martedì 14 agosto 2012

PATRIZIO LA PIETRA. QUALCHE DOMANDA SCOMODA SUL PDL


di Alessandro Romiti

Intervista a tutto campo sui temi più scottanti del momento e sugli errori che hanno portato agli insuccessi delle ultime amministrative

La Provincia. Ti sei già espresso sulla eliminazione delle Province con motivazioni contrarie all’iniziativa del Governo. Quale futuro prevedi?

Il primo effetto toglierà la rappresentanza democratica ai cittadini che, con il proprio voto, eleggono il Presidente e il consiglio. Il secondo, con la nomina da parte dei sindaci dei membri del consiglio, non ci sarà una imparziale capacità di decisione, necessaria per politiche di area vasta, e creerà solo confusione.

Per quanto ci riguarda continueremo nel nostro compito di opposizione, cercando di controllare l’operato della giunta, senza rinunciare all’attività politica, fino allo scadere del nostro mandato.
Per quanto riguarda la collocazione del nostro territorio, non vedo alternative nel rimanere nell’ambito dell’area metropolitana, e vedremo in che modo, senza spacchettamenti di zone o comuni.

La burocrazia. La gestione della “res publica” è diventata un macello faticosissimo. Questa condizione è da alcuni ritenuta causata dalla deleteria distorsione introdotta dall’ordinamento Bassanini (riforma della Pubblica Amministrazione) che ha assegnato prevalenza della burocrazia sulla politica: ci sarà un rimedio o vincerà l’antipolitica?

L’antipolitica è l’effetto causato dal vuoto della politica, o meglio dalla incapacità della politica di dare risposte concrete alle esigenze della gente. Questo non significa che la politica deve essere eliminata, ma semplicemente cambiata. Abbiamo visto che da più livelli è in atto un attacco alla politica che tende a sostituirla con le logiche del mercato e della finanza. La sovranità nazionale di molti paesi è di fatto commissariata, e l’antipolitica “casereccia” – che vuole riformare e cambiare tutto – sta semplicemente facendo il gioco di chi non vuole più il popolo sovrano.
A questo si aggiunge, come hai ben accennato, la riforma Bassanini che, di fatto, ha spostato le decisione dagli organi politici a quelli amministrativi. Molte decisioni sono condizionate da paletti burocratici che i funzionari gestiscono in maniera esclusiva. Bisogna dare più potere all’organo politico e se sbaglia saranno i cittadini a giudicare. L’antipolitica può riempire solo un vuoto, sta a noi fare in modo che non vi sia questo vuoto.

Il metodo. L’esito della recente tornata elettorale pistoiese ha visto il centro sinistra vincente, ma è più corretto affermare che il centrodestra, gli ha supinamente consentito di cogliere la vittoria. Questo nonostante lo scippo dei voti del movimento 5 stelle e l’opaca esperienza decennale dell’amministrazione Berti. C’è forse un’incapacità culturale del PDL di espandersi nel vissuto del territorio o hanno contato le inferenze portate dalla lite Pdl-Fli a livello nazionale?

Il risultato delle elezioni amministrative dello scorso maggio non ci ha soddisfatto. Abbiamo pagato molto la situazione politica nazionale. La spaccatura interna alla maggioranza con la formazione di Fli ha provocato sul territorio delle fibrillazioni che hanno pesato sulle votazioni. Ma soprattutto abbiamo pagato l’incapacità del centro destra di presentarsi unito con un unico candidato per dare un messaggio di compattezza. Qui hanno pesato non solo le divisioni nazionali, ma anche i personalismi di alcuni che non ci hanno permesso di formulare un’azione comune.
Dire che il Pdl non sia un partito radicato sul territorio o che non abbia né gli argomenti né una classe dirigente capace di governare non risponde al vero. La dimostrazione sta nel come i nostri sindaci governano, di come i nostri gruppi fanno opposizione nei comuni dove siamo minoranza.
La verità è che nel nostro territorio non ha vinto il centro sinistra su un progetto politico, semplicemente perché non ce l’ha. E la dimostrazione è nella lettura dei parametri socio-economici e di sviluppo del nostro territorio. Pistoia, in base a questi indicatori, è nelle posizioni peggiori rispetto agli altri territori toscani. Ha invece vinto un sistema in cui istituzioni ed economia molto spesso hanno intrecciato i loro interessi ingabbiando l’economia, il lavoro, i servizi, impedendo di fatto uno sviluppo sano del territorio. Basta vedere le ultime inchieste sulla vicenda Untouchables.

Il territorio 1 – Quarrata. Cos’è mancato a Quarrata? Sembra che sia scoppiata una rissa nella coalizione d’opposizione e questo sembra vero anche per Serravalle…

Quarrata è stata la culla del mancato accordo. L’obbiettivo da parte dell’Udc-Fli di andare al ballottaggio arrivando prima del Pdl, è stato a mio parere non solo perdente, ma politicamente suicida.
Così, a Serravalle, l’idea di mettere insieme Idv, Udc e Socialisti e chiedere l’appoggio del Pdl, non poteva essere certo accettata. Non potevamo fare un accordo con chi, per anni, aveva appoggiato la stessa giunta Mochi e che ne era stato parte attiva, con due assessori, Rafanelli e Bolognini. Credo che in politica conti anche la coerenza.

