Cristina Privitera delinea le sue
osservazioni sui candidati di queste primarie e sottolinea che due di loro sono
iscritti al Pd, mentre due non lo sono.
Lo fa dopo aver messo a fuoco che, a
Pistoia, queste sono le prime elezioni a tenersi «per la designazione di un
candidato a sindaco del centrosinistra che dal dopoguerra a oggi è sempre stato
espressione del partito di maggioranza, ovvero Pci, poi Pds, Ds e ora Pd».
In pratica – sembra di dover capire –
se a vincere la corsa non fossero né Bartoli né Bertinelli, ma uno degli altri
due correnti, ci sarebbe un segnale di novità e uno scarto di diversità
rispetto al finora?
Il ragionamento sembra non fare una
grinza. Ma non la fa solo sotto il profilo puramente formale.
Ciò è, dunque, secondo il mio punto di
vista, un falso sillogismo, perché anche Cecilia Turco e Alberto Niccolai sono
comunque organici al sistema: l’essere o meno essi iscritti al Pd non
cambia la sostanza delle cose, in termini di concretezza o, se preferite, in
soldoni da gente del popolo amministrato.
Pistoia, per dare segno di vero
cambiamento, dovrebbe poter far registrare un crollo della sinistra o del
centrosinistra: e una vittoria schiacciante della destra. Che ovviamente non ci
sarà – almeno finché le opposizioni saranno quelle che sono.
Niccolai appartiene alle file. Turco è
appartenuta alle file. Della maggioranza che ha governato Pistoia da sempre,
voglio dire. Il problema, poi, dello sbarramento alla Renzi, prospettato dalla
Privitera, è – secondo me – un falso problema: con i porcella (da porcellum)
che abbiamo, siamo più che abituati, ahinoi, ad essere governati da minoranze o
da minoritari… Non farà/farebbe certo senso avere un candidato scelto con il
solo 30% dei voti.
E allora, nella mia assurda monotonia,
continuo a ripetere quello che ho sempre detto come un disco rotto: lo scarto è
sotto gli occhi di tutti e tutti possono vederlo senza troppa fatica.
Ammesso – è
ovvio – che siano coraggiosi e vogliano vederlo, questo scarto. E
che non prevalga il trasversalismo degli interessi.
Che è il rischio maggiore.
Edoardo Bianchini
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[Domenica 29 gennaio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
Complimenti per la tua analisi, degna di una epigrafe da scrivere sulla fronte di tutti pistoiesi. Non credo che la città sia matura per potersi permettere il "risveglio" da questo profondo sonno omertoso e oppressivo. Purtroppo, dovremo essere soggètti al giogo per un altro lustro.
RispondiEliminaGrazie di esistere
E' vero, forse la città non è "matura" o ha paura del risveglio.
EliminaForse "dovremo essere soggètti al giogo per un altro lustro", ma non ci si deve rassegnare. Crederci, crederci e crederci come i "barbari sognanti"....
Daniela Simionato
Mi unisco ai complimenti di Monsieur De Bois, per l'analisi che Lei fa nel suo articolo "primarie e partecipazione", cogliendo l'immagine quasi fosse l'attento obbiettivo di una macchna fotografica mentre scatta una foto sulla nostra triste classe politica pistoiese ,anche se purtroppo questo non basterà a "svegliare da questo sonno omertoso" i nostri cari concittadini.......
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