alle dinamiche del partito. Quest'articolo letto da una persona al di fuori dell'agone politico è talmente di parte che fa quasi ridere. Per quello che ho potuto mi sono informato e ho sentito parlare i candidati, e in seguito ho scelto Bertinelli. Di chi fosse il candidato dei "piani alti" non me ne è fregato assolutamente niente, ho scelto la persona. Quest'articolo lascerebbe intendere che Bertinelli ha vinto in quanto candidato della "nomenklatura". Trovo quest'affermazione immatura e semplicistica, dettata dal bisogno di trovare una scusa della sconfitta. Ammesso che di sconfitta si tratti, visto che mi sembra che Bartoli abbia avuto comunque un bel risultato, a riprova della mia opinione che, in una votazione come le primarie per l'elezione del sindaco, le opinioni dei dirigenti del partito contino molto poco. Se accettate un consiglio dovreste cercare di cercare di interpretare con meno pregiudizi i risultati delle primarie.

    Luca G.

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    1. ma sai contare?
      ma vuoi soffermarti ad analizzare anche solo la spesa della sua campagna..??
      l'articolo parla di un consistente numero di voti che non sono di Bertinelli punto! Vogliamo ignorare le opinioni di 3500 persone?
      Parli di opinioni di parte...beh mi sembra molto più scorretto cavalcare in campagna elettorale i consigli di un presidente di Regione più che un piccolo articolo di rendicontazione a giochi finiti...cmq guarda...il candidato è stato scelto diciamo in "democrazia"..vedremo se potrà comportarsi da uomo libero!

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    2. Non ho capito che c'entra con quello che ho scritto, io per la precisione volevo commentare l'articolo "Una città e il suo Pd da congresso di Vienna", non il primo articolo, forse dovevo specificarlo.

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  2. Pensi solo a quant’è bella la democrazia: che permette a me di esprimere l’opinione che ritengo più appropriata al mio modo di sentire e di pensare, e a lei perfino di rimproverarmi di scrivere e pensare quello che penso perché non la penso come lei…
    Mi viene, però, quasi il dubbio di dover pensare che a lei è consentito – con questi suoi rimproveri – di essere totalmente libero di pensare e credere quello che vuole, mentre a me, solo perché lo faccio e lo scrivo prima di lei, non sia lecito con la stessa libertà assoluta con cui lei lo rende lecito a se stesso in nome del suo personale punto di vista e delle sue personali preferenze.
    Faccia pure il semplice elettore e voti chi vuole: ma lasci anche a me la libertà di dire per chi non voterei. Questa libertà, credo, spetta a tutti: o mi sbaglio?
    E a questo proposito, non crede che ci sia qualcosa di sbagliato e ingiusto nella sua pretesa che io debba pensarla necessariamente come la pensa lei?
    È una ipotesi non del tutto filosoficamente errata, credo. E che un po’ mi inquieta.
    Grazie per l’attenzione.

    e.b. blogger

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    1. Non volevo affatto impedirle di manifestare un opinione, dato che non né avrei l'autorità né tantomeno l'intenzione, anzi apprezzo siti che parlano del mio territorio. Dato che il bello di internet è che gli articoli degli autori si possono commentare e visto che mi sono un pò sentito chiamato in causa (come lo sarebbe stato ogni partecipante alle primarie) ho commentato. Ripeto ciò che ho scritto, si fa passare nell'articolo quelli che hanno votato Bertinelli come un gregge che ha votato agli ordini del partito. Troppo semplice. Io e altri abbiamo votato Bertinelli perché ci ha convinto, dei vertici del partito non me ne frega niente. La mia critica voleva essere anche costruttiva, nel senso che trovo quest'articolo dettato anche dell'emotività dell'autore. Da quel che so la dirigenza del PD ha provato a ostacolare inizialmente Bartoli (cosa che trovo un controsenso per un partito che si definisce democratico), e intravedo in quest'articolo un risentimento, anche condivisibile, verso questo modo di fare. Questo risentimento e "l'adrenalina da primarie" credo l'abbia portata a scrivere un'analisi troppo di parte per essere credibile, tutto qua. Il mio consiglio (se lo accetta da un comunissimo lettore) è di tornare ad analizzare il risultato dopo averci dormito sopra qualche notte.

      Per terminare il mio pensiero, anche a me l'osteggiare un proprio candidato da parte della dirigenza del PD è stato tremendamente sbagliato, ma non ho mai avvertito da Bertinelli (anche all'apice della stanchezza e influenzato), né dallo staff di persone che lo ha supportato, disprezzo verso le primarie. Anzi li ho trovati estremamente coinvolti, come gli altri candidati del resto. Se avessi avvertito un sentimento di superiorità dovuto al supporto dei vertici non l'avrei sicuramente votato. Saluti

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  3. si caro e.b... bella la libertà... lasciati però dire che a me pare tu parli un po' troppo per teoremi. Conosco persone comuni, non iscritte al pd, che sono andate all'incontro a 4 ai ferrovieri con l'idea di votare per la Turco o per il Bartoli e sono venute via con l'idea di votare per il Bertinelli.. Mah saranno stati tutti ipnotizzati dai gerarchi del PD? A me pare che il Bertinelli sia uno con della passione e delle buone idee, mi pare per averlo incontrato anni fa e averci parlato di varie cose della città. penso che diversi gerarchi si siano attaccati a lui come naufraghi ad un legno, come ultima possibilità di salvezza nel disastro della politica, ma che il Bertinelli possa tranquillamente splendere di luce propria e non abbia nessun obbligo verso di loro, dato che non ha chiesto l'appoggio ma glielo hanno dato. Intanto ha vinto... e ha vinto bene. Questo è quello che contava per essere indipendenti... avere il popolo a favore. Il resto sono chiacchiere. Onore al Bartoli che fatto una campagna apprezzabile, il difetto per me è stato incentrarla un po' troppo sul vittimismo contro il cosiddetto apparato (non si è forse presentato come candidato PD?..) e poco sul dimostrare una solida conoscenza dell'apparato amministrativo, come invece mi pare abbia fatto samuele (vedi posizione sulle municipalizzate, vedi delega sull'edilizia). Non sarà che il vantaggio cosi ampio di Bertinelli sia legato alla percezione che la gente ha ricavato sulla possibilità di passare dal dire al fare? Vedremo alla lunga chi avrà ragione

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