Coldiretti: «Le istituzioni dicano
un no definitivo a un progetto
dannoso al vivaismo
e
alla popolazione»
PISTOIA. Non solo Repower non conosce la tipicità dei vivai
pistoiesi (che non necessitano di serre riscaldate), ma neppure si prende la
briga di visionare puntualmente dove si sta costruendo il nuovo ospedale
cittadino.
È la conferma che il progetto della società è, oltre che dannoso per
il vivaismo e la popolazione, anche improvvisato e adattato alle diverse
situazioni senza alcun approfondimento da parte di chi perora la costruzione di
una centrale elettrica, localizzata alle porte di Pistoia e circondata dai
vivai più noti d’Europa dove si producono piante ornamentali.
I fatti. Tra poco meno di un mese la
regione Toscana avrà tutti gli elementi per decidere se è compatibile con le
regole vigenti l’impatto ambientale dell’ipotizzata centrale elettrica Repower,
nell’area ex Radicifil.
Dopo le osservazioni al progetto
presentate alla regione da Coldiretti Pistoia nell’estate scorsa, sono giunte
le risposte della Repower produzione Italia (controllata da una multinazionale
svizzera). Coldiretti Pistoia sta analizzando il fascicolo e, con l’ausilio di
docenti universitari, entro il 10 febbraio (data ultima fissata dalla regione)
fornirà elementi puntuali di replica.
Ad una prima analisi, però, si
evidenzia come le controdeduzioni di Repower siano approssimative. Un solo
esempio. Nel piano originario, per aumentare l’appeal della centrale, Repower
ipotizzava che l’acqua calda, prodotta dal funzionamento dell’impianto, poteva
essere utilizzata per scaldare le serre presenti nei vivai circostanti.
Coldiretti faceva notare che le piante ornamentali, la specialità produttiva
per cui Pistoia è nota in tutto il mondo, non necessitino di serre riscaldate
(non ci voleva certo un’associazione agricola per conoscere questa ovvietà).
La replica di Repower è ancora più
imbarazzante. Scrive che la presenza della centrale “potrebbe da un lato
favorire un’evoluzione del sistema produttivo vivaistico e un’ulteriore
diversificazione produttiva...”, improvvisandosi nuovo pianificatore di un
settore che evidentemente poco conosce.
Poi ipotizza “la possibilità di fornire
vapore e acqua calda al nuovo ospedale di Pistoia”. Correda l’ipotesi con una
figura in cui si riportano “le ubicazioni della centrale e del nuovo ospedale,
che distano circa 5 km in linea d’aria”, evidenziando addirittura il tracciato
dei tubi. Peccato che venga sbagliata la localizzazione del nuovo ospedale che
viene ‘spostato’ verso il centro città, nei pressi della stazione ferroviaria
dove si sta costruendo un grande albergo e appartamenti. La reale collocazione
dell’ospedale è nei pressi dell’uscita Sud del raccordo di Pistoia.
“Ci rivolgiamo, come sempre, alle
istituzioni – dichiara Riccardo Andreini, presidente Coldiretti Pistoia –. È possibile dare il via ad un progetto dannoso per il
vivaismo e la popolazione, che viene via via adattato in modo a dir poco
superficiale? Le istituzioni dicano un no definitivo ad un progetto che
porterebbe conseguenze negative per il settore che garantisce occupazione e
sviluppo a tutta la Toscana”.
A questo link del sito della regione
Toscana la documentazione ufficiale del procedimento di valutazione di impatto
ambientale (Via) sulla centrale. http://www.regione.toscana.it/regione/multimedia/RT/documents/2011/12/13/51870c2dcbb7e3556f3d494b4757e450_documentazionecentraleciclocombinatopistoia2.zip
La cartina (che viene riproposta nel
file allegato) è a pagina 4 del documento “REPOWER - Risposte Integrazioni
Nov.2011”, pagina 10 del file pdf.
Coldiretti Pistoia – via dell’Annona, 191 – Pistoia
tel. 0573/991011 – 333/8191948
[comunicato
stampa]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 19 gennaio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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