di EDOARDO BIANCHINI
Studenti fatti scendere dal treno e un
significativo filmato tv di Roberto Prioreschi
PRACCHIA-MONTAGNA. Non è bello (non è affatto bello) che per rappresentare un
macroscopico danno ai cittadini sorpresi senza biglietto, ma solo perché la
biglietteria automatica a Pracchia non funziona da mesi (e neppure le
macchinette che timbrano il biglietto), si adoperi il verbo beccare, parola
di senso e connotazione assolutamente negativi. Se di becchi si deve
parlare, se ne deve parlare, con grande compatimento, solo nei confronti dei giovani
che, impossibilitati a munirsi di biglietto e non colpevoli, sono stati
scaricati a terra alla stazione dopo Pracchia.
Becchi e bastonati loro, dunque, non beccati senza
biglietto: ritenuti rei di una infrazione non commessa se non per negligenza e
colpa delle FS. Ma l’Italia, e certa Italia (l’Italia, ad esempio della Regione
rossa più bella e democratica del mondo: quella di Rossi), è questa e non
altra: una “cosa” dove nessuno che sbagli o induca in fallo qualcuno, paga.
Tutt’altro.
La storia dei giovani di cui parla il Tirreno
di oggi è successa domenica scorsa. Ed è precedente al tardo pomeriggio, alle
17:30 che compaiono sulla ripresa tv inviataci dalla stessa persona (l’architetto
Roberto Prioreschi) che l’ha segnalata – da quando abbiamo capito – anche al Tirreno.
Guardatevi il filmato: è estremamente significativo.
Si scopre che la biglietteria automatica di Pracchia non funziona; che le
obliteratrici non vanno. E non da ora, ma da mesi.
Eppure il treno va, la gente deve
andare: anche se non sa come andare perché da Pracchia per Pistoia o per
Bologna non ci sono altri mezzi di comunicazione né tantomeno in grado di poter
trasportare gente con facilità e in orari cristiani.
Ripenso a mie personali esperienze. Per
più di tre anni sono tornato in treno una volta alla settimana da Perugia a
Firenze: per più di tre anni il controllo sul biglietto mi sarà stato fatto non
più di quattro volte. Ho pagato il biglietto solo perché, essendo vecchio, mi
hanno abituato, fin da bambino, a non fare il portoghese. Ma vi sembra una
situazione accettabile?
Per altri tre anni sono poi andato su e
giù con il treno da Pistoia a Firenze e da Firenze a Pistoia: e quante volte
credete mi sia stato fatto il controllo sul biglietto? Il 5% dei viaggi è sin
troppo. Da Firenze a Pistoia non parliamone nemmeno un po’: se il controllo
arriva, arriva solo dopo Prato-Porta al Serraglio. Non prima.
Secondo voi è possibile? È normale? È
accettabile? È ammissibile?
Alla fine, sull’Appennino, uno si
sveglia e non sente ragione: prende tre studenti e, a calci nel sedere, li
scarica in montagna.
La risposta è la rabbia. Di Prioreschi
che filma e di me che rifletto su cos’è questo Paese.
Viva il liberismo sfrenato delle
sinistre che hanno iperprotetto il popolo fino alla Seconda Repubblica per
farlo infine insaccare come salsicce dalla signora Merkel e dall’Europa in nome
della competitività dei mercati!
Per vedere il filmato cliccare sull’immagine
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 8 ottobre 2013 | 17:49 - © Quarrata/news]
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