Il territorio 2 – Agliana. Per Agliana c’è un problema di organizzazione del Partito, gestito anche qui in modo forse troppo “patronale” da Pistoia o cos’altro?

Smentisco che vi sia una gestione “patronale”. Il compito, mio e di Alberto La penna non è di comandare ma di coordinare, lasciando molta libertà sulle scelte politiche e sulla gestione dei gruppi. Agliana rappresenta un comune da sempre roccaforte del centro-sinistra, dove fare politica non è facile. Ma abbiamo giovani di talento, come Luca Benesperi, che sapranno sicuramente dare soddisfazioni all’azione politica del PDL. Persone di esperienza come il capogruppo Barontini e una coordinatrice comunale, Annalisa Volpini, che è stata sempre un valore aggiunto per il partito sul territorio. Comunque credo che sarà importante da ora in poi, fino allo scadere dell’attuale mandato, coordinarsi con il gruppo di Quarrata e soprattutto con Montale, per dare più spinta all’azione politica complessiva.

L’ambiente 1. La recente nomina del consiglio assembleare dell’Ato ha visto una incredibile estromissione di Scatragli tra i sindaci da nominare “d’Ufficio”, fatto che, per le stesse dichiarazioni di Razzoli, l’incarico al sindaco che detiene l’impianto è previsto per statuto. Si tratta di un gesto di tracotanza politica o c’è stata una latente “incapacità” del Pdl di ottenere quanto gli era previsto?

L’esclusione di Montale dal direttivo dell’Ato è stato un atto di prepotenza e arroganza politica da parte del Pd che non ha precedenti. Le linee che regolavano le elezioni dei rappresentanti nel Cda dell’Ato prevedevano proprio che chi aveva l’impianto sul territorio doveva essere rappresentato, così come in effetti era stato fino ad oggi. Ma dirò di più: era previsto anche un posto per i comuni svantaggiati con impianti sul territorio. E anche qui è stato preferito Rufina a Piteglio. La verità è che sia Montale che Piteglio sono due comuni “scomodi” per il centrosinistra ed averli al tavolo non poteva renderli liberi nelle loro decisioni.
Peraltro l’Ato è commissariato perché dovrebbe essere uno di quei organismi da sopprimere. Ma è sempre lì. La gara che si dovrebbe fare per l’affidamento del servizio dei rifiuti vale centinaia di milioni di euro.

L’ambiente 2. Nei prossimi anni, l’Ato dovrà provvedere al “raddoppio” dell’impopolare inceneritore del Cis. Scatragli ha dichiarato più volte di essere contrario al raddoppio e potrà quindi avvalersi dell’opzione di “veto” offertagli dallo Statuto del Cis. Il Pdl nazionale persegue una manifesta politica inceneritorista. Come si porrà Pistoia sulla vicenda di Montale?

Il centro destra ha sempre ritenuto e ritiene che gli impianti di incenerimento sono parte integrante del sistema di smaltimento dei rifiuti. Peraltro, in base alle linee europee, essi rientrano nella categoria degli impianti di recupero in quanto produttori di energia elettrica.
Su Montale dobbiamo fare alcune considerazioni a sé stanti.
Come ben sai, abbiamo sempre sostenuto la necessità di portare l’impianto a chiusura perché ormai sono trent’anni che il territorio paga, in termini ambientali, la sua presenza.
Nell’impossibilità dell’immediata chiusura, il sindaco di Montale e la sua giunta hanno – da una parte – sempre agito per fare maggiore luce sulla gestione dell’impianto, non ultima, con la creazione del comitato di controllo di cittadini indipendenti – e dall’altra – con progetti alternativi all’incenerimento, sul tipo del sistema Vedelago.
Quello che però è veramente mancato, sono posizioni chiare da parte degli altri due comuni soci, e soprattutto da parte dell’Asl.
In ultimo non ci convince il Pir (Piano Interprovinciale Rifiuti), che si basa per la programmazione impiantistica su dati di produzione dei rifiuti relativi agli anni 2009 e 2010.
Per questa ragione come Pdl siamo contrari al suo ampliamento.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 14 agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. Ha ragione La Pietra, in politica conta la coerenza, eccome se conta! La coerenza però va anche coniugata con un'offerta politica capace di attrarre i consensi dell'elettorato: in questo senso non riesco a trovare un minimo accenno di autocritica nelle parole del numero due provinciale del Pdl, dopo i disastrosi risultati elettorali di primavera. Se a Quarrata e Serravalle il Pdl ha preso la metà dei voti rispetto alle liste sostenute dall'Udc, forse il duo Lapietra-Lapenna si dovrebbe domandare se la scelta dei candidati è stata proprio azzeccata e se, forse, non era meglio aprire un dialogo-confronto con le altre forze, invece di chiudersi in una torre d'avorio, tanto bella quanto ignorata dagli elettori. La coerenza allora sta da un'altra parte e risiede, se La Pietra non se ne fosse accorto, nel dialogo e nel confronto con la gente. Mi auguro che il riposo estivo dia occasioni di riflessione ai vertici locali del Pdl (non mi avventuro a sperare qualcosa anche a livelli più alti). Il dialogo è sempre possibile, ma bisogna essere in due.
    Federico Gorbi
    Segretario Prov.le UDC

    RispondiElimina

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.